Tenta di stuprare collega e poi le rompe il naso con il bloccasterzo: arrestato 31enne romano

Tenta di stuprare collega e poi le rompe il naso con il bloccasterzo: arrestato 31enne romano
di Elena Ceravolo
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Venerdì 21 Gennaio 2022, 07:20 - Ultimo aggiornamento: 22 Gennaio, 08:54

Dai biglietti con i cuori lasciati cadere nella borsa di lei mentre lavoravano è passato alla violenza pur di ottenere dalla collega un sì alle avances. Quando è finito il turno, nel ristorante di Guidonia in cui erano entrambi impiegati, l'ha raggiunta fino a casa, e, probabilmente sotto l'effetto dell'alcol, l'ha bloccata contro l'auto e l'ha colpita in volto con il bloccasterzo che lei era riuscita ad afferrare nel tentativo disperato di difendersi. La donna, una cameriera trentenne, alla fine è stata messa in salvo da un vicino che stava rientrando e casa e, sentendo le urla, è corso in aiuto. È questa la ricostruzione dei fatti che ieri mattina ha portato agli arresti domiciliari un trentunenne romano, una misura cautelare emessa dal Gip su richiesta della procura locale.


LE ACCUSE
L'uomo dovrà rispondere di violenza sessuale e lesioni personali. Indagini messe in moto dal pronto soccorso dell'ospedale di Tivoli tramite il Codice rosa. La vittima, oltre allo choc, ha subito la frattura del naso, ecchimosi intorno agli occhi e contusioni al bacino, con una prognosi di trenta giorni. È successo nella notte tra il 23 e il 24 dicembre scorsi e il provvedimento del giudice è arrivato a conclusione del lavoro di ricostruzione condotto dagli investigatori del commissariato di Tivoli, diretto da Paola Pentassuglia.


È toccato ai poliziotti del pool antiviolenza, coordinati dall'ispettore superiore Davide Sinibaldi, mettere insieme i tasselli di tutta la vicenda sulla base delle testimonianze, comprese quelle di chi quella sera aveva lavorato insieme a loro nel locale. I risultati delle indagini, alla fine, hanno fatto emergere i gravi indizi di colpevolezza che hanno portato la procura di Tivoli a chiedere la misura cautelare. Secondo quanto ricostruito la vittima quella sera era scappata via subito, appena finito il servizio, pur di porre fine al pressing di lui, che insisteva nel suo corteggiamento nonostante i ripetuti no. Ma non si è rassegnato. Perché l'uomo le è spuntato all'improvviso vicino casa.
Sarebbe arrivato al volante dell'auto come una furia.

A questo punto avrebbe aperto lo sportello di lei trascinandola fuori e spingendola sul cofano per poi avventarsi sopra. Quindi la colluttazione. Lui cerca di trattenerla e lei di sottrarsi a quella morsa. Poi la ragazza riesce a divincolarsi e ad afferrare dalla macchina il bloccasterzo antifurto per difendersi. Ma non basta.


LA RICOSTRUZIONE
Il trentunenne non demorde, torna alla carica, anche quando uno dei cani della vittima, attirato dalle urla, capisce che la padrona è in pericolo e lo morde ad una gamba. E il bloccasterzo che l'uomo cercava di strapparle di mano alla fine la colpisce in pieno volto provocandole la frattura del naso. È a questo punto che arriva il vicino. A quell'ora stava rientrando a sua volta dal lavoro, ha visto la scena e ha riconosciuto la ragazza. Sentiva le frasi sconnesse che le urlava contro, come quelle di un ubriaco. Le ripeteva che era innamorato. Ha capito che doveva intervenire subito ed è riuscito a sottrarla a quella furia, approfittando di un momento di distrazione. Poi l'ha portata in salvo a casa e ha chiamato le forze dell'ordine.


E sembra che il trentunenne ancora si aggirasse intorno alla casa. «Io ti amo, perché mi fai questo?», continuava ad urlare. Quel ragazzo, con cui aveva lavorato fianco a fianco, e che non pensava mai potesse arrivare a tanto, il collega di cui si fidava, si era trasformato in una furia. Sono state ore da incubo le successive, tra il dolore, lo choc e il tentativo di non far preoccupare la famiglia. Alla fine, però, è andata in pronto soccorso e, una volta medicata, è iniziato un altro percorso altrettanto difficile, quello della denuncia. Il trentunenne, incensurato, dovrà rispondere di violenza sessuale e lesioni. Entrambi i reati aggravati: nel primo caso per aver agito quando la donna era sola, di notte e in un luogo isolato, circostanze che abbassano le possibilità di difesa. Nel secondo caso per aver utilizzato un'arma impropria.

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