Ucraina, navi russe davanti a Sicilia e Calabria: ecco cosa può succedere. Il Mediterraneo secondo fronte della crisi

Ucraina, navi russe davanti a Sicilia e Calabria: ecco cosa può succedere. Il Mediterraneo secondo fronte della crisi
Ucraina, navi russe davanti a Sicilia e Calabria: ecco cosa può succedere. Il Mediterraneo secondo fronte della crisi
di Cristiana Mangani
5 Minuti di Lettura
Martedì 1 Febbraio 2022, 11:09 - Ultimo aggiornamento: 2 Febbraio, 16:31

Il Mediterraneo “sorvegliato speciale”: la nuova Guerra fredda tra Russia e Nato passa anche davanti alle coste della Sicilia con le navi della flotta russa e il gruppo d’attacco della portaerei americana Harry Truman. Si tratta di esercitazioni navali, è stato annunciato, ma le preoccupazioni per quanto sta avvenendo tra Ucraina e Mosca sono sempre più elevate. Lo Stato Maggiore della Difesa ha rassicurato che «la formazione sta effettuando un transito in acque internazionali e non viola la sovranità degli Stati rivieraschi», e ha aggiunto che la Nato continua a seguire la navigazione del gruppo navale sin dalla partenza, escludendo «comportamenti o volontà escalatorie» da parte dell'Alleanza e della formazione navale russa. «La situazione che stiamo fronteggiando in Europa è pericolosa e urgente e la posta in gioco per l'Ucraina, e per ogni Stato membro dell'Onu, non potrebbe essere più alta. Le azioni di Mosca colpiscono il cuore della Carta delle Nazioni Unite e sono una minaccia chiara alla pace e sicurezza», ha accusato senza mezzi termini l'ambasciatrice americana alle Nazioni Unite, Linda Thomas-Greenfield, spiegando che «ora è il momento di un dibattito pubblico».

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Il viaggio delle sei navi

Tutto il viaggio delle sei unità cominciato il 15 gennaio è stato seguito da una staffetta di mezzi occidentali: prima un incrociatore statunitense; francesi e britannici si sono alternati nella Manica; poi è entrato in scena un velivolo Orion portoghese; quindi fregate spagnole e francesi all’ingresso del Mediterraneo. Adesso è la volta di un caccia tedesco, non lontano da Lampedusa. Gli aerei dell’Alleanza Atlantica sono partiti in perlustrazione in tutto il Mediterraneo centrale a “caccia” delle unità della Flotta del Nord.

La squadra navale punta molto probabilmente verso il Mar Nero, anche se è possibile che si fermi nel Mediterraneo orientale, viste anche le convenzioni che regolano il passaggio del Bosforo.

Sono sei le navi russe che si stanno muovendo nel mare davanti alla Sicilia e alla Calabria: le navi da guerra anfibia della classe Project 775 Ropucha Olenegorskiy Gornyak e Georgiy Pobedonosets e la nave da sbarco della classe Ivan Gren Project 11711 Pyotr Morgunov: quest’ultima è nuovissima – messa in servizio nel 2020 – e partecipa per la prima volta a esercitazioni su larga scala. Le navi sono monitorate da una nave da pattuglia d'altura classe Meteoro della Marina spagnola e almeno un aereo da pattugliamento marittimo P-8A Poseidon della Marina degli Stati Uniti. Altre navi da guerra che dovrebbero partecipare sono l'incrociatore di classe Slava Varyag, il cacciatorpediniere di classe Udaloy Admiral Tributs e la nave cisterna Boris Butoma, della Flotta del Pacifico. Anche la nave per la raccolta di informazioni di classe Vishnya Vasiliy Tatishchev, è entrata nel Mediterraneo la scorsa settimana attraverso lo Stretto di Gibilterra, e la sua destinazione non è chiara. Si tratta, comunque, di navi costruite per portare direttamente sulla spiaggia carri armati e fanti: sono in grado di creare una testa di ponte con 60 tank e 1.500 marines. 

Le esercitazioni e cosa può succedere

Oltre alla flotta russa nei pressi del Canale di Sicilia, in questo momento si stanno svolgendo esercitazioni dell’Alleanza Atlantica “Neptune Strike 2022“. Manovre programmate da diverso tempo ma che arrivano in un momento di estrema tensione tra Mosca e il blocco occidentale. Si svolgono proprio nel Mar Ionio e nel Mediterraneo orientale.

L’intelligence atlantica e statunitense teme che queste imbarcazioni possano essere il preludio a uno sbarco delle forze russe nei pressi della Crimea, la testa di ponte di Mosca nel cuore del territorio ucraino. L’ipotesi è stata vagliata da diversi analisti, che temono che il dispiegamento di truppe al confine orientale dell’Ucraina e in Bielorussia possa essere un diversivo in vista di una possibile operazione al Sud.

 

Nato in allerta

La Nato è in allerta massima. Le forze di tutti i Paesi coinvolti da questo movimenti di navi russe sono impegnate a osservare da vicino i movimenti delle unità del Cremlino e a capire cosa saranno in grado di fare e dove si disporranno. Nelle ultime 48 ore, come scrive Itamilradar, aerei da pattugliamento si sono già alzati in volo da Sigonella per avere un contatto visivo con la flottiglia e ora ci si chiede se la Russia stia mettendo in atto l’ennesimo bluff per confondere le forze Nato e mettere pressione verso Kiev e Washington.

Il Mediterraneo secondo fronte della crisi ucraina

Il Mediterraeno diventa, dunque, un secondo fronte della crisi ucraina, così come ha sottolineato anche il portavoce del Pentagono John Kirby in un’intervista a Fox News. Due giorni fa un satellite ha fotografato altri rinforzi, in arrivo addirittura dal Pacifico: il potente incrociatore Varyag, accompagnato da una fregata e da un rifornitore. Puntano verso Suez per fare rotta sulle acque tra Siria e Cipro. Ed è in quella zona che è previsto il punto di raduno di una grande flotta russa, come non si vedeva da decenni. Tra una settimana ci saranno la squadra da sbarco partita dal Baltico, quella in movimento dal Mar Rosso e le altre forze dislocate nel porto siriano di Tartous: un caccia, quattro fregate, tre sottomarini d’attacco.

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La Nato controlla. Il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha votato a favore dello svolgimento di una riunione sull'Ucraina. Si sono espressi a favore Albania, Brasile, Ghana, Francia, Irlanda, Messico, Norvegia, Usa, Uk, Emirati arabi uniti. Contrari: Cina e Russia. Astenuti: India, Kenya, Gabon. La riunione si terrà il 18 febbraio, mentre gli Stati Uniti fanno partire i loro diplomatici dall'Ucraina e anche dalla Bielorussia.

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