Daniela Lo Verde, la preside antimafia arrestata per corruzione e peculato: rubava Pc, iPad e cibo da scuola. «Così otteneva i fondi»

Era stata nominata Cavaliere della Repubblica

Daniela Lo Verde, la preside antimafia arrestata per corruzione e peculato: rubava Pc, iPad e cibo da scuola. «Così otteneva i fondi»
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Venerdì 21 Aprile 2023, 11:23 - Ultimo aggiornamento: 11:26

Daniela Lo Verde, la preside antimafia arrestata per corruzione e peculato: rubava Pc, iPad e cibo da scuola. Si sarebbe appropriata di computer, iPad e perfino del cibo della mensa scolastica. Per questo Daniela Lo Verde, la preside dell'Iistituto Giovanni Falcone del quartiere Zen di Palermo, nota per le sue battaglie antimafia, è stata arrestata oggi con le accuse di corruzione e peculato, a seguito di un'indagine coordinata dai Pm della Procura Europea Gery Ferrara e Amelia Luise. In manette è finito anche il suo vice, Daniele Agosta.

Lo scorso giugno i carabinieri hanno intercettato la prima, di una lunga serie di conversazioni, tra la preside e la figlia. Le registrazioni audio - secondo gli inquirenti - provavano che la dirigente scolastica sottraeva da scuola dispositivi e alimenti comprati con i fondi europei per gli alunni più a rischio. Mentre lavorava in ufficio, in compagnia della figlia, la preside impartiva alla ragazza precise indicazioni sulle vettovaglie da riporre all'interno di un sacchetto da portare via. 

Le registrazioni schiaccianti

«Questo me lo voglio portare a casa, questi me Ii voglio portare a casa ... poi mettiamo da
parte... poi vediamo cosa c'e qui ... Ii esci e Ii metti qui sopra...», si sente in una delle intercettazioni incriminate, risalente al 15 giugno, a dimostrazione della gestione illegale della donna.

«Il riso... lo metti Ii davanti alla cassettiera e per la cucina questo ... benissimo ... ora sistema sopra il frigorifero... questa cosa di origano mettila pure per casa ... - spiegava - Quelle mettile in un sacchetto che non si può scendere. Il tonno mettilo qui sotto ... poi lo portiamo a casa a Sferracavallo (la villa al mare della preside ndr)».

La condotta illecita della donna avrebbe trovato ulteriore riscontro anche nei filmati registrati dalle videocamere piazzate dai carabinieri nell'ufficio della presidenza, che la immortalano intenta a riempire delle buste di alimenti. 

I furti avrebbero riguardato anche i dispositivi elettronici: «Che è un nuovo Mac?», chiedeva la figlia alla donna. «Sì ora ce lo portiamo a casa», rispondeva la madre. «Anche in questo caso, così come gia evidenziato in relazione agli iPad - si legge nella misura cautelare - la genuinità delle conversazioni registrate fugavano ogni ragionevole dubbio sulle reali intenzioni della preside in ordine al nuovo Mac».

Secondo i Pm, la dirigente scolastica poteva contare su una serie di complici, all'interno della scuola Falcone.

Tutti a conoscenza della gestione illegale del materiale acquistato con fondi europei. 

Telefonini e  in cambio della fornitura esclusiva per la scuola: il patto segreto tra la preside e un negozio di elettronica a Palermo

In cambio dell'esclusiva concessa al negozio "RStore" di Palermo, sulle forniture di materiale elettronico per la scuola Falcone, Lo Verde avrebbe ricevuto pure degli i-phone in regalo, da parte di una dipendente dell'esercizio commerciale. Anche per lei è scattata l'ordinanza di custodia cautelare. 

Secondo quanto emerso dall'inchiesta, i carabinieri hanno filmato la dipendente mentre tirava fuori da una busta due cellulari da regalare alla preside. Il tutto dopo
essersi assicurata la fornitura di ulteriori Notebook.

Altre immagini incriminanti sono poi state ottenute grazie alle videocamere spia piazzate negli uffici della scuola: mostravano Lo Verde e il suo vice ormai rimasti da soli in pr sidenza, intenti ad aprire il sacchetto con gli iPhone appena ricevuti. Nella circostanza, il vicepreside Agosta si sarebbe lamentato con la dirigente per non aver trovato il modello 13 Pro «da lui evidentemente richiesto», secondo quanto riferito dal giudice per le indagini preliminari. Lo Verde avrebbe quindi risposto al suo collega che i due cellulari erano per le figlie, non per lui, per poi invitarlo a telefonare al negozio per chiederle spiegazioni.

Gli inquirenti: «Per Lo Verde e Agosta la scuola era un pozzo da cui attingere»

Secondo i Carabinieri del nucleo Investigativo di Palermo la preside dell'istituto Falcone e il suo vice consideravano la scuola come un «pozzo» da cui attingere qualunque tipo di utilità, dai generi alimentari ai dispositivi elettronici di ultima generazione.

Ad aggravare il quadro, secondo gli uomini dell'Arma, ci sarebbe il fatto che la preside avrebbe «costantemente alimentato la propria immagine pubblica di promotrice della legalità, nonostante le azioni illecite compiute ogni giorno e la costante attenzione ai risvolti economici della sua azione amministrativa». 

A pagare le conseguenze di questa condotta illecita sarebbero quindi stati gli alunni più fragili della scuola, già penalizzati dal degradato contesto sociale e culturale del quartiere Zen di Palermo. 

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