Ucraina-Russia: oltre 400 militari italiani in campo (e mille pronti a schierarsi): dagli alpini agli specialisti di cyberguerra

Ucraina-Russia: oltre 400 militari italiani in campo (e mille pronti a schierarsi): dagli alpini agli specialisti di cyberguerra
Ucraina-Russia: oltre 400 militari italiani in campo (e mille pronti a schierarsi): dagli alpini agli specialisti di cyberguerra
di Paolo Ricci Bitti
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Martedì 22 Febbraio 2022, 12:21 - Ultimo aggiornamento: 23 Febbraio, 23:51

Crisi Ucraina-Russia: mille fra alpini e bersaglieri con le camionette Lince e le autoblindo Puma (per i carri armati Ariete, le autoblindo Centauro e le blindate Vab Reco 4x4 Nbc si vedrà); almeno 4 coppie di caccia fra Eurofighter ed F35 già abituati ai cieli del nord ed est Europa; la portaerei Cavour pronta ad avvicinarsi al teatro di operazioni dopo avere manovrato in questi giorni con le sorelle maggiori "Uss Harry S. Truman" e la francese "Charles de Gaulle" nel mar Jonio (operazione Neptune Strike); potenziato il Comando operazioni aerospaziali di Poggio Renatico e infine i nuovi specialisti nella cyberguerra, sempre più determinanti. Le forze armate italiane restano pronte a fare la loro parte nell'ambito dello schieramento Nato che si è via via rafforzato con il peggioramento della crisi fra Russia e Ucraina.

Lo schema è quello dei Gruppi tattici europei Eugb, ovvero Euro Battle Group allestiti nel 2007 con il contributo dei 30 paesi della Nato in proporzione alle dimensioni dei loro eserciti.

Un Battle Group è composto mediamente da 1.500 soldati variamente armati e addestrati per poter essere schierati in una decina di giorni, periodo già azzerato da almeno 250 dei circa mille militari italiani inizialmente destinati alle zone più critiche a ridosso dei confini ucraini. Questo primo gruppo è già pronto a salire su C-130 Hercules e su C-27 Spartan della 46a aerobrigata di Pisa.

Decisiva l'esperienza accumulata dal 2016 in poi grazie alla partecipazione di militari italiani al Task Group “Baltic Guardian” con cui la Nato ha potenziato (enhanced Forward Presence, eFP) la presenza di truppe sul "fianco est"  dello spazio euro-atlantico. Il tricolore si è quindi visto a ripetizione a terra e in cielo sia nelle repubbliche baltiche sia in Polonia. Proprio Polonia e Romania potrebbero esser le mete dei soldati italiani nei prossimi giorni. 

In Lettonia sono del resto già schierati 238 militari italiani con numerosi mezzi terrestri e si è appena conclusa l'esercitazione 'Ajax Strike'. In Romania la task force italiana 'Black storm' è schierata con 140 soldati all'aeroporto di Costanza. 

Periodici infine i rischieramenti di F35 ed Eurofighter dell'Aeronautica nelle basi Nato del Nord Europa: non pochi gli incontri ravvicinati dei nostri velivoli con quelli delle forze aeree russe o bielorusse durante operazione di Scramble (decollo rapido per intercettare aerei potenzialmente ostili) in cui i piloti italiani si sono sempre distinti.  Dal 1° dicembre settimane ben 14 Scramble solo per quanto riguarda i 4 Eurofighter in Romania che a rotazione vengono inviati da 4° Stormo di Grosseto, 36° Stormo di Gioia del Colle, 37° Stormo di Trapani e  51° Stormo di Istrana.

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Paolo Ricci Bitti

Il ministro Guerini

E' necessario «rafforzare la deterrenza per favorire un vero dialogo costruttivo. Sarà essenziale, pertanto, mantenere alta l'attenzione e il livello di cooperazione con gli Alleati». Così il ministro alla Difesa, Lorenzo Guerini, al termine della ministeriale Difesa della Nato a Bruxelles tenuta il finesettima scorso. Dalla due giorni di lavoro «esce un messaggio molto chiaro di determinazione e coesione dell'Alleanza», ha riferito il ministro. «Abbiamo discusso dell'implementazione di misure nell'Europa orientale e sud orientale e della disponibilità di alcuni Paesi ad ospitare tali misure. L'Italia come sempre, in pieno spirito di solidarietà, continuerà a fare la sua parte ed è pronta a rafforzare, a seguito delle decisioni che saranno assunte in ambito Nato, il proprio contributo alla postura di deterrenza nel fianco Est e Sud-Est, chiaramente previa autorizzazione parlamentare», ha spiegato Guerini, ricordando che l'impegno andrebbe ad aggiungersi ai rilevanti contributi della Difesa italiana già in corso nella enhanced Forward Presence in Lettonia, nelle incrementate attività navali e in quelle di air policing.

 

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