Charlie Hebdo, l'accusa di Marine Le Pen: «Servizi inefficienti»

Marine Le Pen
Marine Le Pen
di Maria Latella
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Giovedì 8 Gennaio 2015, 05:25 - Ultimo aggiornamento: 09:42
Già a metà pomeriggio, i quattro o cinque francesi super noti, quelli che la polizia considera a rischio, vengono rintracciati e portati in luoghi considerati sicuri. È così per Michel Houellebecq, l'autore di “Sottomissione”, il romanzo, in libreria oggi a Parigi, che preconizza l'avvento di un potere islamico in terra di Francia, governata nel 2022 dai Fratelli Musulmani, al governo dopo aver ingaggiato e vinto una contesa elettorale contro Marine Le Pen.





«ATTENTATO PROFESSIONALE»

Anche lei, la Jeanne d'Arc del Front National, è improvvisamente sparita dalla circolazione. Nessuno sa dove si trovi, il suo entourage non lascia filtrare informazioni, ma amici lasciano trapelare l'ipotesi: anche Marine Le Pen, come Houellebecq, potrebbe essere stata presa in carico dai servizi e condotta in luogo sicuro. «La strage nella redazione di Charlie Hebdo è frutto di un gruppo jihadista ancora in azione. Per questo c'è da essere preoccupati - ammette una persona prossima alla leader del Front National - Ancor più preoccupati visto che l'intelligence francese non si era accorta di quanto si stava preparando contro Charlie Hebdo. Siamo di fronte a un attentato altamente professionale».



NIENTE TV, SOLO ALLA RADIO

Il Front National, dunque, non espone in Tv la sua leader. Una breve intervista telefonica alla radio francese Rtl, poche parole in cui Marine Le Pen chiede silenzio per rispetto delle vittime: «Siamo inorriditi - dice alla radio - Un'ondata di compassione unisce oggi il nostro popolo davanti all'attentato dei fondamentalisti islamici. Domani parleremo di politica, oggi c'è spazio solo per la consapevolezza di questo rischio di dimensioni spaventose».



L'ALTRA DESTRA

Rischio di dimensioni spaventose, scandisce Marine Le Pen. L'altra destra, quella moderata dell'Ump, preferisce parlare semplicemente di «guerra». Eric Woerth, deputato Ump, è tra i primi a parlare di un «atto di guerra» contro la Francia. E di «guerra totale» parlano altri esponenti del partito un tempo, e forse ancora, identificato con Nicolas Sarkozy: da Patrick Ollier a Geoffroy Didier, il concetto che «la Francia deve fare la guerra a chi vuole distruggere la sua identità» si rincorre nei tweet degli uomini dell'Ump.



L'EX MINISTRO

Non tutti, però, scelgono questa strada. Una donna, per esempio, usa altri toni. è l'ex ministro della Giustizia Rachida Dati che preferisce il timbro della compassione per i morti e dell'unitàdella Francia di fronte a quella che definisce barbarie: «Facciamo blocco col presidente della Repubblica, nello spirito dell'unità nazionale» dice.



Lei, figlia di immigrati, padre marocchino, madre algerina, undici fratelli e una laurea in diritto, ha sempre tenuto a differenziarsi dalla destra "bon chic bon genre", a ricordare che sa confrontarsi con le frange più arrabbiate delle periferie... «Sono stata magistrato, ministro, eurodeputata - ricorda sempre - Ma posso andare nelle banlieu a parlare con chi ha problemi di droga, o ascoltare i problemi di una madre algerina. Io non scappo dal mio passato».



SOLIDARIETÀ

Ora, di fronte alla strage dei giornalisti di "Charlie Hebdo", Rachida Dati esprime solidarietà e dolore per le vittime, i poliziotti e la redazione decimata. Cita l'attacco portato - dice - «a uno dei fondamentali valori francesi, la libertà d'espressione». Il pensiero dell'ex ministro di Sarkozy va «a quei giornalisti e al lavoro considerato come una missione. Dobbiamo a loro la nostra libertà».



Sono lontane le frizioni tra la stampa e la politica Rachida Dati, quella stampa che, lamentava lei quand'era ministro, non mostrò rispetto per la sua vita privata. Cose passate. Oggi è choc e, come dopo l'11 settembre di New York, gli choc spingono all'unione. I francesi, e non solo loro, sono scossi, impauriti.

Lo sa bene Nicolas Sarkozy, rapido nel riprendersi la scena col timbro del capo: «Il governo dovrà assumere misure dure contro il terrorismo e l'Ump sosterrà tutte le iniziative dell'esecutivo che andranno in quella direzione». Anche da qui ricomincia la campagna per l'Eliseo.