Seconde case, Faq nuovo Dpcm: ok spostamenti fuori regioni, ma nodo affitti brevi

Seconde case, Faq nuovo Dpcm: ok spostamenti fuori regioni, ma nodo affitti brevi
Seconde case, Faq nuovo Dpcm: ok spostamenti fuori regioni, ma nodo affitti brevi
di Mario Landi
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Sabato 16 Gennaio 2021, 19:37 - Ultimo aggiornamento: 17 Gennaio, 18:36

Seconde case: se sono case affittate per brevi periodi con contratti transitori o contratti simili a quelli che stipuliamo per le case vacanze, sono vietati gli spostamenti in queste abitazioni. Gli affitti brevi, cioè, considerate seconde case. La precisazione è d'obbligo dopo che il governo ha chiarito che è possibile recarsi nelle seconde case anche fuori Regione. Il testo, infatti, disciplina che «è comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione» e, a dispetto del decreto sulle misure per le festività natalizie non è specificato il divieto degli spostamenti verso le seconde case ubicate in altra Regione. Resta, per ogni altro tipo di spostamento che non sia per motivi di necessità, lavoro, studio o salute, il divieto di spostarsi in un'altra Regione.

Domande e risposte (Faq) sulle seconde case

Sono in zona rossa, posso andare nella mia seconda casa?

Sì è sempre consentito andare nelle seconde case, anche fuori dalla propria Regione, perché è comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione.

Si può andare soltanto con il proprio nucleo familiare convivente. Possono spostarsi lì anche i residenti delle regioni in zona arancione o in zona gialla.

Posso andare da una regione in zona gialla o arancione in una seconda casa ubicata in zona rossa?

Sì, è possibile. E viceversa. Si può andare da una zona rossa in una seconda casa in zona arancione e zona gialla.

Una casa affittata è una «seconda casa»?

Se i contratti di affitto sono brevi no, non si può considerare una seconda casa. 

Posso dire che la mia abitazione corrisponde alla mia seconda casa?

No, se non è lì la residenza o il domicilio. L’abitazione, dice il Dpcm, va individuata come il luogo dove si abita di fatto, con una certa continuità e stabilità (quindi per periodi continuativi, anche se limitati, durante l’anno) o con abituale periodicità e frequenza (per esempio in alcuni giorni della settimana per motivi di lavoro, di studio o per altre esigenze), tuttavia sempre con esclusione delle seconde case utilizzate per le vacanze. Le persone che per motivi di lavoro vivono in un luogo diverso da quello del proprio coniuge o partner, ma che si riuniscono ad esso con regolare frequenza e periodicità nella stessa abitazione, possono spostarsi per ricongiungersi nella stessa abitazione in cui sono soliti ritrovarsi.

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Quante sono le seconde case

Ma quante sono le seconde case in Italia? Più di 5 milioni. Le case in Italia sono circa 34,8 milioni, secondo una recente rilevazione dell'Agenzia delle Entrate, di cui poco più di 32 milioni di proprietà di persone fisiche e 2,7 milioni di soggetti diversi (imprese ed enti). Circa il 77% delle famiglie abita in una casa di proprietà, un vero record in Europa. Le abitazioni in affitto sono circa 3 milioni e 300 mila, per lo più concentrate nelle grandi città. Meno di un milione di queste è concesso ad uso gratuito, per esempio a figli o familiari, e circa 5,6 milioni sono tenute complessivamente a disposizione e rappresentano le cosiddette seconde case.

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Il dato si mantiene più o meno costante nel corso degli anni dalle analisi dello Stock immobiliare in Italia diffuso dall'Agenzia delle Entrate, secondo cui le abitazioni di proprietà delle persone fisiche sono utilizzate come casa principale nella stragrande maggioranza dei casi e per oltre il 17 per cento come seconde case.

La quota di abitazioni non destinata alla residenza di famiglie (differenza tra numero di abitazioni e numero di famiglie sul totale delle abitazioni) mette in evidenza delle differenze territoriali: al Sud la percentuale è pari al 32%, al Nord si attesta intorno al 23% mentre al Centro è inferiore al 20%.

La spiegazione più probabile, secondo l'ultimo rapporto dell'Agenzia delle Entrate, è legata al fatto che nel Mezzogiorno si concentrano sia territori a vocazione turistica e quindi caratterizzati da una maggiore presenza di seconde case sia territori, soprattutto nelle zone interne, colpiti da fenomeni di migrazione o vero e proprio spopolamento. Nelle grandi città la quota di case a disposizione e non abitazione principale rappresenta il 7,4% a Roma, l'8,3% a Milano ed il 7,8% a Napoli.

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