Papa Francesco risponde al telefono durante l'udienza, tra i fedeli parte il tormentone: «Con chi parlava?». Ipotesi comunicazioni sulla guerra

La telefonata alla quale ha risposto con un volto concentrato evidentemente era piuttosto importante mentre i fedeli si chiedevano cosa stesse succedendo di tanto rilevante sul sagrato

credit @Vatican Media
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di Franca Giansoldati
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Giovedì 18 Maggio 2023, 06:43

Città del Vaticano - Per qualche minuto all'udienza generale stamattina si è fatto un gran silenzio. Papa Francesco ha smesso di parlare perchè il suo aiutante gli ha portato il cellulare. La telefonata alla quale ha risposto con un volto concentrato evidentemente era piuttosto importante mentre i fedeli si chiedevano cosa stesse succedendo di tanto rilevante sul sagrato. Difficile dirlo, sicuramente una comunicazione cruciale e non rinviabile e chissà se legata al momento di particolare fragilità legato agli sviluppi della questione Ucraina.

La guerra non accenna a sgonfiarsi e i deboli fili della diplomazia internazionale sono appesi ad una scadenza ritenuta fondamentale per l'esportazione del grano ucraino, visto che tutti i porti della Crimea sono controllati dai russi.

A questo si aggiunge la grande questione umanitaria dei 19 mila bambini ucraini rapiti e deportati forzatamente sul territorio russo. Mentre i pellegrini all'udienza azzardavano le più fantasiose speculazioni sulla telefonata papale, Francesco poco dopo lanciava il suo  ennesimo appello per la pace ricordando che «in Ucraina si soffre tanto lì, si soffre tanto. Preghiamo per i feriti, per i bambini, per quelli che sono morti, perché torni la pace».

L'ipotesi sviluppi in Ucraina

Proprio in queste ore è in corso a Mosca una missione delicatissima da parte del Consiglio mondiale delle Chiese, l'organo principale che si occupa del dialogo fra le differenti Chiese cristiane nel mondo, con base a Ginevra, e che ha già tentato, a novembre, una prima missione al Patriarcato ortodosso senza troppi risultati. Nella guerra tra Russia e Ucraina il ruolo delle chiese cristiane non è secondario, considerando anche le implicazioni morali a sostegno delle politiche espansioniste del Cremlino. Il Patriarca ortodosso russo non ha mai fatto mancare appoggi a Putin. Ad oggi, inoltre, non ha mai condannato una sola volta la devastazione dell'Ucraina e l'aggressione di Mosca, anzi, ha definito il conflitto in corso una azione positiva per estirpare il male veicolato dalla cultura occidentale ormai dilagante. 

 

L'incontro con l'arcivescovo Antonij

Papa Francesco la scorsa settimana ha ricevuto in udienza, al termine della catechesi del mercoledì, l'arcivesovo ortodosso Antonij - numero due del patriarcato - che in quel momento si trovava a Roma con la 'benedizione' di Kirill. Difficile dire che percorso stiano cercando di individuare le Chiese cristiane per aprire una breccia nel muro della diffidenza attuale, con posizioni cristallizzate e la via del conflitto aperta. 

Il Wcc ha fatto sapere che l'organismo ecumenico avvierà lavori in preparazione di una «tavola rotonda di dialogo» entro la fine dell'anno. «La visita - spiega il Wcc in una nota - si svolge su richiesta del comitato centrale del Wcc e fa parte di una serie di visite che hanno già incluso l'Ucraina e ora la Russia. Le visite hanno lo scopo di costruire ponti di pace e riconciliazione attraverso incontri e dialoghi e di porre fine a conflitti militari, guerre e violenze». Il Wcc ricorda che una sua delegazione ha visitato l'Ucraina dal 10 al 13 maggio, intraprendendo un'intensa serie di consultazioni a Kiev con leader ecclesiastici, funzionari del governo ucraino. Naturalmente ha incontrato anche dirigenti delle due Chiese ortodosse ucraine (una indipendente, l'altra legata al Patriarcato di Mosca) la cui «disputa di lunga data si è intensificata dopo l'invasione russa». 

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