Tap, ulivi e Università Conte: arriva tra le proteste

Giuseppe Conte
Giuseppe Conte
di Massimiliano IAIA
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Domenica 24 Marzo 2019, 08:17 - Ultimo aggiornamento: 08:23
Nella sua Puglia Giuseppe Conte torna da premier per la seconda volta, festività natalizie a parte. Ma se a settembre la tappa era stata San Giovanni Rotondo per le celebrazioni per Padre Pio, questa mattina a Lecce il premier troverà un clima decisamente diverso. L'occasione della visita è infatti la presentazione della firma del piano di ricerca che Cnr ed Eni hanno stipulato in settori di studio fondamentali per lo sviluppo sostenibile del Paese. Ma fatalmente il presidente del Consiglio sa di metter piede in una terra particolarmente calda, alle prese in questi ultimi mesi con tematiche delicate, su versanti da sempre vitali per l'economia locale. Problematiche, in molti casi, sulle quali diverse aspettative erano state riposte dai cittadini nei confronti del governo gialloverde.
Il fronte Xylella è uno dei più roventi, proprio all'indomani del blitz, a Lecce, del governatore Michele Emiliano, che si è scagliato ancora una volta contro l'esecutivo, reo secondo lui di non destinare adeguate risorse per un'emergenza che ha di fatto paralizzato l'olivicultura salentina. Ieri mattina all'alba, l'ennesima mobilitazione, addirittura con i trattori ad invadere piazza Mazzini. Questa mattina Conte incontrerà proprio una delegazione di agricoltori: al capo del governo saranno chiesti interventi e impegni immediati per le aziende agricole salentine colpite dalla Xylella. In particolare, la sburocratizzazione e l'eliminazione di qualsiasi vincolo che impedisce l'espianto delle piante infette, l'immediata possibilità di reimpianto delle cultivar resistenti, il ristoro per il mancato reddito.
Ventiquattr'ore dopo Conte, tra l'altro, sarà il ministro per il Sud Barbara Lezzi a ricevere a Lecce i sindaci dei Comuni salentini e le associazioni: l'appuntamento è fissato per domani alle 15 presso il Salone degli Specchi della Prefettura.
Durante la visita odierna del premier, comunque, il malcontento del territorio non riguarderà solo i danni del batterio killer. Non si esclude, infatti, che a contestare il premier possa esserci anche una delegazione dei No Tap, il comitato nato per contestare la scelta di San Foca come approdo per il gasdotto che collegherà l'Italia con l'Azerbaijan. Sebbene i Cinque Stelle avessero promesso battaglia in campagna elettorale contro la realizzazione del gasdotto, il governo ha poi confermato il sì all'opera, sostenendo che i costi per impedirla sarebbero esorbitanti per il Paese. Conti non tornati, inevitabilmente, a un territorio che in maniera schiacciante aveva deciso di sostenere chi si era apertamente detto pronto ad osteggiare la nascita dell'impianto. Anche il premier potrebbe così finire nel mirino delle proteste del comitato che sente di essere stato tradito. A riassumere i disagi del territorio, è il forzista Rocco Palese: «Per combattere la Xylella c'è bisogno di una legge speciale e un commissario straordinario con un piano industriale e un finanziamento di 500 milioni. Bisogna che il prefetto si faccia carico di riferire a Conte che servono meno riunioni e più praticità per affrontare l'emergenza».
Non farà mancare la propria voce nemmeno il fronte studentesco. Conte incontrerà i ragazzi della Scuola Superiore Isufi, si interfaccerà con le eccellenze, ma Studenti Indipendenti-UdU Lecce non può accettare - è scritto in una nota - che si chiudano gli occhi su quella che è la reale situazione dell'Università italiana.
Avremmo preferito che il premier Conte facesse un giro delle nostre strutture pericolanti - afferma il sindacato studentesco - per vedere con i suoi occhi in che condizioni si svolge la vita universitaria e per rammentargli che non è tra le mura del College Isufi che troverà lo specchio dei quotidiani disagi in cui versano gli studenti del nostro ateneo. Il grido d'allarme è per l'Università pubblica che soffoca sotto le ennesime politiche insufficienti di un governo che, come i precedenti, dimostra di non aver a cuore le nostre esigenze. Questo governo ha tagliato 30 milioni al diritto allo studio, 40 milioni agli atenei e 30 milioni alla ricerca. Non contento, ha pure bloccato le assunzioni all'università. Le differenti condizioni di accesso ai servizi di trasporti, la mancata copertura delle borse di studio per tutti gli idonei e le difficoltà strutturali ed infrastrutturali delle regioni del Sud non consentono, molto spesso, agli studenti meridionali di poter fare una scelta, obbligandoli ad abbandonare il proprio territorio e le proprie famiglie per proseguire gli studi in altre regioni.
Sarà una mattinata dai sentimenti contrastanti, dall'apprezzamento alla delusione, dall'eccellenza elogiata alla rabbia di chi non vuole che in certe occasioni si nasconda troppo la polvere sotto il tappeto. Il territorio è pronto a sire la sua. La visita del premier servirà anche a dar voce soprattutto a chi avrà voglia di alzarla.
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