Migranti, Grillo: «Aiutarli a casa loro, serve un "Piano Merkel"»

Beppe Grillo
Beppe Grillo
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Venerdì 28 Agosto 2015, 16:55 - Ultimo aggiornamento: 16:56
«La migrazione biblica in corso non la fermeranno i carri armati, né i fili spinati o l'affondamento dei barconi. È obbligatorio dare a queste persone delle migliori opportunità di vita nelle loro nazioni con investimenti mirati (sanità, infrastrutture, delocalizzazione di aziende produttive) con un nuovo Piano Marshall che potremmo attualizzare in Piano Merkel finanziato con una quota dei Pil nazionali da destinare all'Africa con una commissione di controllo». Lo scrive il blog di Beppe Grillo.



«Senza azioni coraggiose, nuove e di lungo termine si rischia la catastrofe con 200 milioni di arrivi nei prossimi anni (fonte CdS) - si legge sul blog di Grillo - Questa migrazione non è arrivata all'improvviso. La Ue e i vari governi nazionali sembrano sempre cadere dal pero e strumentalizzano la situazione come se loro non fossero la causa prima del problema. Non si è udita una sola voce di condanna delle cause, né una strategia di lungo termine per integrare queste persone in una Europa devastata dalla disoccupazione. Vogliamo creare immensi ghetti e banlieue? Al di là di una carità pelosa non si va, ignorando che su questa strada gli europei rottameranno gli attuali partiti e faranno risorgere movimenti neonazisti. Ora si mette in discussione il regolamento di Dublino (che impone al profugo la permanenza nel Paese di arrivo), solo ora si chiede di accelerare le procedure di riconoscimento dei profughi (in Italia grazie all'incapacità di Alfano sono di circa due anni). Misure che il M5S ha chiesto da tempo venendo sbeffeggiato o ignorato o accusato di razzismo. Ma la Merkel e Hollande finora dove stavano? In un buco nero? Su Marte?».



«Altre azioni sono l'eliminazione della produzione di armi (l'Italia è la quinta produttrice mondiale) e la fine dell'ingerenza occidentale con missioni di pace e subordinazione totale agli interessi americani nel Mediterraneo e in Medio Oriente.
Il flusso dei profughi da Afghanistan, Siria, Iraq e dalla Libia è figlio delle nostre guerre e delle nostre armi. È ora di farsi un'esame di coscienza», conclude il blog de leader M5S.
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