Tamponi rapidi, molecolari, test sierologici: quale fare e quando? Green pass, la guida per il rientro a scuola e lavoro in sicurezza

Contestualmente alla fine dello vacanze natalizie, scatta la necessità di ridurre al minimo il rischio di contagio

Tamponi rapidi, molecolari, test sierologici: quale fare e quando. Green pass, scuola e lavoro: il rientro in sicurezza
Tamponi rapidi, molecolari, test sierologici: quale fare e quando. Green pass, scuola e lavoro: il rientro in sicurezza
di Alessandro Strabioli
7 Minuti di Lettura
Lunedì 10 Gennaio 2022, 07:33 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 13:36

La variante Omicron continua a far salire la curva dei contagi e da oggi si dovrà fare i conti coi nuovi obblighi imposti dal governo volti a contrastare l'andamento negativo della pandemia. Contestualmente alla fine delle festività natalizie, che vede la riapertura delle scuole e il rientro a lavoro di milioni di persone, scatta la necessità di ridurre al minimo il rischio di contagio. Ne è indice anche l'aumento significativo del numero dei tamponi: ieri, su 155.659 nuovi casi, si sono effettuati ben 993.201 test molecolari e antigenici. Ma, come noto, esistono diversi tipi di tamponi, alcuni dei quali evidenziano la presenza di componenti del virus, altri quella di anticorpi contro il Covid. Dunque, quali sono i diversi tipi di test? Quali le differenze e le caratteristiche? Quale tampone è consigliato fare? I test salivari sono efficaci? 

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Le tipologie 

I test attualmente disponibili per rilevare l’infezione da SARS-CoV-2 sono i seguenti: test molecolare (o PCR), che evidenzia la presenza di materiale genetico (RNA) del virus e viene eseguito su tampone rino-faringeo;
test antigenico (rapido), che evidenzia la presenza di componenti del virus e anch'esso è eseguito su tampone rino-faringeo; test sierologico, che evidenzia la presenza di anticorpi contro il virus e vengono eseguiti su prelievo venoso e sangue capillare.

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Tampone molecolare

È il test attualmente più affidabile per la diagnosi di infezione da coronavirus.

Viene eseguito su un campione prelevato con un tampone a livello naso/oro-faringeo, e quindi analizzato attraverso metodi molecolari di real-time RT-PCR (Reverse Transcription-Polymerase Chain Reaction) per l’amplificazione dei geni virali maggiormente espressi durante l’infezione. L’analisi può essere effettuata solo in laboratori altamente specializzati, individuati dalle autorità sanitarie, e richiede in media dalle 2 alle 6 ore dal momento in cui il campione viene avviato alla processazione in laboratorio.

Tampone antigenico rapido

Attraverso questa tipologia di tamponi viene ricercata la presenza di componenti del virus (antigeni) nei campioni respiratori. Sono i test che possono essere comprati in farmacia e svolti in autonomia. I campioni vengono raccolti con la stessa modalità dei tamponi molecolari (tampone quindi naso-faringeo), ma i tempi di risposta sono decisamente inferiori. Parliamo di circa 15 minuti rispetto alle 24-48 ore dei test molecolari. Sensibilità e attendibilità dei test rapidi però sono decisamente inferiori rispetto a quelli molecolari.

I test antigenici, detti anche rapidi, rilevano la presenza del virus nell’organismo tramite l’analisi delle sue proteine virali, gli antigeni. Sono diversi i tipi di test disponibili che sfruttano questo metodo. I primi a essere stati sviluppati funzionano a immunocromatografia, quelli successivi a immunofluorescenza. Nel primo caso la positività del tampone viene rilevata in base all’interpretazione – senza strumentazione – dell’operatore sanitario. Nel secondo, l’esito viene espresso tramite un valore numerico che deriva da strumenti specifici.

Test sierologici

I test sierologici rilevano se le persone sono venute a contatto con il virus SARS-COV- 2 ma non sono in grado di confermare o meno una infezione in atto e richiedono, perciò, in caso di positività, un ulteriore test molecolare su tampone per la conferma. Al fine di ridurre il numero di risultati di falsi positivi è fortemente raccomandato l’utilizzo di test del tipo CLIA e/o ELISA che abbiano una specificità non inferiore al 95% e una sensibilità non inferiore al 90%. Al di sotto di queste soglie, l’affidabilità del risultato ottenuto non è adeguata alle finalità per cui i test vengono eseguiti. 

Esistono test salivari efficaci?

I test antigenici rapidi su saliva, sulla base delle evidenze disponibili, non sono al momento raccomandati come alternativa ai tamponi oro/nasofaringei, in quanto non raggiungono i livelli minimi accettabili di sensibilità e specificità. Inoltre, i test antigenici su matrice salivare sono al momento esclusi dall’elenco comune europeo dei test antigenici rapidi validi per ottenere la Certificazione verde COVID-19. Stanno emergendo alcune evidenze scientifiche riguardo il possibile impiego di test antigenici salivari basati su misurazione con strumenti di laboratorio, che tuttavia sono ancora in corso di valutazione per le applicazioni summenzionate. I test salivari molecolari, secondo recenti evidenze scientifiche, hanno mostrato valori di sensibilità compresi tra il 77% e il 93%. Inoltre, alcuni studi condotti in ambito scolastico, hanno riportato un'elevata concordanza tra i risultati ottenuti con test molecolare salivare e con test molecolare su campione nasofaringeo e orofaringeo. 

Le differenze

I test antigenici rapidi (tamponi rapidi) si basano sulla ricerca, nei campioni respiratori, di proteine virali di superficie (gli antigeni) e garantiscono una risposta entro pochi minuti dal prelievo. La sensibilità dei test antigenici rapidi, però, è inferiore rispetto ai tamponi molecolari nei pazienti che hanno una bassa carica virale. Questi ultimi, infatti, potrebbero dar vita a “falsi negativi”. Inoltre, un risultato positivo al test rapido necessita comunque di un test di conferma eseguito in laboratorio con la tecnica molecolare (tampone molecolare PCR). Pertanto, ad oggi, i test rapidi sono ritenuti meno affidabili in pazienti sintomatici che abbiano sviluppato la malattia da meno di 5 giorni, oppure dopo il 7° giorno dall’insorgenza dei primi sintomi, in quanto il test è correlato alla carica virale. Sono inoltre considerati ancora meno affidabili in soggetti asintomatici.

Questi test, secondo le linee guida OMS, non sono indicati per diagnosticare: eventuali individui asintomatici, screening aeroportuali o di frontiera, screening preliminari alla donazione del sangue. I test molecolari PCR, riconosciuti come test golden strandard (massimo valore in termini di affidabilità ed efficacia) dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, rilevano la presenza di geni virali da SARS-CoV-2 nell’organismo. I tempi di risposta sono di massimo 48 ore dal momento dell’effettuazione del test, con referti certi e tempestivi. I test molecolari riducono al minimo i falsi positivi e sono gli unici validi per chi ha necessità di viaggiare.

Quale fare? Gli infettivologi fanno chiarezza

La Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali ( Simit) chiarisce, in una nota, le caratteristiche dei test disponibili. «Se un tampone antigenico in un soggetto sintomatico contatto stretto è negativo, sarà opportuno in caso di persistenza dei sintomi ripeterlo 5 giorni dopo. L'ideale sarebbe un tampone molecolare, ma questo dipende dalla disponibilità», sottolinea Claudio Mastroianni, presidente Simit. Mentre, prosegue, «un soggetto asintomatico, se vaccinato con tre dosi o con due dosi da meno di 120 giorni, deve mettersi in autosorveglianza ed effettuare un tampone in caso di sintomi sospetti. Nei soggetti sintomatici si possono eseguire diversi tipi di tampone, antigenico o molecolare. Se un tampone rapido in un soggetto con sintomi contatto stretto è negativo, sarà opportuno ripetere un test antigenico o molecolare 5 giorni dopo in caso di persistenza dei sintomi. L'ideale sarebbe un tampone molecolare, ma questo dipende dalla disponibilità».

«I test antigenici disponibili in farmacia - prosegue - sono qualitativi (rivelano l'eventuale positività del soggetto) e possono dare dei falsi negativi, avendo una sensibilità più bassa, intorno al 70%. Vi è anche un altro test, tra quelli antigenici di ultima generazione, detti semiquantitativi che vengono eseguiti nei laboratori di riferimento e rappresentano un'alternativa ai tamponi molecolari. Esistono, quindi - conclude il clinico - tamponi antigenici rapidi semiquantitativi più affidabili. L'unità di misura è chiamata COI (Cut Off Index): se questo supera quota 10 la positività - viene chiarito - è pressoché certa e non è necessario fare un test molecolare per la conferma. Finora questo test è stato utilizzato nei laboratori, ma a breve arriverà anche nelle farmacie e possono essere prescritti anche dal medico di medicina generale»

«I test antigenici disponibili in farmacia sono qualitativi (rivelano l'eventuale positività del soggetto) e possono dare dei falsi negativi, avendo una sensibilità più bassa, intorno al 70%. Vi è anche un altro test, tra quelli antigenici di ultima generazione, detti semiquantitativi che vengono eseguiti nei laboratori di riferimento e rappresentano un'alternativa ai tamponi molecolari. Esistono, quindi - conclude il clinico - tamponi antigenici rapidi semiquantitativi più affidabili. L'unità di misura è chiamata COI (Cut Off Index): se questo supera quota 10 la positività - viene chiarito - è pressoché certa e non è necessario fare un test molecolare per la conferma. Finora questo test è stato utilizzato nei laboratori, ma a breve arriverà anche nelle farmacie e possono essere prescritti anche dal medico di medicina generale».

Alessandro Strabioli

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