I botti fanno scappare anche Juan Carrito: l'orso di Roccaraso si rifugia in montagna

I botti fanno scappare anche Juan Carrito, l'orso di Roccaraso
I botti fanno scappare anche Juan Carrito, l'orso di Roccaraso
di Sonia Paglia
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Lunedì 3 Gennaio 2022, 13:20 - Ultimo aggiornamento: 4 Gennaio, 10:03

In molti desiderano che Juan Carrito, l’orso confidente, diventi cittadino onorario di Roccaraso. Ma da qualche giorno, il prezioso plantigrado di due anni, che potrebbe portare una ventata di miglioramento genetico in una popolazione che soffre per residuità numerica e di un forte appiattamento genetico, evita di avvicinarsi al centro abitato, mantenendo bene le distanze. Non era mai accaduto. Di certo il lavoro costante di guardiaparco e carabinieri forestali, attraverso azioni di dissuasione, ha contribuito notevolmente a farlo desistere dalle sue divertenti incursioni paesane tra pasticcerie e cassonetti. Allontanato un po’ anche dalla presenza di numerosi turisti e dal traffico continuo di auto, che in questo periodo, caratterizzano Roccaraso, rinomata cittadina degli sport invernali. Determinate, però, pare sia stato il rumore assordente dei botti di fine anno, fatti esplodere, anche nei giorni precedenti a Roccaraso e dintorni. Per JC è la prima volta e ne è rimasto spaventato, come del resto, accade a molti animali, volpi, uccelli e cani randagi, che si sono allontanati imapauriti dai centri urbani. I colpi dei botti associati all’odore delle polveri bruciate sono il terrore degli animali.

Juan Carrito show sulle piste da sci di Roccaraso

Juan Carrito non capisce bene a cosa attribuire tutto quel baccano. I colpi del fucile a pallettoni dei guardiaparco, sparati per dissuaderlo, li conosce bene, tanto da diventarne quasi insensibile. Si tratta di cartucce calibro 12, depotenziate, i cui pallettoni in piombo, sono sostituiti da pallettoni di gomma e vengono esplosi per respingere l’orso nel bosco. Non hanno certo nulla a che vedere con i botti di Capodanno: turisti e residenti quest’anno si sono sfogati tanto è stato il fragore e l’effetto luminoso. Tutto questo, per l’orso, costituisce un insieme di esperienze insolite e sgradevoli. Il ricordo durerà qualche giorno. Per ora JC se ne sta rintanato sui monti. Solo con la quiete, l’orso più famoso d’Italia tornerà alle solite abitudini, a cercare qualcosa da mangiare nei soliti posti, ormai ben collaudati. Per l’ente Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, quella di JC è una situazione gestionale altamente complessa. Gli esperti quotidianamente cercano di ridurre al minimo il possibile conflitto tra comunità locali e orso, così come i rischi per la sopravvivenza dell’animale protetto, assicurando il mantenimento della pubblica sicurezza. Si cerca di rieducare JC, inducendolo ad avere timore dell’uomo e dei centri abitati. La strategia del Parco, in base al protocollo degli orsi confidenti, è stata la messa in sicurezza di orti e pollai, situati nei centri abitati, insieme a pattugliamento del territorio interessato da JC, 7 giorni su sette, 24 ore su 24. E la prima cattura, per munire l’orso Juan Carrito di radiocollare Gps, per controllare i suoi spostamenti.
 

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