Putin blocca i social in Russia, ma i giovani lo beffano. «Ecco come il Cremlino è stato aggirato»

Il presidente ha bloccato i canali occidentali in Russia, ma non è stato abbastanza per fermare le nuove generazioni, che continuano a informarsi vedendo i veri orrori della guerra

Putin blocca i social, ma i giovani russi ci navigano ancora. «Ecco come hanno fregato il Cremlino, stanno un passo avanti al regime»
Putin blocca i social, ma i giovani russi ci navigano ancora. «Ecco come hanno fregato il Cremlino, stanno un passo avanti al regime»
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Martedì 26 Aprile 2022, 14:11

Dopo l'inizio dell'invasione della Russia in Ucraina, per qualche settimana tantissimi russi hanno riempito le piazze da Mosca a San Pietroburgo, per protestare contro Putin. Le manifestazioni (pacifiche) sono andate avanti, fin quando i tanti arresti e la paura le ha sedate. Ad animarle erano soprattutto le nuove generazioni, i giovani russi che - mai come ora - il Cremlino non riesce a plagiare.

Vivono e si informano uscendo dagli schemi studiati dalla macchina comunicativa dello zar, nonostante abbia provato a bloccarli chiudendogli gli accessi ai social occidentali. Loro hanno studiato il modo per aggirare i muri alzati dall'amministrazione di Putin. E, a dirla tutta, non è stato neanche complicato. Questo perché sono «un passo avanti» rispetto a un regime che cerca di controllare la narrativa della guerra in Ucraina. A raccontarlo alla Cnn è Ekaterina Kotrikadze, direttrice delle notizie e conduttrice della testata giornalistica indipendente russa TV Rain.

I giovani russi e Putin

«È davvero importante capire che la nuova generazione nella Federazione Russa sta più avanti di Vladimir Putin e del suo team, dal punto di vista tecnologico», ha affermato la giornalista. «Sanno come essere un passo avanti al regime, ecco perché continuano a ricevere informazioni», ha detto Kotrikadze. «Facebook, Twitter, Instagram: questi social network sono in realtà vietati in Russia, ma le persone usano ancora la VPN», spiegato.

I genitori e i nonni sono invece molto più complicati da convincere.

Preferiscono credere alla propaganda e alla storia della "denazificazione". Qualcuno però, pare cambiare opinione. L'hanno cambiata certamente quelli che ci hanno sbattuto la faccia. Come il padre di un soldato russo morto in seguito all'affondamento del Moskva, dice ancora la giornalista. «Non mostrano le città distrutte. Vogliono che 100 milioni di persone in Russia si fidino delle fake news, con gli ucraini che ringraziano per essere stati liberati. Ormai queste storie sono diventate ridicole», ha concluso.

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