Massimo Cannoletta lascia l'Eredità: «La cultura paga, so cosa farò con i 280.000 euro. Il mio Paradiso? È nel mezzo dell'Oceano»

Massimo Cannoletta lascia l'Eredità, ecco perché: «Ero stanco, ma mi piacerebe lavorare in tv»
Massimo Cannoletta lascia l'Eredità, ecco perché: «Ero stanco, ma mi piacerebe lavorare in tv»
di Francesco Padoa
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Mercoledì 23 Dicembre 2020, 20:13 - Ultimo aggiornamento: 29 Dicembre, 22:54

Aveva già deciso prima di cominciare. Tutto pianificato: meecoledì 23 dicembre sarà la mia ultima apparizione. «Mi ritiro, lascio l’Eredità ad altri campioni». E sì, non vedremo più in tv Massimo Cannoletta, il supercampione del seguitissimo quiz televisivo di Rai1 condotto da Flavio Insinna e prodotto da Banijay Italia. Il percorso del 46enne leccese che ha fatto appassionare milioni di italiani è stato lunghissimo: era in gara dal primo novembre, ha detto stop dopo ben 51 puntate. Sempre lì, sempre il concorrente da battere, quello che non sbagliava mai nulla. Alla fine, per i nuovi avversari che giorno dopo giorno si succedevano nell’arena del programma, era diventato un incubo e una sfida al tempo stesso. E per i telespettatori rappresentava ormai una parentesi piacevole della giornata: c’è l’Eredità, vediamo Massimo stasera cosa combina e quanto vince.

L'Eredità, Massimo Cannoletta lascia la trasmissione: «Flavio, devo andare a fare il presepe». E Insinna si commuove

Appunto Massimo, cominciamo da questo: alla fine quanto ha vinto?

«Sono arrivato a 280mila euro.

La mia ultima vincita è stata quella di domenica scorsa, quando alla ghigliottina ho indovinato la parola e conquistato il montepremi di 27.500 euro».

Ci spieghi la sua decisione che rattristerà moltissimi suoi fans: perché si è ritirato?

«La mia scelta nasce da una combinazione di motivi. Da giorni sentivo che la mia avventura stava per finire, mi aspettavo di essere eliminato prima o poi. Tanto che scherzavo con gli altri concorrenti, gli dicevo: “cercate un sicario che mi faccia fuori”. Ma non mi andava di fingere, di non rispondere a domande che sapevo, solo perché ormai sentivo finito il mio percorso: per rispetto del programma, dei concorrenti e dei telespettatori. Allora mi sono posto una scadenza: la puntata di oggi. Mi sono detto che se non fossi stato eliminato prima, oggi avrei fatto un passo indietro. E così mi sono ritirato».

Era stanco?

«Certo, sia fisicamente che mentalmente. Va considerato che con le restrizioni anti-covid era difficile, se non impossibile, spostarsi da una regione all’altra, e la mia Puglia era arancione quindi non potevo tornare a casa. La mia famiglia per settimane è diventata quella dell’Eredità. Alla fine fare questa vita era diventato più pesante, tanto che nelle ultime puntate ho fatto errori banalissimi. Rivedendo la registrazione mi dicevo: “Massimo, come hai fatto a sbagliare quella domanda?”. E poi, in fondo, accanirmi nel tentativo di restare in gioco aveva anche un altro risvolto negativo: togliere ad altri concorrenti la possibilità di partecipare, più restavo io e più limitavo la partecipazione di altri».

Ci racconti i momenti in cui ha annunciato il ritiro. Ha fatto commuovere anche Insinna...

«Subito dopo il triello mi sono detto: dove arrivo arrivo, saluto e mi ritiro. Ho giocato sapendo che, comunque fosse andata, la sera successiva non ci sarei stato. Alla ghigliottina è andato Francesco, e quello è stato il momento X: ho alzato la mano come a scuola, e Flavio, al quale non avevo anticipato la mia decisione, ha subito capito. Si è incupito per il dispiacere e io per sdrammatizzare ho detto: “E’ ora, devo andare a fare il presepe».

A parte la vincita, qual è il bilancio della sua partecipazione?

«Innanzitutto la considero un’avventura meravigliosa, il solo fatto di aver conosciuto Flavio è stato un privilegio, come un premio garantito per la partecipazione. Ma vorrei dedicare questa mia esperienza a tutte le persone che in queste settimane, costrette a stare in isolamento perché positive al virus, mi hanno seguito e inviato centinaia di messaggi. Molti mi hanno scritto che seguirmi in tv all’Eredità ha rappresentato per loro un momento di relax in questi momenti difficili, una parentesi felice. “In quell’ora stiamo bene”. Ecco, a queste persone colpite dal covid, dedico il mio successo».

C’è stato qualche avversario che le ha dato più filo da torcere?

«Beh, più di uno, e tutti molto giovani. Quella ragazza, Karen, che mi aveva eliminato (ma poi Cannoletta rientrò grazie al regolamento e alle sette ghigliottine consecutive raggiunte, ndr) all’apparenza, così giovane, non era il prototipo di concorrente che può far paura al campione in carica: invece si, fu bravissima e mi battè. Nessuno mai mi ha fatto stare tranquillo, per me ogni giorno poteva essere l’ultimo giorno, sono stato sempre pronto a salutare e uscire di scena».

Giorni fa ha detto che da casa non sbaglia mai le risposte e per questo avrebbe voluto portarsi in trasmissione la sua gatta per sentirsi più a suo agio.

«Vero, quando giochi a casa è come fare un cruciverba, rilassati, perché sai che azzeccare o sbagliare non ti cambia la vita. Ma quando sei lì è tutto diverso, anche se poi ti abitui alle telecamere. E quando vedi quelle cifre enormi con tutti quegli zero inevitabilmente sale la tensione. Poi metteteci la musica forte, lo studio che si colora di rosso, insomma non è come stare sul divano di casa. E per fortuna che c’è Flavio, bravissimo a tranquillizzarti quando vede qualcuno agitarsi: lui ti sorride e allora sorridi anche tu».

La sua partecipazione ha fatto anche rinascere la passione per la cultura, molti invidiano l’ampiezza delle sue conoscenze.

«E’ stata una grande sorpresa, che mi ha reso felice. Lo vedo dai messaggi che mi arrivano, moltissimi di adolescenti. Tipo: “Ho iniziato a vederti e ora ho una gran voglia di conoscere, voglio mettermi a studiare”. Oppure: “Mio figlio giocava per ore con i pokemon, ora vuole diventare come te”. E ancora, una signora non giovanissima: “Sono affascinata dalla sua cultura, ora voglio laurearmi”. Quello di insegnare, istruire, stimolare mille interessi è quello che dovrebbe essere il compito del servizio pubblico, come è la Rai».

Ha scelto il modo migliore per dare un segnale ai giovani, attraverso un gioco.

«Spero che il messaggio che ho trasmesso sia che non è vero che la cultura non paga. Certo, magari non renderà tutti ricchissimi, ma istruirsi è sicuramente un atteggiamento vincente. Bisogna aprirsi alle novità, lo dico sempre ai miei nipoti, e nella vita bisognerebbe evitare le scorciatoie, che appaiono vie più facili, ma non sempre sono quelle migliori».

Le dice qualcosa il nome Massimo Inardi? Stesso nome, anche lui divulgatore, anche lui campionissimo…

«Certo, non lo vidi in tv perché ancora non ero nato, ma ho letto di lui, il più grande concorrente di Rischiatutto, il famoso quiz condotto da Mike Buongiorno. Mi viene da ridere a pensare alle coincidenze: io potrei essere una sorta di sua reincarnazione…».

Ha mostrato di avere confidenza con le telecamere, le piacerebbe lavorare in televisione? Magari ha già ricevuto qualche proposta…

«Mentirei spudoratamente se dicessi che non mi piacerebbe… Ma non lo farei certo per essere famoso. Per il mio lavoro io racconto, parlo con la gente, ma in maniera diretta, uno alla volta: comunicare a milioni di persone tutte insieme sarebbe fantastico, un piacere amplificato. Ma ancora nessun contatto».

Settimane fa, in un’intervista al Messaggero, aveva detto che nonostante la popolarità e i soldi vinti non avrebbe cambiato vita. Ma ora che l’avventura è conclusa ha già qualche progetto su come impiegare quei 280mila euro?

«Un’idea ce l’ho. In passato ho fatto una straordinaria esperienza facendo un viaggio, durato molte settimane, da Leuca fino a Trieste. Incontravo i miei follower, che però allora erano pochi, molto meno di ora. Ognuno mi raccontava qualcosa di particolare sulla propria terra, mi faceva conoscere angoli meravigliosi e poco conosciuti. Mi piacerebbe ripetere quell’esperienza, che allora mi dovetti autofinanziare e andare al risparmio. Adesso potrei realizzare qualcosa di ancora più grandioso e interessante».

Lei ha viaggiato molto anche per il mondo, quale luogo meraviglioso e poco conosciuto le è rimasto nel cuore e suggerirebbe ai suoi follower?

«Sul nostro pianeta c’è un Paradiso terrestre. Sono le isole Samoa, quelle indipendenti e non quelle americane. Non dimenticherò mai quei luoghi, anzi il mio sogno sarebbe andarci a vivere almeno per sei mesi. Certo, sono nel bel mezzo del Pacifico, arrivarci non è semplice, ma quando approdi lì resti incantato. Inutile parlare dell’aspetto naturalistico, sembra che quell’angolo sperduto del mondo sia curato da un giardiniere cosmico. Ma poi c’è la gente che ti sorprende: ospitale, rilassata, vive in una dimensione unica quasi fuori dal tempo. Tanto per farvi un’idea del modo quasi idilliaco in cui vivono: l’uniforme dei poliziotti è il pareo… Un altro mondo!».

La sua vita è già cambiata?

«Per il solo fatto che lei mi sta intervistando direi di sì. E poi vedere su giornali e sui siti web le mie foto fa una sensazione particolare. Ma io dentro non cambio, resto nella stessa casa di sempre davanti al mio camino, aspettando di passare questo strano Natale. Anzi, a proposito, auguri a tutti».

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