Terremoto in Grecia, tsunami fino alla Puglia. L'esperto: «Così si è alzato il livello del mare anche a Otranto»

L'epicentro del terremoto
L'epicentro del terremoto
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Venerdì 26 Ottobre 2018, 01:15 - Ultimo aggiornamento: 19:55
Una forte scossa di terremoto di magnitudo 6,8 con epicentro nella costa occidentale del Peloponneso, in Grecia, è stata avvertita alle 00.54 anche in tutta la Puglia. Segnalazioni e paura nel Salento, con la scossa che è durata diversi secondi. Numerose le telefonate ai vigili del fuoco ma per ora non si registrano danni a persone e cose. Nella notte allerta tsunami nel basso Adriatico e nel mar Jonio, poi per fortuna rientrato.  L’epicentro è stato localizzato a sud-ovest dell'isola greca di Zacinto,  ad una profondità di 10 chilometri, e l'area sembra interessata a significativi fenomeni tellurici. Nello stesso distretto poco prima della scossa avvertita in Italia ve ne era stata una alle 00,22 e l'ultima, la terza, alle 1,09, entrambe di magnitudo 5 della scala Richter.  Numerose le chiamate ai vigili del fuoco soprattutto nella fascia da Lecce a Maglie e fino a Presicce. Nonostante il panico non si sono registrati interventi particolari.
LO TSUNAMI FINO ALLE COSTE PUGLIESI. 
Il terremoto ha provocato uno tsunami che ha fatto salire il livello del mare di un massimo di dieci centimetri nei porti italiani di Puglia, Calabria e Sicilia. A sollevare il mare è stata la rottura di una faglia. Lo ha detto all’Ansa Franco Mele, ricercatore dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), al lavoro nella sala operativa del Centro Allerta Tsunami italiano, operativo dal 2017 grazie alla collaborazione tra Ingv, Ispra e Protezione Civile.
Secondo i dati dell’Ingv, rilevati dai sensori installati nei porti, lo tsunami ha fatto sollevare il livello del mare di 8 centimetri a Otranto, di dieci centimetri a sud di Crotone, di 3-4 centimetri lungo la costa di Catania, di 12 centimetri nelle coste greche. Nessun pericolo per le città. «Si tratta di variazioni di ampiezza analoga a quelle generate da una nave che lascia il porto», ha spiegato Mele. A generare il terremoto e lo tsunami è stata la «rottura di una faglia lunga 15-20 chilometri a circa 10 chilometri di profondità, che si è poi propagata in superficie, sollevando il fondo marino e l’acqua sovrastante», ha detto ancora Mele. L’epicentro del sisma è stato localizzato nel mar Ionio, a circa 30 chilometri a Sud-Ovest dell’isola greca di Zacinto. La scossa è avvenuta alle 00:54, ora italiana. «Abbiamo subito lanciato un’allerta tsunami di livello “rosso”, il più alto, per le coste greche, e “arancione”, quello intermedio, per le coste italiane», ha spiegato Mele. Il terremoto si è originato in una zona sismica molto attiva, per la presenza di un sistema di faglie nella costa ionica greca: «la placca che occupa tutto il mar Ionio - ha aggiunto Mele - si è spostata rispetto a quelle che comprendono la penisola balcanica e la Grecia», e il fondo marino si è mosso per la rottura di faglia giunta in superficie. «Il mare ha risposto all’anomalia tornando all’equilibrio con un’onda di tsunami, che - ha concluso - in pochi minuti ha raggiunto le coste greche e in circa 45 minuti quelle italiane, in particolare pugliesi, calabresi e siciliane».

I maggiori danni sono stati registrati a Zante, in particolare nel maggior porto dell'isola, che comunque resta in funzione. Per diverse ore la fornitura di energia elettrica è stata interrotta. «Stiamo controllando tutti i villaggi dell'isola, dove ci sono numerosi vecchi edifici», ha detto il portavoce della protezione civile Spyros Georgiou, aggiungendo che la mancanza di elettricità rende le cose più difficili, ma i tecnici sono al lavoro e si spera che presto verrà ripristinata. In una delle vicine isole Strofadi sono stati segnalati pesanti danni all'antico monastero, di cui è crollata gran parte della torre. Parte di una chiesa è crollata anche nella città di Pyrgos, sulla costa.
 
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