Scuola, la sfida dei Cobas al Garante: «Stop agli scrutini». Sindacati divisi

Scuola, la sfida dei Cobas al Garante: «Stop agli scrutini». Sindacati divisi
di Massimiliano Coccia
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Domenica 17 Maggio 2015, 09:18 - Ultimo aggiornamento: 18 Maggio, 07:36
Mentre Renzi assicura che farà «tesoro di suggerimenti e critiche» arrivate dai professori, i Cobas alzano il tiro contro il ddl Buona scuola e proclamano il blocco degli scrutini per due giorni.



Analoga risposta era arrivata già venerdì dall'Unicobas, che ha fissato la stessa forma di protesta fra l'8 e il 18 giugno. Gli altri, però, sembrano prendere le distanze, anche perché c'è una divisione netta almeno sul metodo: Cgil, Cisl e Uil, infatti, prima di annunciare qualsiasi tipo di azione vogliono vedere arrivare la riforma a fine corsa, dopo il pronunciamento di Camera e Senato.



Il Garante sugli scioperi, Roberto Alesse, intanto ha già fatto sapere che adotterà «il massimo rigore a tutela degli utenti». In un nuovo botta e risposta su Twitter con gli insegnanti, il premier Matteo Renzi ribadisce che «ascoltare significa ascoltare, non assecondare per forza», respinge illazioni sulle sue vere preoccupazioni («Le elezioni politiche saranno nel 2018. Quelle europee nel 2019. La scuola c'è sempre») e sfata quella che definisce «leggenda metropolitana»: «Certo che chi è stato assunto non è licenziato dopo tre anni». Ma chi è sceso in piazza il 5 maggio non cambia idea - la riforma dell'istruzione così come è non va - e continua ad alzare la voce per farsi sentire.



«Avremmo preferito una convocazione unitaria - spiega il portavoce dei Cobas Piero Bernocchi - ma riteniamo che vadano rotti gli indugi per dare con urgenza un forte segnale che tranquillizzi i docenti e che dimostri la legittimità della forma di lotta proposta; per questo abbiamo indetto, auspicando fortemente che anche gli altri sindacati facciano lo stesso, il blocco degli scrutini e di ogni attività scolastica per tutto il personale per due giorni consecutivi, a partire dal giorno seguente la fine delle lezioni, differenziata per Regioni». E i Cobas sono pronti a proseguire la lotta anche oltre i due giorni di blocco già indetti: ne discuteranno con i lavoratori nelle giornate di mobilitazione unitaria tra il 18 e il 20, in occasione del voto sul Ddl alla Camera.



LE DIFFERENZE

Le altre sigle sindacali congelano, per il momento, nuove iniziative di mobilitazione. «Abbiamo un confronto in corso e un appuntamento (forse la prossima settimana) con il ministro Giannini. Ci aspettiamo - dichiara il segretario generale della Cisl scuola, Francesco Scrima - un atto di responsabilità da parte del Governo rispetto alle rivendicazioni del mondo della scuola. Dopo, unitariamente, con gli altri sindacati, decideremo cosa fare». Il blocco degli scrutini, ad ogni modo, non piace alla Cisl: «Siamo contrari a una scelta del genere che si mette contro le famiglie e gli studenti» spiega il segretario confederale Maurizio Bernava.



L'idea semmai è quella di scioperi brevi (non più un'intera giornata: è costata 42 mln di euro e un bis è meglio evitarlo) che potrebbero pure coinvolgere le valutazioni di fine anno, ma nel rispetto della legge. «Non c'è un calendario nazionale degli scrutini, i giorni in cui si fanno - fa notare il leader della Uil, Massimo Di Menna - variano da scuola a scuola e la legge non vieta certo di scioperare a giugno. Il problema è un altro: mentre si sta completando l'anno scolastico, ci sono le ultime interrogazioni e compiti in classe, nelle scuole si fanno assemblee, ci sono professori indignati. Insomma c'è un clima che si potrebbe evitare e la responsabilità - conclude il sindacalista - non è certo nostra».
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