Emiliano "pesca" a destra: Lacatena verso il civismo

Emiliano "pesca" a destra: Lacatena verso il civismo
di Antonio BUCCI
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Venerdì 8 Aprile 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 17:30

Un po’ tormentone, un po’ messaggio sibillino e un po’ tam tam da corridoio ma, a fine giornata, non se ne fa nulla. In Regione, per qualche ora, si rincorre la voce di un passaggio imminente tra le fila del centrosinistra. Con tanto di nomi dei tre papabili, disposti ad abbandonare gli scranni dell’opposizione, per traslocare - armi e bagagli - dall’altra parte dell’emiciclo. E non propriamente profili da seconda linea: in un caso, si tratta persino di un capogruppo. «Non commento notizie false», taglia corto Antonio Scalera, eletto tra le fila de “La Puglia domani” e approdato qualche mese fa nella massima assise, dopo il riconteggio del Tar: «Sono stato eletto a sostegno della candidatura di Raffaele Fitto e qui intendo svolgere la mia azione politica, voglio svolgere questo prestigioso ruolo all’opposizione del governo Emiliano», aveva messo in chiaro già a febbraio, quando il suo profilo era finito tra quelli possibili del nuovo gruppo in maggioranza, poi nato dalla rottura tra i ranghi dei Popolari e con il molfettese Saverio Tammacco alla guida. E senza Scalera, dal lungo apprendistato centrista e già consigliere sotto le insegne dello scudo crociato. Stavolta, nella lista è finito pure l’azzurro Vito De Palma: ex sindaco di Ginosa ma, soprattutto, coordinatore provinciale dei forzisti nel Tarantino: «Sono stato eletto in Forza Italia e resto nel partito a cui appartengo convintamente. Non so per quale motivo il mio nome sia finito tra coloro che potrebbero passare nel centrosinistra, ma smentisco categoricamente questa ipotesi che non ha alcuna ragion d’essere», tiene a smarcarsi.

Lacatena non commenta

D’altro canto, ad un mese dalla consegna delle liste per le Comunali di giugno e nel bel mezzo delle alleanze sui territori, meglio non lasciare dubbi, onde evitare di far passare l’idea del “liberi tutti”. Non a caso, a stretto giro dal rumour, arriva pure la nota del gruppo regionale a formalizzare la smentita. Sceglie di restare in silenzio, invece, il capogruppo dei berlusconiani in Aula, Stefano Lacatena, pure lui finito nel novero di coloro che sarebbero ad un passo dalle porte girevoli. Se è per questo, c’è la sua firma in calce al commento sul ciclo di audizioni avvenute in mattinata, circa gli emendamenti al Piano Casa. E, come da prassi, è accompagnata dal titolo di presidente del gruppo consiliare. Per il resto, l’esponente monopolitano sceglie di non aggiungere altro. In ossequio all’adagio per il quale smentire una notizia equivale a rilanciarla ugualmente? Anche perchè, il primo messaggio implicito, in questi casi, è la “capacità attrattiva” dell’approdo. La domanda, però, resta: solo una chiacchiera da corridoio? Del resto, il capogruppo in questione è da tempo tutt’altro che dolce con il centrodestra. Non ha nascosto la delusione, durante le fibrillazioni nella scelta dei delegati al voto per il Colle. E non ha risparmiato moniti ai suoi, quando – sullo scranno di Pierluigi Lopalco – si è seduto un big storico di quella parte di campo, come Rocco Palese: «É il fallimento del centrodestra, bisogna smettere di inseguire il presidente Emiliano e di criticare il suo metodo. Questo metodo li ha portati a vincere e rivestire i ruoli che ricoprono? Ora spetta a noi impegnarci e diventare attrattivi per coloro che non amano quel metodo», ha scandito, nel pieno della seduta di Consiglio, facendo storcere il naso a più di qualcuno. Il dato di fatto è che, a sera, il pallottoliere resta fermo e i numeri che dividono l’una dall’altra parte dell’Aula dell’assemblea regionale restano gli stessi. In politica, in compenso, valgono anche i silenzi. E i segnali. Tanto più nella settimana del fuoco incrociato tra civici e dem. E del gioco di equilibri, pesi e contrappesi, fuori e dentro il Consiglio: «Senza i civici e i moderati, le ultime Regionali avrebbero rischiato un esito ben diverso. E lo stesso vale per le prossime Politiche e per le prossime tornate», a dirla con le parole di una delle ultime note dell’assessore al Personale, Gianni Stea.

Corsi e ricorsi, s’intende, ma l’effetto è anche quello generalizzato di far abbassare i toni da entrambe le parti. Almeno per ora. Quando si dice l’indiscrezione.

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