Città del Vaticano – In queste ultime ore è partita una martellante catena sui social e su whatsup, rimbalzando velocissima con la richiesta di pregare per Benedetto XVI. Da dove sia partita resta un mistero, tuttavia ha inevitabilmente riacceso i riflettori sulle condizioni di salute di Ratzinger.
Ratzinger brucia il record di longevità dei pontefici e supera persino Leone XIII
«E' come una candela che svanisce lentamente e serenamente.
Che il Papa emerito sia sempre più fragile sebbene lucido e attento a quello che lo circonda non è un mistero per nessuno. Ha condizioni generali delicate considerando il fattore anagrafico - ha 93 anni - e le batoste emotive di questi ultimi mesi che forse hanno lasciato un segno. A cominciare dalla morte del fratello don Georg, l'ultimo suo familiare. A luglio era voluto andare personalmente a dargli l'ultimo saluto, nel letto d'ospedale in Baviera, sobbarcandosi un viaggio faticoso, sconsigliato da tutti i medici curanti. Ma la promessa fatta a don Georg era stata più forte e non aveva voluto mancare, celebrando con lui la messa. In quel periodo un herpes fastidioso lo stava tormentando e gli aveva lasciato segni sul volto, come avevano catturato i fotografi all'aeroporto bavarese al suo arrivo. Sulla sedia a rotelle si vede Ratzinger sorridere malinconico e un po' malconcio.
Qualche mese fa il suo biografo, lo scrittore tedesco Peter Seewald, in una intervista al quotidiano Passauer Neue Presse confermava che le condizioni fisiche di Ratzinger erano sempre più deboli ma non il pensiero e la sua memoria. Raccontava di avere parlato con lui e di avere trovato un uomo che sussurrava con un filo di voce tanto che a tratti faceva fatica ad udirlo. Secondo lo scrittore il pontefice emerito ha già scritto un testamento lasciando disposizioni di leggerlo e pubblicarlo dopo la sua morte. Conterrebbe indicazioni di dove essere sepolto, l'ex tomba di Giovanni Paolo II nella cripta di San Pietro, lasciata libera dopo che l'urna con i resti del Papa polacco erano stati sistemati in basilica al momento della sua canonizzazione, in una cappella laterale accanto alla Pietà Michelangelo nella zona d'ingresso di San Pietro.
Ratzinger, nella sua ultima udienza generale, il 27 febbraio 2013, disse ai fedeli che «chi assume il ministero petrino non ha più alcuna privacy. Appartiene sempre e e totalmente a tutti, a tutta la Chiesa. Alla sua vita viene, per cosi’ dire, totalmente tolta la dimensione privata». Il giorno successivo, congedandosi dal mondo, il 28 febbraio 2013 aggiungeva: «Sono semplicemente un pellegrino che inizia l’ultima tappa del suo pellegrinaggio in questa terra. Ma vorrei ancora, con il mio cuore, con il mio amore, con la mia preghiera, con la mia riflessione, con tutte le mie forze interiori, lavorare per il bene comune e il bene della Chiesa e dell’umanità. E mi sento molto appoggiato dalla vostra simpatia. Andiamo avanti insieme con il Signore per il bene della Chiesa e del mondo».