Reddito di cittadinanza, ecco come cambierà: obbligo di accettare il lavoro stagionale

Reddito di cittadinanza, ecco come cambierà: obbligo di accettare il lavoro stagionale
Reddito di cittadinanza, ecco come cambierà: obbligo di accettare il lavoro stagionale
di Francesco Bisozzi
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Sabato 21 Agosto 2021, 15:30 - Ultimo aggiornamento: 22 Agosto, 08:31

In arrivo nuovi obblighi per i percettori del reddito di cittadinanza. Tra le modifiche al sussidio oggetto di valutazione da parte del ministero del Lavoro ce n’è anche una che punta a introdurre una nuova condizionalità legata al lavoro stagionale. L’idea è di obbligare i percettori ritenuti occupabili ad accettare i contratti di lavoro con una durata di almeno due mesi. Oggi, al contrario, è possibile rifiutare i rapporti di lavoro che durano meno di 3 mesi senza rischiare di perdere la card (nei primi 18 mesi di percezione del beneficio bisogna dire sì ad almeno una di tre offerte di lavoro congrue). 

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Il sussidio caro ai Cinquestelle è stato scaricato pure dalla sottosegretaria al Lavoro Tiziana Nisini. «Il mondo del turismo e quello della ristorazione sono ancora alla ricerca di stagionali.

Purtroppo il reddito di cittadinanza ha creato grossi danni anche e soprattutto a questi settori. Il sussidio andrà ripensato totalmente», ha affermato l’esponente della Lega. Il pressing dei partiti all’interno della maggioranza (a incominciare proprio dal Carroccio) per modificare in meglio il sussidio è aumentato costantemente in queste ultime settimane. Pure il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha ribadito in più di un’occasione che l’aiuto può essere migliorato, ma i Cinquestelle difendono a spada tratta la loro misura bandiera e sono disposti ad accettare solo qualche ritocco. 

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Il passaggio

La partita, dunque, è anche politica. Oggi il sussidio raggiunge 1,2 milioni di famiglie e i percettori considerati occupabili, stando agli ultimi dati diffusi dall’Anpal, sono più di 1,1 milioni, di cui circa un terzo (ovvero 400 mila) ha sottoscritto un patto per il lavoro nei centri per l’impiego. Ma quanto pesa il mancato reperimento di lavoratori stagionali? Negli hotel, calcola Federalberghi, mancano all’appello circa 50 mila lavoratori stagionali. Nei ristoranti e nei bar, stima la Federazione italiana pubblici esercizi di Confcommercio, ne servono 150 mila. Nei campi, spiega la Coldiretti, ammontano a 50 mila i posti da coprire. Insomma, ci sono tra i 200 mila e i 300 mila posti rimasti scoperti. Ma tra le modifiche al sussidio al vaglio del dicastero di via Veneto non c’è solo quella che interessa il lavoro stagionale. Un’altra condizionalità che potrebbe essere introdotta a breve riguarda la formazione. Il 72% dei beneficiari del reddito di cittadinanza, sottolinea l’Anpal, ha al massimo un titolo di istruzione secondaria inferiore, mentre quelli che accedono al beneficio e sono in possesso di un titolo di istruzione terziaria costituiscono il 2,7% dell’utenza, una goccia nel mare. Perciò il ministero del Lavoro pensa di fissare l’obbligo, per i percettori meno formati, di seguire percorsi di studio e di riqualificazione professionale, pena la perdita della card. Per riflesso, ciò comporterebbe una revisione dei criteri attraverso cui viene stabilito chi è idoneo al lavoro e chi non lo è. In questo modo la quota dei percettori tenuti a cercare un impiego si assottiglierebbe notevolmente: l’obbligo in futuro potrebbe riguardare solo un terzo degli attuali percettori considerati occupabili, ossia quelli con un titolo di istruzione secondaria superiore o di istruzione terziaria.

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Poi ci sono i cosiddetti Puc, i progetti utili per la collettività, di cui sono responsabili i Comuni: pure questi non decollano, al punto che finora hanno coinvolto poche migliaia di percettori. I sindaci chiedono che l’adesione ai Puc da parte dei beneficiari del sussidio che hanno sottoscritto i patti per il lavoro o quelli per l’inclusione sociale avvenga su base volontaria e la loro richiesta non è detto che rimanga inascoltata. Altre modifiche al reddito le ha suggerite il comitato scientifico per la valutazione del reddito di cittadinanza presieduto dalla sociologa Chiara Saraceno, istituito dal ministro Orlando in primavera. Tra le altre cose il comitato chiede di rivedere i parametri che determinano l’importo da assegnare ai beneficiari affinché le famiglie non risultino svantaggiate rispetto ai single, come avviene oggi. Di più. Anche l’obbligo di residenza in Italia da 10 anni per gli extracomunitari che chiedono il reddito di cittadinanza potrebbe saltare. Il sussidio costa 8 miliardi l’anno e assicura in media 581 euro a oltre un milione di famiglie, corrispondenti a 2,8 milioni di persone. Ieri, parlando al meeting di Rimini, il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha sottolineato che per il lavoro e per le politiche attive, a partire dalla formazione, ci sono quasi 5 miliardi di euro in arrivo dal Recovery. «Siamo tenuti a coinvolgere 3 milioni di persone entro il 2025, a guardare a platee specifiche, come over 50 e donne. È una grande sfida che possiamo vincere», ha detto. 

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