Ospedali, il 34% dei positivi ricoverato per altre patologie. Bassetti: «Basta report, serve solo a mettere ansia»

Ospedali, il 34% dei positivi ricoverato per altre patologie. Bassetti: «Basta report, serve solo a mettere ansia»
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Martedì 11 Gennaio 2022, 21:18 - Ultimo aggiornamento: 21:42

Secondo uno studio effettuato su sei ospedali italiani, compreso il Policlinico di Bari, il 34% dei pazienti positivi ricoverati, non è malato Covid. Finisce dunque in ospedale per altre patologie ed è risultato positivo al tampone pre-ricovero. E' la percentuale emersa dal report condotto da Fiaso sui ricoveri di 6 grandi aziende ospedaliere italiane: un paziente su tre, dunque, sia pur positivo al virus Covid-19, viene ricoverato a causa di traumi, infarti, emorragie, scompensi, tumori.

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I numeri del monitoraggio

Sotto la lente di ingrandimento sono finiti Asst Spedali civili di Brescia, Irccs ospedale Policlinico San Martino di Genova, Irccs Aou di Bologna, Policlinico Tor Vergata, ospedale San Giuseppe Moscati di Avellino e Policlinico di Bari, per un report – effettuato lo scorso 5 gennaio - che ha riguardato 550 pazienti ricoverati nelle aree Covid delle sei strutture: un campione pari al 4% del totale dei ricoverati negli ospedali italiani.

Secondo Fiaso dei 550 pazienti monitorati, 363 (il 66%) sono ospedalizzati con diagnosi da infezione polmonare, mentre 187 (il 34%) non manifestano segni clinici, radiografici e laboratoristici di interessamento polmonare: ovvero sono stati ricoverati non per il virus ma con il virus.

Stando allo studio condotto nei sei ospedali italiani si rileva che i pazienti ricoverati a causa del virus sono più anziani (69 anni), mentre i contagiati privi di sintomi e ricoverati per altre patologie hanno in media 56 anni. Tra i primi risulta vaccinato con un ciclo completo di tre dosi o con due dosi da meno di 4 mesi solo il 14%, di contro tra gli altri è vaccinato con tre o due dosi da meno di 4 mesi il 27%. In entrambi i gruppi c’è una preponderanza di soggetti non vaccinati o che non hanno ancora fatto la dose booster.

Chi sono i contagiati da covid

Secondo lo studio della Fiaso, la maggior parte dei soggetti ricoverati non vaccinati o senza la terza dose sarebbe composta da donne in gravidanza che necessitano di assistenza ostetrica e ginecologica. Il 33%, invece, è composto da pazienti che hanno subito uno scompenso derivante da patologie come il diabete o altre malattie metaboliche, da patologie cardiovascolari, neurologiche, oncologiche o broncopneumopatie croniche. L'8% invece riguarda pazienti con ischemie, ictus, emorragie cerebrali o infarti. Un altro 8% è ricoverato perché deve sottoporsi a un intervento chirurgico urgente e indifferibile pur se positivo al Covid. Il 6% dei pazienti invece arriva al pronto soccorso a causa di incidenti e richiedono assistenza per vari traumi e fratture.

La posizione di Bassetti

La quotidiana conta di contagiati, ospedalizzati e vittime non piace a tutti e si scatena il dibattito tra esperti e politici. Per il virologo Matteo Bassetti il report serale «non dice nulla e non serve a nulla se non mettere l'ansia alle persone, siamo rimasti gli unici a farlo. Che senso ha - chiede - dire che abbiamo 250mila persone che hanno tampone positivo? Bisogna specificare se sono sintomatici, asintomatici, sono ricoverati, stanno a casa. Sono numeri che ci fanno fare brutta figura col resto del mondo, perché sembra che vada tutto male e invece non è così, nella realtà altri Paesi che hanno molti più contagi di noi cercano di gestirli in maniera diversa. Se continuiamo così finiremo con l'andare in lockdown di tipo psicologico e sociale».

Raccoglie l'appello il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, che fa sapere di aver proposto «una riflessione» in merito al ministro Roberto Speranza: «il numero dei contagi - spiega - di per sè non dice nulla, è necessario soffermarsi essenzialmente sui dati delle ospedalizzazioni e occupazione delle terapie intensive». Anche secondo l'infettivologo e membro del Cts Donato Greco «sarebbe un'ottima idea far diventare settimanale il bollettino dei contagi, mi sembrerebbe naturale farlo. Noi del Cts stiamo discutendo del parlarne col Governo».

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