Matrimoni, nuove regole dal buffet agli invitati. Ristoranti, cinema, spa e parchi: si riparte così

Matrimoni, nuove regole dal buffet agli invitati. Ristoranti, cinema, spa e parchi: si riparte così
Matrimoni, nuove regole dal buffet agli invitati. Ristoranti, cinema, spa e parchi: si riparte così
9 Minuti di Lettura
Giovedì 20 Maggio 2021, 21:30

Riaperture delle attività (tutte le attività). Il documento di 35 pagine diffuso dalla Conferenza delle Regioni vuole essere una proposta, un punto di partenza per la bussola che guiderà il ritorno alla normalità per chi lavora e per chi fruisce delle innumerevoli attività ricreative e non del nostro Paese. Vanno, in tutti i casi, validate dal Comitato tecnico scientifico. Sono le "Linee guida per la ripresa delle attività economiche e sociali", una specie di bibbia (delle Regioni, ripetiamo) del ritorno alla vita dopo il Covid (o insieme al Covid ma vaccinati).  Riguarda le cerimonie, gli eventi, i cinema, le sagre, le fiere, le sale gioco, parchi tematici e musei. In tutti i casi è sempre previsto il distanziamento interpersonale tranne per i conviventi e i componenti dello stesso nucleo famigliare.

Green Pass e certificati, cosa serve per viaggiare: le regole per le mete turistiche, il caso "inedito" della Sardegna

Parole chiave? Soprattutto per i matrimoni che ripartono (con le feste e i ricevimenti) dal 15 giugno. Esterno: si chiede di privilegiare «laddove possibile», l’utilizzo degli spazi esterni (giardini, terrazze, plateatici, dehors), sempre nel rispetto del distanziamento di almeno 1 metro. Quando non si può, le linee guida raccomandano di arieggiare bene gli ambienti. Come? Con porte, finestre e vetrate aperte «al fine di favorire il ricambio d’aria naturale negli ambienti interni». Inoltre non si deve solo tenere conto dei coperti e delle distanze: «l’affollamento deve essere correlato alle portate effettive di aria esterna».

Altra espressione importante che compare nelle linee guida è: responsabilità individuale. Ci dice che dobbiamo mantenere dei comportamenti corretti perché dipende da ognuno di noi il rischio di non ripiombare in situazioni critiche. Dove si dice, ad esempio, che al chiuso «la consumazione al banco deve assicurare il mantenimento della distanza interpersonale di almeno 1 metro tra i clienti (estendibile ad almeno 2 metri in base allo scenario epidemiologico di rischio), ad eccezione delle persone che in base alle disposizioni vigenti non siano soggetti al distanziamento interpersonale». Nelle regioni, quindi, in cui gli indici epidemiologici si rialzano, la parola d'ordine è: distanza. Nel documento infatti si legge: «Detto ultimo aspetto afferisce alla responsabilità individuale».

Concetto ribadito quando si affronta il tema delle spiagge libere, ad esempio. Si legge: «Per quanto riguarda le spiagge libere, si ribadisce l’importanza dell’informazione e della responsabilizzazione individuale da parte degli avventori nell’adozione di comportamenti rispettosi delle misure di prevenzione. Al fine di assicurare il rispetto della distanza di sicurezza di almeno 1 metro tra le persone e gli interventi di pulizia e disinfezione dei servizi eventualmente presenti si suggerisce la presenza di un addetto alla sorveglianza. Anche il posizionamento degli ombrelloni dovrà rispettare le indicazioni sopra riportate».

Quando si mangia e beve - Ecco le regole proposte per tutti i luoghi dove si fa somministrazione (catering, ristoranti, trattorie, pizzerie, self-service, bar, pub, pasticcerie, gelaterie, rosticcerie anche se collocati nell’ambito delle attività ricettive, all’interno di stabilimenti balneari e nei centri commerciali). È importantissimo l'aspetto dell'igiene, prima di tutto. E quindi: predisporre una adeguata informazione sulle misure di prevenzione da rispettare, comprensibile anche per i clienti di altra nazionalità, rendere disponibili prodotti per l’igienizzazione delle mani. E poi: i servizi igienici dovranno essere puliti più volte al giorno.

Bisogna disporre i tavoli in modo da assicurare il mantenimento di almeno 1 metro di separazione tra i clienti di tavoli diversi negli ambienti al chiuso (estendibile ad almeno 2 metri in base allo scenario epidemiologico di rischio) e di almeno 1 metro di separazione negli ambienti all’aperto (giardini, terrazze, plateatici, dehors), ad eccezione delle persone che in base alle disposizioni vigenti non siano soggetti al distanziamento interpersonale (come i compenenti dello stesso nucleo famigliare).

Bisogna poi fare in modo che si evitino assembramenti al di fuori del locale e delle sue pertinenze. Si deve privilegiare l’accesso tramite prenotazione e mantenere l’elenco dei soggetti che hanno prenotato per un periodo di 14 giorni. «E’ comunque consentito l’accesso, anche in assenza di prenotazioni, qualora gli spazi lo consentano, nel rispetto delle misure di prevenzione previste. In tali attività non possono essere continuativamente presenti all’interno del locale più clienti di quanti siano i posti a sedere. 

La mascherina - Un'altra disposizione importante: i clienti dovranno indossare la mascherina a protezione delle vie respiratorie in ogni occasione in cui non sono seduti al tavolo.

Menu? Meglio digitale o plastificato - Si deve favorire la consultazione online del menu tramite soluzioni digitali, oppure predisporre menu in stampa plastificata, e quindi disinfettabile dopo l’uso, oppure cartacei a perdere; - al termine di ogni servizio al tavolo, assicurare pulizia e disinfezione delle superfici.

Il buffet sì ma non ci si serve da soli eccetto per le porzioni monodose- È possibile organizzare una modalità a buffet mediante somministrazione da parte di personale incaricato, escludendo la possibilità per i clienti di toccare quanto esposto e prevedendo in ogni caso, per clienti e personale, l’obbligo del mantenimento della distanza e l’obbligo dell’utilizzo della mascherina a protezione delle vie respiratorie. La modalità self-service può essere eventualmente consentita per buffet realizzati esclusivamente con prodotti confezionati in monodose. In particolare, la distribuzione degli alimenti dovrà avvenire con modalità organizzative che evitino la formazione di assembramenti anche attraverso una riorganizzazione degli spazi in relazione alla dimensione dei locali.

La fila per il buffet prevede 4 metri di distanza tra persona e persona. 

Negli alberghi in compagnia di amici - «Il distanziamento interpersonale - si legge - non si applica ai membri dello stesso gruppo familiare o di conviventi, né alle persone che occupano la medesima camera o lo stesso ambiente per il pernottamento, né alle persone che in base alle disposizioni vigenti non sono soggetti al distanziamento interpersonale (detto ultimo aspetto afferisce alla responsabilità individuale)». Negli alberghi il sistema di accesso e registrazione non cambia, funzionerà come prima della pandemia. Semplicemente i gestori dovranno mantenere l’elenco dei soggetti alloggiati per un periodo di 14 giorni: «tale adempimento si considera assolto con la notifica alloggiati all’autorità di pubblica sicurezza. In caso di utilizzo da parte dei soggetti alloggiati di servizi accessori (es. piscina, ristorante, centro benessere, etc.) non è necessario ripetere la registrazione». 

Il Covid manager - È il nuovo responsabile della sicurezza che deve individuare tutte le possibili situazioni e rischio e sbarrare la strada al coronavirus. Deve anche vigilare sul rispetto delle norme anti-virus alla ripresa, sempre più imminente, di eventi e cerimonie. Una figura relativamente nuova già presente nelle aziende o nelle produzioni cinematografiche, un referente 'ad hoc' per verificare il rispetto di documenti, autorizzazioni e normative riguardo il coronavirus. Dai matrimoni ai congressi, ogni evento avrà il suo referente che avrà l'obbligo di far rispettare i protocolli di settore. Sono in molti gli organizzatori che corrono ai ripari cercando di individuare questa nuova figura professionale, sul cui ruolo si sta dibattendo anche in sede di Cts.

Cosa procurarsi prima dell'evento- Il primo settore a sperimentare la novità sarà quello dei matrimoni che riaprirà i battenti ufficialmente il prossimo 15 giugno. Le linee guida cui fa riferimento il nuovo decreto varato da palazzo Chigi, infatti, prevedono una serie di obblighi da rispettare, tra cui l'elenco dei partecipanti da mantenere per 14 giorni, la sistemazione e l'adeguamento degli spazi per evitare assembramenti e la richiesta dei pass vaccinali o dei tamponi negativi. Non tutto, però, è ancora chiaro per wedding planner e organizzatori che chiedono maggiore trasparenza della norma. Sarebbero proprio loro, infatti, i più coinvolti dalle nuove regole. Quello che sembra certo, al momento, è che il Covid manager operano su specifica delega da parte dei «clienti» e dei vari fornitori e professionisti impiegati nell'organizzazione e nello svolgimento dell'evento, impartendo direttive vincolanti per lo svolgimento in sicurezza del matrimonio.

Zona bianca: spostamenti, ristoranti, centri commerciali, coprifuoco: tutte le regole

Il ruolo del referente Covid ha fatto il suo debutto con la riapertura delle scuole che, già da quest'anno, avevano l'obbligo di individuare un responsabile che facesse da interfaccia con il Dipartimento di prevenzione per informare su eventuali casi o focolai nell'istituto. Ma il ruolo del «covid manager», presente anche nelle strutture sanitarie assistenziali, si è presto diffuso nelle principali aziende italiane, seppur in forma volontaria. A fare da apripista, in tal senso, sono state in particolare Lombardia e Veneto, due delle regioni più colpite dalla pandemia. Così come avviene per le scuole, anche in questo caso il responsabile fa da interfaccia con le autorità sanitarie, oltre a verificare il rispetto di tutte le norme anti-Covid. Intanto, in vista della progressiva riapertura di tutti i settori, sul web prolificano nuovi corsi professionali per la formazione di Covid manager, con tanto di programma di studio e materiale didattico. Si parte dal corso base per poi passare a quello avanzato.

Piscine termali e centri benessere (no al bagno turco)

Valgono le stesse norme di tracciamento previste per bar e ristoranti. Si privilegia la prenotazione e poi anche un'attività il più possibile pianificata all'interno della struttura. Poi, nelle aree spogliatoi e docce, la distanza deve essere di almeno 2 metri (si suggeriscono postazioni d’uso alternate) o si possono separare le postazioni con apposite barriere. Come per le palestre, in tutti gli spogliatoi o negli spazi dedicati al cambio, gli indumenti e oggetti personali devono essere riposti dentro la borsa personale, anche qualora depositati negli appositi armadietti che non devono essere usati in modo promiscuo (si suggerisce di mettere a disposizione sacchetti per riporre i propri effetti personali. Nei solarium e nelle aree verdi, bisogna assicurare un distanziamento tra gli ombrelloni (o altri sistemi di ombreggio) in modo da garantire una superficie di almeno 10 quadrati per ogni ombrellone.

 Si raccomandano «le consuete norme di sicurezza igienica in acqua di piscina e nel centro benessere, cosi come prima di ogni trattamento alla persona: prima di entrare provvedere ad una accurata doccia saponata su tutto il corpo».

Nelle piscine termali la densità di affollamento in vasca è calcolata con un indice di 4 mq di superficie di acqua a persona (7 mq per le piscine dove le dimensioni e le regole dell’impianto consentono l’attività natatoria).

Le vasche o le zone idromassaggio che non possono rispettare le superfici di acqua per persona come al punto precedente dovranno essere utilizzate da un solo bagnante, fatta eccezione per persone che in base alle disposizioni vigenti non siano soggetti al distanziamento interpersonale. 

Le piscine finalizzate a gioco acquatico devono essere convertite in vasche per la balneazione. Ove previsto, si legge, mantenere la concentrazione di disinfettante nell'acqua, nei limiti raccomandati e nel rispetto delle norme e degli standard internazionali, preferibilmente nei limiti superiori della portata. In alternativa, attivare i trattamenti fisici ai limiti superiori della portata o il massimo ricambio dell’acqua in vasca sulla base della portata massima della captazione. 

No al bagno turco, sì alla sauna - Per gli ambienti altamente caldo-umidi si suggerisce di evitarne l'uso e si fa l'esempio del bagno turco. Diversamente, è consentito l’utilizzo della sauna con caldo a secco e temperatura regolata in modo da essere sempre compresa tra 80 e 90 °C; dovrà essere previsto un accesso alla sauna con una numerosità proporzionata alla superficie, assicurando il distanziamento interpersonale di almeno 2 metri; la sauna dovrà essere sottoposta a ricambio d’aria naturale prima di ogni turno evitando il ricircolo dell’aria; la sauna inoltre dovrà essere soggetta a pulizia e disinfezione prima di ogni turno.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA