World Pasta Day, fatta in casa per un italiano su tre. Coldiretti: ritorno del fai da te spinto dal caro bollette e inflazione

La macchina impastatrice entra nel paniere Istat. Si cercano le farine di antichi grani italiani

World Pasta Day, fatta in casa per un italiano su tre. Coldiretti: ritorno del fai da te spinto dal caro bollette e inflazione
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Martedì 25 Ottobre 2022, 11:03 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 02:00

Si celebra oggi, 25 ottobre, il World Pasta Day! L'evento, organizzato da Unione Italiana Food e IPO - International Pasta Organization. Giunto alla sua 24esima edizione l'evento ha l'obiettivo di promuovere una dei pilastri delle tavole italiene (e del mondo) riconosciuto come Patrimonio Culturale Immateriale dell'Umanità dall'Unesco.  

I dati di Coldiretti

In quasi una famiglia su tre (29%) si prepara pasta semplice o ripiena fatta in casa con un ritorno del fai da te spinto dal caro bollette e dall'inflazione, con penne e spaghetti sono aumentati del 24,6% a settembre 2022 rispetto allo scorso anno. È quanto emerge dall'analisi Coldiretti/Ixè divulgata in occasione del World Pasta Day.

Con il caro-pasta scatenato dalla crisi energetica si registra un ritorno al passato confermato dal boom di pubblicazioni, chat su internet e trasmissioni televisive e corsi di cucina dedicate alla preparazione di pasta fatta in casa.

Dalle tagliatelle ai tortellini, dalle lasagne ai ravioli la passione si sta diffondendo anche tra i più giovani e tra persone completamente a digiuno delle tecniche di preparazione. Non è un caso che la macchina impastatrice sia entrata nel 2021 a far parte del paniere Istat per misurare il costo della vita.

Si cercano le farine degli antichi grani storici italiani e sempre di più le confezioni di pasta che garantiscono l'origine nazionale al 100% del grano nazionale le cui vendite sono aumentate del 14% in valore nei primi cinque mesi del 2022, secondo l'analisi Coldiretti su dati Ismea. Per acquistare la vera pasta Made in Italy 100% occorre scegliere le confezioni che riportano le indicazioni «Paese di coltivazione del grano: Italia» e «Paese di molitura: Italia». Una scelta di qualità ma anche un sostegno all'economia nazionale in una situazione in cui sono raddoppiati i costi di coltivazione del grano e degli altri cereali (+80%). 

La produzione

Nonostante l'incremento di 40mila ettari coltivati, nel 2022 la produzione di grano duro italiana è calata di 1,5 milioni di quintali rispetto all'anno scorso a causa soprattutto del cambiamento climatico, del caro energia e del conseguente aumento dei costi dei concimi. A rivelarlo, nel World Pasta Day, è Cai - Consorzi Agrari d'Italia, che con quasi 9 milioni di quintali di cereali stoccati e gestiti rappresenta la prima realtà organizzata della produzione nel nostro Paese. In base alle stime Cai, su dati Istat, negli ultimi sei anni l'Italia ha perso circa 35mila ettari di terreno coltivati a grano duro. Nonostante il rialzo dei prezzi dei prodotti agricoli, con il grano duro che oscilla tra 480 e 500 euro a tonnellata secondo le rilevazioni della Borsa Merci di Bologna, caro energia e incertezza internazionale derivanti dalla guerra in Ucraina non lasciano tranquilli gli agricoltori, vista la previsione di un leggero calo (-1,4%) delle superfici seminate nel 2022. Secondo Consorzi Agrari d'Italia, è necessario lavorare per aumentare la produzione italiana di qualità, anche attraverso investimenti lungo tutta la filiera, al fine di evitare che il nostro Paese continui a dipendere troppo dalle importazioni di prodotto dall'estero.

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