Totoministri governo Meloni, la lista lampo: Nordio alla Giustizia, Piantedosi agli Interni, novità Lollobrigida per l'Agricoltura

«Pronti a dare un governo all’Italia». La squadra sarà varata sabato mattina

Totoministri, Meloni e la lista lampo: Nordio alla Giustizia, Piantedosi agli Interni, novità Lollobrigida per l'Agricoltura
Totoministri, Meloni e la lista lampo: Nordio alla Giustizia, Piantedosi agli Interni, novità Lollobrigida per l'Agricoltura
di Francesco Bechis e Alberto Gentil
5 Minuti di Lettura
Venerdì 21 Ottobre 2022, 08:32 - Ultimo aggiornamento: 16:55

«Serve un governo autorevole e di alto profilo. Non c’è tempo da perdere». Fedele al dogma della «rapidità» per «dare risposte urgenti al Paese», Giorgia Meloni potrebbe bruciare i tempi. E presentarsi al Quirinale con la lista dei ministri già domani, dopo aver ricevuto l’incarico (senza riserva) a formare il governo appena Mario Draghi sarà rientrato dal Consiglio europeo. «Giorgia farà cose da record, sarà velocissima. Vuole chiudere ogni polemica e cominciare subito a lavorare», dice una fonte di alto livello vicina alla leader di Fratelli d’Italia. Meloni, dunque, potrebbe tornare al Quirinale domani mattina. E, con la benedizione di Sergio Mattarella, varare la squadra del primo esecutivo guidato da una donna.

LA STRATEGIA
«Siamo pronti a dare all’Italia un governo che affronti con consapevolezza e competenza le urgenze e le sfide del nostro tempo», ha scritto Meloni ieri sera su Fb.

E non è un caso che la premier in pectore sottolinei l’aspetto della «competenza»: in molti, dentro FdI, sono convinti che nella lista dei ministri «ci saranno sorprese», svincolate «dai desiderata dei partiti». «Ma senza forzature», aggiunge un altro esponente vicino a Meloni, «già la situazione è abbastanza tesa...».

Il puzzle del governo è quasi del tutto ultimato. E oggi, prima di salire alle 10.30 al Quirinale alla guida della coalizione di centrodestra (si lavora per disinnescare eventuali dichiarazioni di Silvio Berlusconi), Meloni darà le ultime limature alla formazione della sua squadra. 

Archiviate le furiose polemiche innescate dalle dichiarazioni del Cavaliere a favore di Putin e contro Zelensky, con una trasferta a Bruxelles dove ha convinto il Partito popolare europeo della fedeltà di Forza Italia ai dogmi dell’atlantismo e dell’europeismo, Antonio Tajani è confermato agli Esteri. Come appare certo Carlo Nordio alla Giustizia: l’ex magistrato (eletto con FdI) è voluto da Meloni che, per scongiurare potenziali conflitti d’interesse di Berlusconi, ha fermato l’ex presidente del Senato Elisabetta Casellati sulla strada del dicastero di Via Arenula. Ed è ormai storia patria la reazione furiosa del Cavaliere.

Il leghista Giancarlo Giorgetti dovrebbe essere confermato all’Economia. Il condizionale è giustificato dal fatto che nelle ultime ore c’è chi ha accreditato l’ipotesi di un ultimo tentativo della futura premier per convincere Fabio Panetta, nel board della Banca centrale europea e promesso governatore di Bankitalia, ad accettare l’incarico destinato al leghista. In quel caso Giorgetti sarebbe confermato allo Sviluppo economico. Ma queste voci non trovano conferme. Mentre è certo - in casa Lega - lo sbarco di Matteo Salvini alle Infrastrutture e trasporti e di Roberto Calderoli agli Affari regionali. E, forse, di Giuseppe Valditara alla Scuola in quota Lega.
Il Carroccio di certo perde l’Agricoltura. Per quarantott’ore i nomi più accreditati per questo dicastero considerato di “fascia A” erano quelli di Luca De Carlo e di Roberto Berruti. Ma alla fine ci andrà Francesco Lollobrigida, nonostante sia stato appena eletto capogruppo alla Camera per Fratelli d’Italia. 

LE CASELLE
Al partito di Meloni, oltre a Giustizia, Agricoltura e Sviluppo (per Adolfo Urso o Guido Crosetto), andranno le Politiche europee con Raffaele Fitto, il Sud con Nello Musumeci, il Turismo con Daniela Santanché. E, si diceva, forse l’Istruzione. Sottosegretario alla presidenza del Consiglio dovrebbe essere Giovanbattista Fazzolari (con la delega all’attuazione del programma) e i Servizi dovrebbero andare al futuro sottosegretario a Chigi Alfredo Mantovano.

Forza Italia, oltre agli Esteri con Tajani, prenderà la Pubblica amministrazione con Anna Maria Bernini, le Riforme con Casellati, l’Università con Gloria Saccani Jotti, la Transizione ecologica con Gilberto Pichetto Fratin che però potrebbe perdere la delega all’energia se Roberto Cingolani dovesse accettare la nomina a commissario straordinario. Per i Rapporti con il Parlamento c’è Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati o il capogruppo di FdI al Senato Luca Ciriani. Da definire invece il nome per il costituendo ministero del Mare, a cui andrà la delega ai porti (sottratta al Mit).

Si annuncia infine numerosa la pattuglia di tecnici, anche se resta qualche incertezza. Gli Interni andranno al prefetto di Roma, Matteo Piantedosi. La Difesa, in predicato di passare a Urso, alla fine dovrebbe andare al generale Claudio Graziano. Il Welfare a Marina Calderone, presidente dei consulenti del lavoro. La Salute a Francesco Rocca, presidente della Croce rossa italiana, oppure a Rocco Bellantone del Policlinico Gemelli. La Cultura al giornalista Giampaolo Rossi, già componente del Cda della Rai e della commissione di Vigilanza o a Giordano Bruno Guerri. 

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