Variante Delta in Italia, quattro Regioni a rischio zona gialla. Il documento (riservato) del governo: 10.000 casi al giorno entro fine agosto

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di Cristiana Mangani
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Domenica 11 Luglio 2021, 21:37 - Ultimo aggiornamento: 21 Luglio, 09:03

La parola d'ordine è prudenza. La corsa della variante Delta in Gran Bretagna, nelle isole spagnole, in Portogallo, in Francia, sta allarmando anche l'Italia, dove alcune regioni rischiano di vedersi imporre nuove limitazioni, passando da zona bianca a gialla. L’avanzare dei contagi allarma gli scienziati e preoccupa il governo, che guarda al resto d’Europa e cerca di utilizzare al meglio il vantaggio temporale di circa due mesi rispetto agli altri Paesi. Ma soprattutto la cabina di regia è in cerca di soluzioni per evitare che si ripetano gli errori della scorsa estate. Si frena, quindi, sugli allentamenti e si riparte con la corsa alla vaccinazione, soprattutto tra le persone che hanno meno di 50 anni.

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In una circolare diffusa dal ministero della Salute e firmata dal direttore della prevenzione, Gianni Rezza - che invita a vaccinare, tracciare a sequenziare - viene sottolineato che ogni allentamento durante i mesi estivi delle misure «senza un contemporaneo aumento dei livelli di vaccinazioni complete nella popolazione, potrebbe portare ad un repentino e significativo aumento dei casi Covid-19 in tutte le fasce d'età, soprattutto sotto i 50 anni, con un incremento associato dei ricoveri e dei decessi». Oltre a vaccinare sarà necessario aumentare il numero dei tamponi effettuati, in particolare quelli molecolari, per garantire un efficace tracciamento dei casi e frenare così l’arrivo di una possibile quarta ondata alla fine dell’estate. 

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Secondo gli ultimi report,  il totale degli italiani over 12 immunizzati è salito al 43%. Tuttavia il gap da recuperare è ancora ampio: nella popolazione tra i 40 e i 49 anni solo il 31,31% è totalmente vaccinato e le percentuali aumentano gradualmente nelle fasce più basse (21,57% nella fascia 30-39; 18,49% in quella 20-29 e 5,79% in quella 12-19). Nella fascia 50-59 anni i vaccinati sono il 52,51%, mentre in quella 60-69 anni la popolazione vaccinata è al 58,22%. Anche l'assessore alla Salute del Lazio, Alessio D'Amato, ha lanciato un appello: «I casi positivi, a causa della Variante Delta, sono destinati ad aumentare, soprattutto tra chi non si è vaccinato o non ha ancora completato il percorso vaccinale.

La priorità è dunque vaccinarsi e mantenere alta l'attenzione sulle regole di prevenzione dal contagio, non facciamo gli stessi errori della scorsa estate». È anche per questo che - secondo l'assessore - «è fuori luogo in questa fase parlare di nuovi richiami se non si completa prima il percorso di vaccinazione». Il Piano ora procede ai ritmi di 500mila inoculazioni al giorno ed è stata raggiunta quota 57 milioni di iniezioni anti-Covid. In Italia, tra le persone da “intercettare ci sono ancora quasi 223 mila membri del personale scolastico, i quali non hanno ricevuto neppure una dose, pari al 15,25% del totale, secondo il rapporto settimanale pubblicato sul sito del governo e aggiornato alle ore 16 di oggi.

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Nei reparti ospedalieri l’occupazione di posti letto è a livelli normali e fortunatamente le terapie intensive si sono svuotate. Eppure, nonostante questi segnali tranquillizzanti, i dati e le curve epidemiologiche confermano la risalita dei contagi. L’analisi settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità diffusa venerdì mostra l’andamento in ascesa della curva e conferma come il Covid-19 mutato colpisca soprattutto i giovani: l’età media è scesa drasticamente, ora è intorno ai 35/36 anni.

Lo studio riservato in mano al governo

Uno studio riservato al vaglio del governo raffronta la situazione tra l'Italia e gli altri paesi dove la variante Delta è più diffusa. L’analisi prevede che — senza un monitoraggio e un tracciamento adeguato — a fine luglio il numero dei contagiati nel nostro paese potrebbe arrivare a una media di 3 mila nuovi positivi ogni giorno per raggiungere al 30 agosto un numero di casi che potrebbe oscillare tra gli 8 mila e gli 11 mila. Per questa ragione, gli esperti del Cts consigliano di mantenere l'uso della mascherina al chiuso. Dal primo giugno, poi, è diminuito sensibilmente il numero di persone che viene sottoposto a tampone. Un tracciamento efficace prevederebbe di effettuare almeno 300 mila tamponi al giorno con l'80% di molecolari. Invece, dal 1° giugno i bollettini quotidiani hanno mostrato cifre ben diverse e i test non superano quasi mai gli 80 mila.

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Il vero rischio riguarda i più giovani: l’analisi dei dati dimostra che «la virulenza colpisce maggiormente la fascia di chi ha tra i 12 e i 24 anni e ancor di più gli under 12 che non possono essere vaccinati». Il pericolo deriva dal fatto che in questi casi «il virus si presenta in forma lieve o asintomatica». E questo aumenta l’insidia della trasmissione in ambito familiare.

Le regole della zona gialla

La minaccia della variante Delta sta mutando anche il quadro delle aperture sul territorio. Diverse regioni rischiano di dover tornare in zona gialla. Un passaggio che di fatto comporterebbe poche variazioni, anche se importanti. La principale differenza tra zona bianca e gialla riguarda il ripristino del coprifuoco a mezzanotte. In zona bianca non ci sono limitazioni per gli spostamenti, mentre in zona gialla questi sono consentiti tra le 5 e le 24. Chi esce in orario di coprifuoco in zona gialla deve giustificare lo spostamento con autocertificazione.

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Inoltre, a differenza della zona bianca, in zona gialla tornerà il limite di 4 persone al tavolo al ristorante, sia dentro che fuori. A chi si trova in zona bianca è consentito andare a far visita a parenti o amici, restando all’interno della stessa zona, senza limiti di orario o nel numero di persone che si spostano. Si potrà andare a trovare amici e parenti in massimo 4 persone, tra le 5 e le 24, se ci si sposterà verso località della zona gialla. Tornerà l'obbligo di portare le mascherine all'aperto. Per questo le Regioni hanno chiesto alla Cabina di regia di ripensare nuovamente ai criteri per il cambio dei colori, guardando esclusivamente alla situazione negli ospedali che - nonostante una repentina crescita dei contagiati - sembra essere sotto controllo. Anche se la crescita della Delta è ancora recente, e gli effetti potrebbero vedersi tra qualche settimana.

Le 4 Regioni che rischiano la zona gialla

Il passaggio in zona gialla di una Regione “bianca” avverrà, secondo le attuali regole, quando l’incidenza dei contagi supererà la soglia dei 50 ogni 100.000.  Anche se la velocità del contagio fa ipotizzare altri scenari. Le prime Regioni che rischiano di superare la soglia e tornare in gialla già ad agosto, sono: Sicilia (incidenza a 21), Campania (incidenza a 19), Abruzzo (incidenza a 16,6) e Marche (incidenza a 15,3). Una condizione che le amministrazioni regionali cercano di evitare, anche se il ministero della Salute insiste nel chiedere un atteggiamento prudente. Nel documento titolato “Allerta internazionale variante Delta: incremento dei casi Covid-19 in diversi Paesi europei” si legge della necessità di: rinforzare il tracciamento; applicare tempestivamente la quarantena in caso di sospetta variante, sequenziare i campioni, «in modo da garantire strategie vaccinali che tengano conto della possibile minore protezione contro le infezioni da Delta dopo una sola dose». Per il momento niente altro è richiesto, anche se la situazione è in continua evoluzione.

 

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