Quagliariello aiuta Fitto, i senatori di Cor tornano a dieci: salvo il gruppo

Quagliariello aiuta Fitto, i senatori di Cor tornano a dieci: salvo il gruppo
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Martedì 16 Febbraio 2016, 20:35 - Ultimo aggiornamento: 20:36
Il gruppo dei Conservatori e riformatori al Senato di Raffaele Fitto si salva in zona Cesarini. La ciambella di salvataggio arriva da “Idea”, la formazione che fa capo a Gaetano Quagliariello e Carlo Giovanardi, che offre in prestito un suo parlamentare, Luigi Campagna.
Ridotti in 9 rispetto ai dieci richiesti, dopo l'abbandono del senatore bergamasco Pagnoncelli, passato con la formazione di Verdini, Ala, i “leoni” si salvano in corner dopo un lungo lavoro di mediazione condotto in prima persona dall'ex ministro pugliese, costretto a correre ai ripari in tempi brevi dopo l'accelerazione impressa dal presidente del Senato, Pietro Grasso, che ieri, con una lettera a Cinzia Bonfrisco, aveva comunicato la decadenza del gruppo Cor.
Fitto, dunque, tira un sospiro di sollievo ma i suoi fedelissimi puntano il dito su chi ha lavorato per favorire lo scioglimento del loro gruppo, attraverso un pressing costante sulla presidenza del Senato. Nel mirino ci sarebbero i verdiniani e il Pd. I 'fittiani', infatti, sarebbero rimasti sorpresi «dall'inusuale e incomprensibile accelerazione di questi giorni, culminata con lettera inviata ieri da Grasso, visto che all'ultima conferenza dei capigruppo era stato concordato all'unanimità che la questione del gruppo Cor sarebbe stata affrontata alla riunione del 18 febbraio».

Salvo un tesoretto da 600 mila euro. Grazie al prestito del senatore Fitto salva il “tesoretto” che gli spetta sottoforma di contributo annuale, pari a 590mila euro. Carte alla mano, infatti, al Senato, ogni parlamentare che aderisce a un gruppo vale 59mila euro l'anno. Una cifra che si dimezza con l'iscrizione a una componente del Misto, posizione che il gruppo occupa alal camera dove non ha mai raggiunto la cifra di 20 necessaria alla formazione del gruppo. Il contributo annuale, assegnato a ogni gruppo parlamentare viene utilizzato soprattutto per le spese del personale e dei servizi (dalle bollette telefoniche alle consulenze esterne all'attività politica e di comunicazione).
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