Il saluto della Cnh: bandiere a mezz'asta

Bandiere a mezz'asta alla Cnh di Lecce
Bandiere a mezz'asta alla Cnh di Lecce
di Pierpaolo SPADA
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Giovedì 26 Luglio 2018, 15:57
Bandiere a mezz’asta allo stabilimento Cnh di Lecce in segno di lutto per la scomparsa dell’amministratore delegato di Fiat Chrysler Automobiles, Sergio Marchionne, deceduto ieri a 66 anni nella clinica di Zurigo dov’era ricoverato dallo scorso 27 giugno. Il vuoto che, ovunque il manager di Chieti abbia messo piede, ora, si avverte è assai più dilagante degli interrogativi sulle misteriose cause del decesso che, in queste ore, si moltiplicano. In molti casi, anche a Lecce, il disorientamento tra gli “abitanti” della fabbrica è quello che prova chi ha perso la sua guida.

«Grazie Marchionne». È il saluto, messaggio di gratitudine, degli operai. Appare sui social e anche in alcune lettere inviate alla dirigenza. Ed è quello che, con ogni probabilità, l’amministratore delegato di Fca avrebbe apprezzato di più in ragione delle numerose critiche che aveva subito rispetto all’impatto che le sue scelte, connesse agli investimenti strategici operati in quattordici anni, avrebbero e hanno avuto sul personale delle fabbriche italiane, in termini contrattuali e di condizioni di lavoro effettive.

I dipendenti di Cnh hanno reso e continuano a rendere un grande sacrificio all’azienda, come tutti i colleghi impiegati nei siti produttivi del gruppo attivi nel Paese. Oggi, però, esprimono il sentimento di chi si sente, in qualche modo, ricompensato. È vero, rispetto a trent’anni fa, Fiat a Lecce non rappresenta più il posto di lavoro per migliaia di persone. I dipendenti diretti di Cnh Lecce sono 620 e il vecchio grande indotto è, di fatto, ridotto all’osso. Lo stabilimento ha vissuto fasi molto dure e complesse, ma dal 2014 ha conosciuto solo brevi periodi di cassa integrazione. Ciò che fin qui Marchionne ha assicurato al Salento è certamente la sopravvivenza, prima, e la solidità, poi, della produzione di macchine movimento terra, rendendo la fabbrica leccese, e questo pezzetto di Puglia, tassello centrale di un sistema industriale internazionale in grado di determinare le abitudini e i consumi dei cittadini di quasi tutto il mondo. «Noi dobbiamo tutto a Sergio Marchionne», spiega William Maruccia, figlio di un operaio della Fiat ed Rsu di UilmUil, da tempo, la sigla più rappresentativa. È proprio lui a raccontare di aver scritto una lettera in nome di tutti gli operai e di averla inviata alla dirigenza locale e a quella torinese per esprimere cordoglio, ringraziamento e gratitudine nei confronti dell’amministratore delegato di Fca. Nelle sue parole ci sono il ricordo, il racconto e la descrizione di immagini rimaste impresse anche nelle mente di tutti i suoi colleghi e che, oggi, assumono un rilievo certamente maggiore anche perché rivelano, in un certo qual modo, il temperamento di quell’omone in pullover che ora non c’è più: «Marchionne - dice - è stata una persona estremamente importante per tutto il territorio e non solo per la nostra azienda. Ogni volta che è venuto a visitare lo stabilimento, ha portato enormi investimenti, nuove linee di produzione e rilancio. Ed è stato l’uomo che ha potenziato il sito produttivo trasferendo in esso la produzione di Berlino. L’amministratore ha preferito Lecce a Berlino, che pure per Cnh rappresentava una sede di produzione storica. E noi gliene siamo grati perché oggi Cnh considera questo sito eccellenza dell’area Emea», Europa, Medio Oriente e Africa.
Quelle di Marchionne, nel Salento, erano visite-lampo che spesso si esaurivano nel giro di una giornata o, al massimo due. Ma lasciavano il segno: «Notavamo - spiega l’operaio - che, prima di parlare con i manager e con i capi del personale, preferiva scendere in officina per incontrarci e colloquiare con noi. Ci sorrideva, ci stringeva la mano passando davanti alle nostre postazioni, a volte ci abbracciava e ci dava pacche sulle spalle». L’ultima visita risale all’inizio dell’anno. In precedenza, il manager si era presentato a Lecce nel 2008 e nel 2011.

«Non perdeva occasione di rincuorarci», ci tiene a ricordare William Maruccia che, come i segretari generali dei sindacati nei giorni scorsi e tutti gli operai della fabbrica, ora, nonostante le diffuse incertezze, prova a guardare senza perdere fiducia e speranza. L’agenda è già fitta di appuntamenti. Le organizzazioni sindacali stanno approntando la nuova piattaforma contrattuale da proporre agli operai e trattare con l’azienda e restano in attesa di un confronto con Cnh per capire, alla luce del piano generale esposto da Marchionne, a giugno quali sono le prospettive per l’immediato futuro. Dell’ex amministratore delegato di Fca offrono felice ricorso anche esponenti del mondo imprenditoriale, come Giulio Musca, presidente di Saicar Lecce: «Anch’io ho conosciuto Sergio Marchionne. Riconosceva in noi uno stile combattivo e tenace che riteneva essenziale per l’affermazione in un settore competitivo come quello dei veicoli industriali. Abbracciandoci ci disse: «Questi sono gli italiani che mi piacciono».
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