Roma, condannato per terrorismo preparava un attentato: «Appena esco vedi io cosa faccio»

Roma, condannato per terrorismo preparava un attentato: «Appena esco vedi io cosa faccio»
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Giovedì 1 Marzo 2018, 16:38 - Ultimo aggiornamento: 2 Marzo, 19:41
Meditava un attentato terroristico in Italia. Era accusato di aver fatto parte dell'Isis, oggi è stata confermata in appello la condanna a 8 anni di reclusione per associazione con finalità di terrorismo internazionale, ma la novità delle indagini è un documento contenente la trascrizione di un'intercettazione ambientale nella quale si legge che lui, una volta scarcerato, voleva fare un attentato in Italia. In una frase, è racchiusa la vicenda di Vulnet Maquelara, macedone di 43 anni indicato con l'alias Karlito Brigande, nei cui confronti oggi la prima Corte d'assise d'appello ha confermato la condanna a 8 anni di reclusione. Brigande era stato arrestato nel marzo 2016 nel corso di un'operazione anti-Isis. Nella stessa occasione fu emesso ordine di carcerazione anche per un tunisino (mai trovato) e per un altro macedone (arrestato per evasione e possesso di documenti). Fu la prima volta - secondo quanto al tempo si apprese - che in Italia si arrestava non un componente di una cellula terroristica, ma un ritenuto componente dell'Isis. Brigande era ricercato dall'autorità giudiziaria macedone per reati contro la persona e il patrimonio (nel suo Paese era stato condannato a 19 anni di carcere), ma nel corso della perquisizione nella casa dove si rifugiava furono trovate alcune lettere scritte a mano in arabo e da alcune fotografie che fecero sospettare una sua adesione al radicalismo islamista.

Nell'aprile dello scorso anno la condanna a 8 anni di reclusione.
Oggi, in apertura del processo d'appello, la novità: il Pg Francesco Mollace ha tentato, invano, di far transitare nel fascicolo una nota del Reparto Anticrimine del Ros dei carabinieri di Roma relativa a uno stralcio di un'intercettazione ambientale disposta dalla procura di Genova in una cella del carcere di Sassari dove Brigande si trovava con un detenuto algerino già condannato a 6 anni a Genova per associazione terroristica. Secondo la nota, dall'intercettazione emerge in maniera chiara l'intenzione di Brigande di realizzare, una volta scarcerato, un attentato terroristico in Italia. Tre frasi su tutte: «Giuro su Dio, appena esco? fratello, vedi io cosa faccio» la prima; «A me mi serve una macchina», la seconda; «Io ce l'ho un amico, ce l'ha quattro bombe». Il documento non è stato acquisito; dalla camera di consiglio, la Corte è uscita con la conferma della condanna di Brigande a 4 anni di reclusione, con espulsione a pena espiata.
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