Roma, la follia del prete inglese che ha molestato una donna in metro: «Sono un sacerdote, lasciatemi»

Roma, la follia del prete inglese che ha molestato una donna in metro: «Sono un sacerdote, lasciatemi»
di Camilla Mozzetti
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Martedì 18 Settembre 2018, 08:22 - Ultimo aggiornamento: 11:26

A vederlo con quell'abbigliamento casual e il trolley al seguito, sembrava un uomo comune: forse un turista come tanti se ne incontrano per le strade di Roma. E invece P.R.S., 73 anni, è un reverendo inglese e ieri mattina ha molestato una donna su un vagone della metropolitana. L'uomo, che è stato arrestato e che sarà oggi processato per direttissima con l'accusa di violenza sessuale e resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, ha insistentemente palpeggiato una donna di 40 anni. Di fronte agli agenti di polizia, che dopo un inseguimento lo hanno fermato, ha negato tutto: «Sono un prete non ho fatto niente, lasciatemi andare».

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Tutto accade in pieno giorno su un vagone che copre il principale percorso metropolitano della città e che sta per entrare nella centralissima stazione Termini. Le lancette dell'orologio hanno da poco superato le dieci del mattino quando il reverendo in abiti civili, nato a Briston ma domiciliato a Roma al Pontifical Beda College, punta la sua preda a cui si avvicina in poco tempo facendosi largo tra gli altri passeggeri.

LA DINAMICA
È in questo momento che, tra la folla, inizia a palpeggiarla con insistenza. La donna prova a divincolarsi, a opporre resistenza, ma il reverendo non retrocede di un passo al contrario: continua a toccarla. Fino al momento in cui il treno si ferma di fronte alla banchina e all'uomo non resta che la fuga.
Attimi interminabili a detta di chi ha assistito alla scena. Ma la sua vittima non si dà per vinta: la donna scende anche lei dal treno e inizia a corrergli dietro tra i corridoi della stazione. I tanti viaggiatori che in quel momento si trovano a transitare per la stazione pensano a un borseggio: «C'era questa donna che correva dietro ad un uomo; in molti abbiano pensato che l'avesse derubata, che le avesse sottratto il portafogli o la borsa», racconta uno di loro. Proprio così, tra le urla e le grida, la vittima riesce ad attrarre l'attenzione di due agenti di polizia del commissariato Villa Glori che stanno compiendo un giro di controllo che, a loro volta, iniziano a inseguire l'uomo fino a raggiungerlo. Ne nasce però una colluttazione: il reverendo cerca di liberarsi dalla stretta dei due agenti picchiandoli. Ai due poliziotti saranno dati poi rispettivamente 5 e 10 giorni di prognosi per diversi traumi al setto nasale, ai polsi, alle ginocchia.
Trasportato negli uffici del commissariato Viminale, il reverendo ha continuano a negare ogni abuso.

«SONO INNOCENTE»
«I'm a priest and I'm innocent» («Sono un prete e sono innocente») ha seguitato a ripetere agli agenti. L'uomo ha trascorso la notte in cella e oggi dovrà rispondere di abusi sessuali e resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Da qualche tempo il reverendo, soggiorna in viale di San Paolo, nel collegio fondato nel 1852 dai Vescovi di Inghilterra e Galles per formare uomini anziani spesso convertiti al clero. La missione del collegio, infatti, è quella di aiutare gli anziani a sviluppare la loro esperienza e conoscenza al servizio del Vangelo come sacerdoti cattolici. Il caso di ieri è avvenuto a pochi giorni di distanza da un'altra aggressione perpetrata contro un danna che nel cuore della notte è stata violentata in pieno centro storico.

LE MISURE
La Capitale dove l'incidenza delle violenze sessuali è pari ad 8,2 ogni 100 mila abitanti contro il 6,7 della media nazionale si sarebbe dovuta dotare già da tempo di un piano sicurezza dopo che nel 2017 diverse donne furono stuprate sempre nel centro della città. Ma ogni progetto è fermo sulla carta, con i bandi ancora da pubblicare solo per dotare alcune aree di sistemi di videosorveglianza.
 

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