Uccisa con uno stiletto al torace, forse durante un rapporto sessuale con il suo assassino. Sarebbe stata uccisa così Marta Castano Torres, in arte Yessenia, la donna colombiana uccisa nel quartiere Prati a Roma. Sarebbe lei la prima vittima (anche se il suo corpo è stato scoperto per ultimo nel seminterrato di via Durazzo) del serial killer che da ieri ha fatto perdere le proprie tracce. La prima a essere uccisa, secondo quanto si apprende, sarebbe stata la donna colombiana di sessantacinque anni, che da quanto emerge si prostituiva per mantenere la figlia, colpita con diverse coltellate al petto durante un rapporto. A distanza di poco tempo sono state poi uccise le due donne cinesi nell'appartamento al primo piano di Riboty.
L'autore del duplice omicidio, un cliente, secondo quanto ricostruito finora, ha colpito prima la ragazza cinese con cui si sarebbe appartato per avere un rapporto sessuale e successivamente la seconda donna intervenuta in soccorso.
L'autopsia
L'autopsia sui corpi delle tre donne verrà affidata nelle prossime ore. I pm della Capitale hanno formalmente aperto due fascicoli per omicidio volontario aggravato. L'esame autoptico punta anche a chiarire se le ferite mortali sul corpo delle tre vittime siano state inferte con lo stesso tipo arma.
Le donne cinesi restano "sconosciute"
Marta Castano nel quartiere era conosciuta e ben voluta, nonostante gli sguardi indiscreti perché «tutti sapevano come si guadagnava da vivere». A trovarla nello stabile di via Durazzo è stata sua sorella. È l'ultima persona che l'ha vista prima del suo omicida. L'ha trovata distesa nel letto in una pozza di sangue e ha contattato la polizia, che adesso indaga sull'accaduto scandagliando il cellulare in cerca del contatto che potrebbe ricondurre al killer.
Da capire se la sua morte sia collegata a quella delle altre due donne trovate senza vita a meno di un chilometro di distanza. Anche loro prostitute, però cinesi. Ospitavano i clienti al civico 28 di via Riboty e a differenza di Marta Castano non erano molto amate dai vicini, che si erano lamentati del gran via vai che si vedeva ogni giorno. La loro identità è ancora sconosciuta, la polizia è al lavoro per dare un nome anche a loro.
I 3 omicidi
Giovedì mattina alle 11 la Questura ha ricevuto la prima chiamata dal portiere dello stabile di via Riboty. «C'è il cadavere di una donna sul pianerottolo», dice. La polizia arriva in fretta e trova la prima delle due donne cinesi uccise. Dentro l'appartamento dove viveva, viene poi scoperta la seconda vittima. Entrambe erano nude e sgozzate. Sarebbero state uccise poco prima del ritrovamento, a metà mattinata. Alle 12.49 arriva la chiamata che denuncia la terza vittima. Al telefono è la sorella di Marta Castano Torres, colombiana che viveva in via Durazzo. È stata lei a ritrovarla in una pozza di sangue. Dietro i tre omicidi ci sarebbe un'unica mano, secondo gli inquirenti. Ad aiutare le indagini potrebbe essere il registro delle chiamate. Le tre donne avrebbero preso appuntamento con il loro aguzzino, che una volta entrato le avrebbe poi uccise.