Migranti, Juncker: «Italia, Grecia e Ungheria le più colpite: non possono essere lasciate sole»

Migranti, Juncker: «Italia, Grecia e Ungheria le più colpite: non possono essere lasciate sole»
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Mercoledì 9 Settembre 2015, 09:37 - Ultimo aggiornamento: 17:30
«La situazione non è buona. C'è mancanza di Europa in questa Unione Europa e mancanza di unione in questa Unione europea. Questo deve cambiare, ora, e dobbiamo lavorare insieme».

Lo ha detto il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, nel suo discorso sullo Stato dell'Unione al Parlamento europeo a Strasburgo.







«Sono alla guida di un organismo politico, sono un politico. Non un politicante. È finito il tempo del 'business as usual'. Non è il momento dei discorsi ma della sincerità». «Sino a quando ci sarà la guerra, nessun muro, nessuna barriera fermerà questa massa di rifugiati. Bisogna evitare la demagogia. Mettiamoci noi nei loro panni: quanto pagheremmo per rifarci una vita?». «Chi critica l'integrazione europea deve riconoscere che questo è un luogo di pace e stabilità e di questo dobbiamo andare orgogliosi»,.



«La nostra storia, la storia di noi europei, è la storia di rifugiati. E stiamo parlando non di secoli fa, ma di pochi anni fa». «È in gioco la giustizia storica dell'Europa. Non bisogna farsi impaurire, è il tempo della dignità e dell'azione». «Ogni volta che parlo di Europa vi irritate. Potete anche interrompermi ma non vi risponderò», ha chiarito Juncker parlando in inglese, rivolto ad alcuni eurodeputati che avevano interrotto il suo discorso sullo Stato dell'Unione.



Grecia e Italia sono tra gli stati più colpiti dalla crisi dei profughi. «I numeri sono impressionanti. Ma non è il momento di farsi spaventare è il momento di azioni audaci e concertate da parte Ue e tutte le sue istituzioni. È il tempo dell'umanità».



«La Commissione Ue propone un meccanismo di redistribuzione permanente che ci permetterà di affrontare situazioni di crisi in modo più agevole in futuro». «Questa Commissione non abolirà il Trattato di Schengen». «La lista dei Paesi sicuri non cancella la Convenzione di Ginevra e il diritto di asilo». «Non c'è religione o filosofia che conti quando si deve aiutare un rifugiato».



«Mi appello gli stati membri affinchè adottino il ricollocamento di 160mila profughi al prossimo consiglio dei ministri interno. Spero non ci sia retorica, abbiamo bisogno di fatti». «La Commissione Ue viene additata di non fare le cose bene quando le cose in patria non funzionano. Questo scaricabarile, non aiuta rifugiati». Poi Juncker sottolinea: «È necessaria un'agenda comune per agire».



«Gli standard europei, le regole sulla migrazione ci sono.
Ma sono gli Stati membri che non le hanno applicate. Ora devono rispettarle: è in gioco la credibilità dell'Europa». «Dobbiamo accettare le persone in fuga dall'Isis su territorio europeo. È arrivato il momento di passare all'azione per gestire la crisi dei rifugiati e non c'è soluzione alternativa».