Strage di Parigi, la fidanzata di Salah: «Prima degli attentati scoppiò a piangere. Ora ha distrutto la mia vita»

Strage di Parigi, la fidanzata di Salah: «Prima degli attentati scoppiò a piangere. Ora ha distrutto la mia vita»
2 Minuti di Lettura
Martedì 5 Gennaio 2016, 18:39 - Ultimo aggiornamento: 18:40
Tre giorni prima degli attentati del 13 novembre a Parigi, Salah Abdeslam, tra i responsabili della strage e ancora in fuga, sarebbe scoppiato in lacrime mentre era a pranzo con la sua ragazza a Bruxelles. A raccontarlo agli inquirenti belgi, riferisce 'Le Parisien', è stata la stessa ragazza, presentata dalla polizia come fidanzata del terrorista, è stata ascoltata come testimone il 16 novembre a Bruxelles nell'ambito delle indagini sugli attacchi nella capitale francese.

Otre a giurare di non essere a conoscenza delle intenzioni di Abdeslam prima degli attacchi e a precisare di non avere contatti con lui dalla strage, la ragazza lo descrive come un ragazzo insolitamente emotivo nei giorni precedenti al 13 novembre. I due, si legge ancora su Le Parisien, si sono incontrati nel 2007, quando lei aveva 15 anni e lui 18. Abdeslam all'epoca sarebbe stato un «festaiolo, che si divertiva tutti i fine settimana, girava per locali - ha raccontato la ragazza - Era gentile, attento ma sapevo che aveva delle cattive frequentazioni. Anche i suoi amici erano dei festaioli, non ne avevo sentito parlare bene e avevano precedenti penali. Volevo che si allontanasse da queste persone».


Nel 2012 Abdeslam viene incarcerato «per un mese» per una «storia di furto». Un caso che fa scattare la rabbia dei genitori della giovane. «Per mio padre era impossibile che continuassi la mia storia con Salah», ha raccontato. Nonostante tutto, Abdeslam avrebbe voluto impegnarsi veramente: «Parlavamo sempre di matrimonio. Gli dicevo che la condizione era che lui trovasse un lavoro». Tre giorni prima degli attentati di Parigi, la coppia va a mangiare in un ristorante di pesce a Bruxelles. «Visto che mi preoccupavo per la nostra relazione mi sono messa a piangere. E lui, improvvisamente, anziché rassicurarmi come faceva di solito, si è messo a piangere anche lui. Abbiamo mangiato appena».

La ragazza ha anche raccontato che Abdeslam voleva andare in Siria nel «dicembre del 2014.
Pensava di andarci per aiutare le donne, i bambini. Non l'ho preso seriamente». Tornata dal ristorante, la ragazza, preoccupata, lo ha chiamato per chiedergli se stesse bene. «Mi ha risposto - ha detto - che non era niente di grave, che andava tutto bene». Il giorno dopo la coppia parla un'altra volta telefonicamente di quanto avvenuto: «Alla fine della conversazione mi ha detto che partiva tre o quattro giorni e mi avrebbe chiamato quando poteva». Riguardo quanto avvenuto nei giorni successivi, la ragazza si è detta devastata per le accuse che pesano su di lui. «Ha avuto dei genitori che gli hanno dato una buona educazione e lui ha distrutto le loro vite, la vita di centinaia di persone e ha distrutto la mia vita».