Mattarella firma il Milleproroghe con riserva: «Modificare le norme sui balneari»

Le osservazioni del Capo dello Stato sul decreto approvato dalla Camera

Mattarella firma il Milleproroghe con riserva: «Modificare le norme sui balneari»
di Paola ANCORA
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Venerdì 24 Febbraio 2023, 18:43 - Ultimo aggiornamento: 19:53

Osservazioni e bacchettate, pur nel rispetto dei ruoli istituzionali, hanno accompagnato oggi la firma del decreto Milleproroghe da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Osservazioni relative, in particolare, agli emendamenti di Lega e Forza Italia passati alla Camera sulle concessioni balneari, che di fatto rinviano di un anno ancora l'indizione dei bandi di gara per mettere sul mercato le concessioni e rispettare così la direttiva Bolkestein sulla libera concorrenza come, a più riprese, ha chiesto l'Europa, minacciando una procedura d'infrazione.

Il capo dello Stato ha espresso riserve nel merito e sul metodo del decreto, pur decidendo di promulgarlo lo stesso. «Sono consapevole della delicatezza, sotto il profilo costituzionale, del rinvio alle Camere esercitato nei confronti di una legge di conversione di un decreto-legge, a pochi giorni dalla sua scadenza - ha scritto il Capo dello Stato -: farebbe, inevitabilmente, venir meno, con effetti retroattivi, in molti casi in maniera irreversibile, tutte le numerose altre disposizioni che il decreto-legge contiene, determinando incertezza e disorientamento nelle pubbliche amministrazioni e nei destinatari delle norme.

Ho ritenuto, quindi, di promulgare la legge di conversione in questione».

Le concessioni balneari

Le principali riserve del capo dello Stato sul Milleproroghe si riferiscono alla necessità di non rinviare ancora le gare per le concessioni balneari: «È evidente che i profili di incompatibilità con il diritto europeo e con decisioni giurisdizionali accrescono l'incertezza del quadro normativo e rendono indispensabili, a breve, ulteriori iniziative di governo e Parlamento». Norme sui balneari che si presterebbero a contenziosi e probabili impugnazioni a ogni livello: europeo, della giustizia amministrativa, da parte degli enti locali e non solo.  Due i nodi individuati dai tecnici del Quirinale: il rinvio violerebbe apertamente la direttiva Bolkenstein e la sentenza del Consiglio di Stato del novembre 2021 che fissava la scadenza delle proroghe delle concessioni esistenti al 31 dicembre 2023, sentenza che ha riguardato, in particolare, l'operato del Comune di Lecce, in Puglia, il primo ad aver sollevato la questione davanti alla giustizia amministrativa sostenendo la necessità giuridica di procedere alle gare.

La reazione di Palazzo Chigi

«Rispetto alla norma che formalmente è in vigore, quanto richiamato dal capo dello Stato meriterà attenzione e approfondimento da parte del governo nel confronto con le forze parlamentari» è trapelato da Palazzo Chigi dopo la divulgazione della nota del Quirinale, a sottolineare come la presidente del Consiglio Giorgia Meloni non intenda dare seguito ad alcuna sbavatura o strappo nei rapporti, finora ottimi, con il presidente Mattarella. 

Le reazioni

«La lettera del presidente della Repubblica Sergio Mattarella ai presidenti delle Camere e alla presidente del Consiglio chiarisce inequivocabilmente l’illegittimità di ogni ulteriore proroga delle concessioni demaniali marittime» commenta il sindaco di Lecce, Carlo Salvemini«Mi chiedo fino a che punto la maggioranza di governo sia disposta a spingersi per preservare la posizione degli attuali concessionari, a danno degli stessi e dell’interesse generale del Paese, contro le pronunce delle massime autorità giurisdizionali e il diritto dell’UE. In ogni caso, come saggiamente ha ricordato il Presidente, “gli enti concedenti potrebbero ritenersi comunque legittimati a disapplicare le norme in contrasto con il diritto europeo e a indire le gare”. I Comuni, in altri termini, sui quali il Governo e la maggioranza parlamentare hanno scaricato la responsabilità di concedere l’eventuale proroga al 2024 - prosegue Salvemini - possono legittimamente trarre le proprie conclusioni in merito alla legittimità delle stesse. Mi auguro che “attenzione e approfondimento” annunciati da Palazzo Chigi rispetto ai richiami del Colle possano produrre il dovuto passo indietro sulla norma. Il demanio marittimo è proprietà di tutti, sulla sua gestione occorre entrare quanto prima in un tempo nuovo fatto di pari opportunità, concorrenza, diritti per tutti»

«Questo Governo - scrive in una nota Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari Italia - il primo dopo tanti anni espressione del volere dei cittadini, sta affrontando queste questioni dando la priorità ai temi dell’occupazione e della difesa della impresa italiana e non di sottostare ai diktat di Bruxelles ai quali l’ Italia era fin troppo abituata.
Siamo convinti che il presidente Mattarella saprà dare la priorità a questi temi che già oggi per Giorgia Meloni ed il Parlamento rappresentano il fulcro della vicenda: lavoro, occupazione, PIL, difesa dell’ italianità e delle sue eccellenze. Sono certo che il presidente Meloni avrà modo di chiarire al Capo dello Stato che questa proroga, peraltro già prevista di fatto nella legge sulla concorrenza di Draghi, é finalizzata ad appurare che la risorsa rappresentata dalle coste é ancora ampiamente disponibile e sarà il nocciolo dirimente per applicare con correttezza la Direttiva Servizi, senza procedure selettive per le imprese italiane, come ha detto lo stesso Bolkestein nel parlamento italiano
».

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