Il sindaco di Roma Raggi e le accuse della piazza: «Non mollo, Salvini rispetti i patti»

Raggi e le accuse della piazza: «Non mollo, Salvini rispetti i patti»
Raggi e le accuse della piazza: «Non mollo, Salvini rispetti i patti»
di Simone Canettieri
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Domenica 28 Ottobre 2018, 09:12 - Ultimo aggiornamento: 18:19
Metà pomeriggio: Virginia Raggi si trova al centro Coc della Protezione civile. Vuole accertarsi di persona sull’allarme meteo previsto per oggi sulla Capitale, doveva partire in serata per Buenos Aires per un forum sul clima, ma alla fine ci ha ripensato per evitare polemiche.

Sindaco, lei dice che a riempire il Campidoglio siano stati gli elettori e i dirigenti del Pd orfani di Mafia Capitale, ma non è riduttivo? Non erano anche suoi elettori, anzi ex?
«Il Pd, mascherato e orfano di Mafia capitale, ha provato a strumentalizzare i cittadini, camuffando una manifestazione di partito in una sollevazione. Gli è andata male stavolta».

C’erano anche suoi elettori pentiti, però.
«Io non faccio differenze di elettori. Sono il sindaco di tutti i romani e ho il dovere di ascoltarli sempre, anche se non siamo d’accordo. Ed è quello che faccio tutti i giorni tra le persone». 

Non è comunque un campanello d’allarme da non sottovalutare? Alcuni problemi sono sotto gli occhi di tutti: dalle buche ai rifiuti.
«Li stiamo affrontando. Nessuno butta la polvere sotto il tappeto, come si faceva prima».

I risultati latitano.
«I risultati arrivano solo con il lavoro: mi impegno tutti i giorni per la mia città. Problema buche? Abbiamo stanziato 140 milioni per il rifacimento delle strade. Ed ora ci sono cantieri in tutta la città. Rifiuti? Abbiamo esteso il “porta a porta” a 150mila abitanti in meno di otto mesi ed abbiamo scoperto, solo in due municipi, 120mila scrocconi che prima non pagavano l’Ama. L’impazienza del Pd nasconde una loro difficoltà politica evidente». 

La storia di Desirée pone l’accento sulla sicurezza. Molti suoi predecessori ci hanno perso le elezioni: teme una speculazione politica della Lega?
«Io non penso alle elezioni ma ad amministrare la città. La storia di Desirée è drammatica. Come donna e madre provo un dolore e una rabbia immense. Come sindaca, da due anni chiedo che il Governo metta a disposizione di Roma forze dell’ordine adeguate. E’ cambiato il Governo e ha annunciato che arriveranno 154 poliziotti e 100 carabinieri in più».

Bastano? Il caso di San Lorenzo è eloquente: un quartiere con problemi decennali di degrado.
«Il quartiere deve rinascere: tre settimane fa sono stata con i comitati di quartiere e la presidente del municipi: i cittadini hanno ragione. Ecco perché attendo che il Governo sblocchi la mia richiesta di poter assumere 2.000 agenti di polizia locale per completare finalmente la pianta organica prevista. A me la politica vecchia maniera non interessa».

Non rischia di avere posizioni troppo morbide sulla sicurezza, veda sempre il caso di San Lorenzo, per non schiacciarsi su Salvini?
«Io non sono affatto morbida. Chiariamo un malinteso. Sono a favore della fermezza ma credo che, al di là dei proclami, poi ci si debba seriamente impegnare per risolvere i problemi. E’ necessario fare i conti con la realtà che è molto più complessa di uno slogan. Un esempio pratico: lo scorso anno, il governo decise di sgomberare l’immobile di via Curtatone. Poi toccò al Comune di Roma Capitale occuparsi dell’assistenza dei bambini lasciati per strada. Non basta dire ”sgomberiamo” senza prevedere un sistema di assistenza per bambini, disabili e le famiglie più fragili. Va predisposto un meccanismo di sostegno ai Comuni, altrimenti non si risolve alcun problema ma si crea una guerra tra poveri con problemi di ordine pubblico. Senza soluzione».
 
Di Maio ha annunciato subito più poteri con emendamento dl sicurezza: di cosa si tratta?
«Si lavora su due piani. Nel decreto sicurezza vanno inserite misure immediate come l’adeguamento dell’organico di polizia locale, ora limitato a meno di 6000 agenti su un fabbisogno di 8000. Discorso diverso è quello di una ridefinizione dei poteri per la Capitale che ha a disposizione gli stessi strumenti di un qualsiasi altro Comune. Basti pensare che uno qualunque dei 15 municipi di Roma conta in media circa 200mila abitanti». 

Il ministro Salvini, sembra frenare però, cosa ne pensa?
«Beh, se fosse vero, dovrebbe spiegarlo ai romani. Nel contratto di governo è scritto forte e chiaro. Sono fiduciosa che verrà rispettato».
 
Si rincorrono scenari in caso della sua condanna: rimetterà la sua permanenza a Rousseau al di là di rispettare il codice etico? La sospensione potrebbe essere una soluzione?
«Con i “se” e i “ma” li lascio ai salotti tv e ai politici di professione. In merito al processo sono serena. Sono una persona perbene e corretta: per me questo è la cosa più importante». 

Il tema c’è, lei lo sa benissimo.
«Personalmente mi spiace l’accanimento di tanti detrattori che, quando mi incontrano, hanno anche il coraggio di sorridermi. Ma questa è la vecchia politica fatta di ipocrisie. Non è il mio mondo».
 
C’è un pezzo di governo, la Lega, che è già in campagna elettorale su Roma?
«E c’è una amministrazione che pensa a lavorare. Ne riparliamo tra tre anni».

Dall’inchiesta sullo stadio di Tor di Valle emerge che Luca Lanzalone avrebbe provato a condizionare anche le nomine del Comune.
«Non commento un’inchiesta in corso».
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