Crisi Russia-Ucraina, mossa Ue contro Mosca: «Prendiamo il gas altrove»

Gli Usa e Bruxelles vogliono evitare lo stop alle forniture in caso di invasione

Crisi Russia-Ucraina, mossa Ue contro Mosca: «Prendiamo il gas altrove»
Crisi Russia-Ucraina, mossa Ue contro Mosca: «Prendiamo il gas altrove»
di Francesca Pierantozzi e Gabriele Rosana
4 Minuti di Lettura
Sabato 29 Gennaio 2022, 08:19

La telefonata tra Emmanuel Macron e Vladimir Putin è durata più di un’ora ieri mattina. Alla fine, da Parigi hanno preferito sottolineare la volontà comune di avviare una «de-escalation» e «evitare il peggio», mentre da Mosca hanno piuttosto lamentato che continua a essere ignorata la «questione chiave» nella crisi Ucraina, ovvero che «le risposte degli Stati Uniti e della Nato non hanno tenuto in considerazione le preoccupazioni fondamentali della Russia», che non vuole vedere l’Alleanza estendersi sul fronte orientale e vuole escludere qualsiasi intenzione di annettere l’Ucraina nel Patto Atlantico. 


Mentre le truppe russe continuano ad ammassarsi al confine orientale dell’Ucraina e proseguono le esercitazioni nella vicina Bielorussia, il fronte si è piuttosto spostato sul versante diplomatico.

Molto attivo il presidente francese, che vuole farsi portavoce di un’Europa mediatrice (anche se all’interno dell’Unione le posizioni sono tutt’altro che allineate): dopo la telefonata con Putin (terminata sull’impegno di proseguire i negoziati a quattro tra Mosca, Ucraina, Francia e Germania sulla base degli accordi di pace di Minsk del 2015), il presidente francese ha avuto una call anche col presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Il leader ucraino aveva fatto in precedenza una chiacchierata con il collega americano Joe Biden, i cui toni sulla crisi restano molto alti. 


A Zelensky Biden ha ripetuto di ritenere probabile «un’invasione russa in febbraio». A Kiev si preferirebbe mantenere più la calma. Zelensky chiede all’Occidente di non scatenare «il panico»: il rischio più grosso per l’Ucraina è «una destabilizzazione all’interno», ha detto il presidente, precisando che la priorità per il suo paese è ora «stabilizzare l’economia». I messaggi che arrivano da fuori non gli rendono il compito facile. Da Bruxelles, il segretario generale della Nato Stoltenberg ha ripetuto che l’Organizzazione sta «lavorando al meglio per una soluzione diplomatica ma siamo preparati al peggio», confermando che, in caso di escalation militare, «i Paesi alleati hanno pronte pesanti sanzioni». Un piano americano per bloccare banche, aziende statali e importazioni russe sarebbe già pronto secondo il Wall Street Journal che cita un dispositivo «senza precedenti». Un piano esiste anche per rassicurare gli alleati sulle possibili “ritorsioni energetiche” dei russi. 
«Siamo impegnati a lavorare a stretto contatto per superare le difficoltà legate alla sicurezza energetica» del continente «e al caro-prezzi sui mercati energetici». Ursula von der Leyen e Joe Biden hanno affidato a una nota congiunta la strategia di Europa e Stati Uniti per gestire gli effetti sui volumi del gas della crisi in Ucraina, al cui confine orientale la Russia ha ammassato oltre 100mila truppe. «Stiamo lavorando per forniture continuative, sufficienti e tempestive così da evitare gli shock derivanti da una possibile invasione russa», hanno confermato Bruxelles e Washington, dopo i negoziati che si sono intensificati nelle ultime tre settimane fra le due capitali alla ricerca di nuove fonti di approvvigionamento. 


LA CAPACITÀ
Il gas in arrivo da Mosca rappresenta il 40% del fabbisogno Ue e con gli stock attualmente pieni per meno di metà, il lavoro diplomatico Ue guarda alle forniture di gas naturale liquefatto (Gnl) in arrivo in particolare dagli Usa e dal Qatar. «Abbiamo una significativa capacità di rigassificazione», ha confermato una fonte della Commissione con riferimento ai terminali per le navi metaniere attivi nel continente. Se la cooperazione con Washington - che sul finire del 2021 aveva dirottato verso l’Europa un’ottantina di navi metaniere - è avviata, è con Doha che in queste ore Bruxelles ha intensificato l’interlocuzione. Un nuovo incontro è previsto martedì, mentre l’esecutivo Ue non esclude negoziati anche con altri partner del Golfo. Aspettando il summit Ue-Usa del 7 febbraio, i frenetici contatti di Bruxelles con i Paesi produttori portano anche in Azerbaigian, da dove parte il gasdotto Tap che arriva in Italia, dove venerdì prossimo ci sarà un summit per discutere nuove azioni. Il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani ha tenuto d’altra parte ad assicurare che l’Italia ha piani di emergenza pe fronteggiare un’eventuale carenza di gas: «Ma speriamo che non saranno necessari». 

 

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