Charlie Hebdo, dopo la solidarietà social sul web impazza l'hashtag razzista #KillAllMuslims

Charlie Hebdo, dopo la solidarietà social sul web impazza l'hashtag razzista #KillAllMuslims
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Venerdì 9 Gennaio 2015, 17:58 - Ultimo aggiornamento: 18:33
Nell'era dei social ogni evento viene raccontato, commentato e condiviso. E l'hashtag e' l'elemento su cui si basa l'intera narrazione. Le vicende che stanno interessando la capitale francese in questi giorni e ore non potevano sfuggire a questa logica.
Ma dopo l'impatto emotivo ed emozionale suscitato dal massacro alla redazione di Charlie Hebdo e il fiorire di hashtag come #jesuischarlie e di #jesuisahmed per testimoniare solidarietà alle vittime tutte, l'odio è esploso con tutta la sua forza anche nel mondo virtuale tra Twitter e Facebook.




Il fronte più oltranzista ha infatti lanciato l'hashtag #KillAllMuslims per incitare all'odio e alla violenza contro tutti - indiscriminatamente - musulmani.



Riproponendo immagini nell'era dei social ogni evento viene raccontato, commentato e condiviso. E l'hashtag e' l'elemento su cui si basa l'intera narrazione. Le vicende che stanno interessando la capitale francese in questo giorni e ore non potevano sfuggire s questa logica. Ma dopo l'impatto emotivo ed emozionale suscitato dal massacro alla redazione di Charlie Hebdo e il fiorire di hashtag come #jesuischarlie e di #jesuisahmed per testimoniare solidarietà alle vittime tutte, l'odio è esploso con tutta la sua forza tra Twitter e Facebook.

Il fronte più oltranzista ha infatti lanciato l'hashtag #KillAllMuslims per incitare all'odio e alla violenza contro tutti - indiscriminatamente - i musulmani.

Riproponendo immagini delle Torri Gemelle o versetti del Corano, in maniera impropria, migliaia di persone stanno dando sfogo alla loro rabbia ricevendo consensi e guadagnando followers alla causa, fino al punto da far salire l'hashtag al secondo posto nei trend di Twitter, paradossalmente subito dopo #jesuischarlie.



Nel gioco perverso di internet qualcuno ha voluto rispondere alla provocazione lanciando l'hashtag #KillAllChristians che ha pero' sta avendo molto meno seguito.
Contemporaneamente molte persone hanno capovolto il senso dell'hashtag #KillAllMuslims riproponendolo per criticare coloro che lo hanno usato e accostandolo a #NotInMyName, oppure riproponendo le immagini della morte di Ahmed, il poliziotto musulmano ucciso sul marciapiede di fronte alla redazione.


Ancora una volta il web si è posto come terreno di battaglia in cui alla solidarietà (talvolta un po' ingenua) si associano l'istigazione alla violenza e l'odio. Al punto che di fronte ai due hashtag che incitano alla "pulizia etnica" su base religiosa, qualcuno ha proposto di lanciare un altro #KillAllIdiots, a dimostrazione che di fronte all'odio e alla stupidità anche coloro che li combattono dimenticano che anche in queste parole c'è una violenza insita e non solo teorica. Che dall'odio nasce odio.