Messaggio da marte alla Terra: che cosa dice, chi è l'extraterrestre che l'ha inviato. Il ruolo dell'Italia che lavorerà per decodificarlo

Messaggio da marte alla Terra: che cosa dice, chi è l'extraterrestre che l'ha inviato. Il ruolo dell'Italia che lavorerà per decodificarlo
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Venerdì 26 Maggio 2023, 10:37 - Ultimo aggiornamento: 27 Maggio, 16:07

Un messaggio da Marte è arrivato verso la Terra. È accaduto il 24 maggio intorno alle 20.15 e tre radiotelescopi che si trovano in Italia e negli Stati Uniti si preparano ad ascoltarlo, mentre tutto il mondo è chiamato a decodificarlo.  

Cosa è successo

È arrivato un messaggio da Marte, ma non l'ha inviato il marziano di Flaiano rientrato mestamente a casa e nemmeno il pugnace esploratore col fez Corrado Guzzanti o tantomeno l'ingegnoso Matt Damon per un sequel del cult "The Martian". No, il messaggio ce lo siamo mandati da soli noi terrestri, appunto dalla Terra. Di più: dall'Europa, di più ancora: da una sonda effettivamente extraterrestre, orbitante imbottita di tecnologia italiana. Messaggio da Marte, dove pure non c'è mai troppo "campo": un gioco, sia pure con parecchie valenze scientifiche, in attesa che si veda oltre la nube cosmica che ha avvolto come una maledizione la seconda parte della missione europea Exomars decollata nel 2016 dal cosmodromo di Baikonur in Kazakhstan grazie a un potente missile Proton di sovietiche origini. Che cosa il dice il messaggio che ci siamo autoinviati e che ci ha messo poco più di 15 minuti per arrivare dall'orbita marziana ai radiotelescopi terrestri? Su questo è ancora mistero, gli esegeti sono all'opera: gli astronomi e gli astrofili vanno matti per questi rebus. 

La missione Exomars per ora in stand by

In altre parole un bel ballon d'essai per tenere viva l'attenzione sulla missione dell'Agenzia spaziale europea, che ha affidato il coordinamento all'Agenzia spaziale italiana, missione nata per cercare tracce di vita esaminando sia la composizione dell'atmosfera marziana, compito affidato alla sonda orbitante Tgo (da cui è partito il messaggio di questi giorni) sia il suolo marziano con due "macchine" all'avanguardia: la prima, il lander (ovvero un oggetto che atterra, ok in questo caso ammarta, ma non si può sentire, nulla a che vedere con alluna, e che poi da lì non si muove, insomma una piattaforma stabile) battezzato Schiaparelli che tuttavia si è rovinosamente schiantato come almeno il 45% degli oggetti inviati lassù.

Così per ora di Exomars funziona solo la sonda che attende l'arrivo del super rover Rosalind Franklin, sempre a tecnologia italiana compreso un trapano della Leonardo che perforerà il suolo marziano fino alla clamorosa profondità di due metri (finora non si è andati oltre a una spanna), lontano dai letali effetti delle radiazioni cosmiche. Epperò tra la pandemia e la guerra scatenata dalla Russia questa seconda parte della missione è in stand by dopo avere persino rischiato di essere cancellata perché è stato opportunamente ritenuto di non proseguire la collaborazione con Roscomos. Ora dovrebbero esseri gli americani a fornire all'Europa il vettore (il razzo) e il sistema di ammartaggio. Ma i tempi restano incerti.

A ogni modo sulla sonda alla quale è stato ordinato di mandarci messaggi, funziona dal 2016 la camera chiamata CaSSIS (Colour and Stereo Scientific Imaging System), disegnata e realizzata all’Università di Berna con il contributo delll’Inaf – Osservatorio Astronomico di Padova e dell’Agenzia Spaziale Italiana.

CaSSIS fornisce coppie stereo ad alta risoluzione e a colori di regioni accuratamente selezionate. Inoltre supporta gli altri strumenti a bordo di TGO nella ricerca di gas, che possono essere importanti da un punto di vista biologico, come il metano. E poi il NOMAD (acronimo di Nadir and Occultation for Mars Discovery), un insieme di spettrometri ad alta risoluzione in grado di analizzare con grande dettaglio i gas che compongono l’atmosfera di Marte, e riuscirà a individuare composti presenti in essa anche in bassissime concentrazioni.

La regia è dell'Esa con il coordinamento dell'Asi: in campo Thales Alenia Space Italia (Thales 67%, Leonardo 33%),  responsabile anche di progettazione e sviluppo del rover Rosalind Franklin. Leonardo ha inoltre contribuito per lo strumento CASSiS. Il centro di controllo di missione è affidato a Telespazio (Finmeccanica 67%, Thales 33%), mentre Altec – Aerospace Logistics Technology Engineering, una società Thales Alenia Space in Italia (63,75%) e ASI (36,25%) – è responsabile del ROCC (Centro Operativo di Controllo del Rover) e del controllo del rover sulla superficie marziana.

Il messaggio

Sarebbe strano, in altre parole, che il messaggio non contenesse qualche accenno all'Italia. Via alla gara per decodificare il messaggio da Marte arrivato l'altro ieri ieri sera sulla Terra: i dati, raccolti dai radiotelescopi alle 21.16 ora italiana, sono già stati elaborati e resi disponibili online sul sito del progetto 'A Sign in Space'. Nel giro di pochissime ore sono più di 1.300 le persone da tutto il mondo (Italia compresa) che si stanno cimentando in questo esperimento al confine tra scienza, arte e fantascienza. Lo rende noto l'Istituto Nazionale di Astrofisica, che lo ha realizzato da un'idea dell'artista Daniela de Paulis in collaborazione con Agenzia Spaziale Europea, Seti Institute e Green Bank Observatory. Il segnale, che simula un messaggio inviato da una civiltà extraterrestre, è stato trasmesso mediante onde radio dalla sonda Trace Gas Orbiter della missione ExoMars, in orbita intorno a Marte.

Sulla Terra «è arrivato intorno alle 21:16 ora italiana ed è durato mezz'ora così come era stato previsto», spiegano gli esperti dell'Inaf. A catturarlo sono stati il radiotelescopio italiano di Medicina (Bologna), gestito dall'Inaf, e due radiotelescopi americani (l'Allen Telescope Array del SetiI Institute, in California, e il Robert C. Byrd Green Bank Telescope), oltre a vari gruppi indipendenti di radioamatori.

«Al momento lo sforzo di decodifica è incentrato sugli aspetti tecnici del segnale, dunque estrarre il messaggio dai dati ricevuti dai radiotelescopi», spiegano gli esperti dell'Inaf. Il team della Stazione radioastronomica di Medicina ha inoltre selezionato un piccolo estratto del segnale della durata di un minuto e, grazie a un software, lo ha tradotto in suono, in modo da renderlo udibile all'orecchio umano.

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