Nando Casamonica: «Buttano giù le nostre case? Va bene, ma allora devono demolire tutta Ischia»

Nando Casamonica: «Buttano giù le nostre case? Va bene, ma allora devono demolire tutta Ischia»
Nando Casamonica: «Buttano giù le nostre case? Va bene, ma allora devono demolire tutta Ischia»
di Paolo Chiriatti
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Mercoledì 21 Novembre 2018, 01:09 - Ultimo aggiornamento: 22 Novembre, 07:33
Alla Romanina la notizia del blitz al Quadraro è accolta con distacco, come se quel pezzo di famiglia fosse lontano mille miglia dalle ville dei Casamonica che si snodano tra via Salvatore Barzilai e via Domenico Baccarini. In questa strada, al civico 50, vive Nando, 78 anni. Il cancello è aperto, anche la porta d’ingresso senza campanello. Come a suggerire che qui chi è padrone del quartiere non ha bisogno di chiudersi in casa.

Nando è il più anziano della famiglia dopo la scomparsa di Vittorio, un’eredità ingombrante, da quando le immagini del funerale di suo fratello nel 2015 fecero il giro del mondo. «Hanno sgomberato delle ville in via del Quadraro? E io che c’entro?», è il suo commento a caldo. «Sai quanti Casamonica ci sono a Roma? Se qualcuno ha sbagliato è giusto che paghi. Ma se buttano giù le case a famiglie che portano il nostro nome dovrebbero buttare giù anche tutte quelle costruite a Ischia. O quelle tirate su a Roma».

Al Quadraro le ville avevano inglobato pezzi dell’Acquedotto Felice, senza alcun rispetto per i vincoli paesaggistici e archeologici. 
«E infatti le butteranno giù. Ma non veniteci a dire che la legge è uguale per tutti. Non ci sono solo le ville abusive dei Casamonica al Quadraro, a Tor Fiscale o in tutte le borgate di Roma. Ma alla fine siamo noi quelli che finiscono sui telegiornali nazionali».

Se altri commettono abusi non significa che chiunque è legittimato a farne. 
«Sì, ma tutta questa attenzione nasconde altro. C’è la politica. Noi siamo diventati il bersaglio facile. Voi giornalisti, o i magistrati, ci descrivete come mafiosi. I Casamonica non sono tutti stinchi di santo, ma non abbiamo mai ammazzato nessuno. Qualcuno fa le estorsioni? Qualcuno vende la droga? Arrestateli, ma lasciate in pace chi non ha fatto nulla. Ora con questa storia del Quadraro siamo di nuovo su tutti i giornali».

Voi non siete quelli che realizzano il piccolo abuso, le ville qui alla Romanina si impongono su tutte le altre case.
«E allora? Questa casa non è stata costruita in un giorno. Ci sono voluti anni e anni di sacrifici per tirarla su. Vendendo cavalli, auto. Se qualcuno dice che è fatta con soldi sporchi lo dimostri. Stiamo qua da una vita e non abbiamo niente da nascondere. Qui la porta di casa è sempre aperta».

Non c’è il rischio che anche qui alla Romanina vengano prima a sequestrare e poi a buttare giù questa e altre ville?
«Lo stato può fare quello che vuole. Io e la mia famiglia abbiamo chiesto di sanare gli abusi ogni volta che c’era un condono edilizio. Abbiamo pagato, ma per adesso ci hanno solo rilasciato le ricevute di pagamento. Non c’è una carta che dice che siamo a posto. Se domani ci buttano fuori ci abbiamo rimesso casa e soldi».

In via Baccarini entrano ed escono i parenti di Nando. Fanno quadrato intorno al capofamiglia, che ha parlato a fatica, per l’età e per problemi di salute. Consilio è un suo nipote, ha 27 anni: «Ci dicono che ora la pacchia per chi delinque è finita- dice –. Non lo nascondo, qui alla Romanina di Casamonica incensurati ci siamo io e un mio cugino. Ho mandato un centinaio di curricula per trovare lavoro, ho preso la licenzia media studiando alle serali. Vorrei prendere il diploma e una laurea. Ma se mi presento a un colloquio la gente impallidisce quando vede il mio nome. E allora di che parliamo?».

Loreta, la moglie di Nando, ce l’ha con i politici: «A Roma ci stanno i sorci dappertutto, le buche, non funziona niente. Però la sindaca si fa bella sulla nostra pelle, facendo la passerella dopo lo sgombero. E lo stesso fa Salvini. Lunedì prossimo buttano giù una villa dei Casamonica qua vicino. Verranno tutti qui, televisioni, giornali. Tutti a dire che siamo il male di questo paese, che ora le cose cambieranno. Noi stiamo qui, perché qui è casa nostra. E ai politici e ai giornalisti che ci attaccano dico solo: “male non fare, paura non avere”».
 
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