Casalino sogna la tv, Toninelli è tornato a fare l'assicuratore: le seconde vite degli ex grillini. E c'è chi ha aperto un chiringuito

Da uno vale uno a ognuno per sé: Cancelleri con FI, Castelli ha scelto il partito "Sud chiama Nord" di Cateno De Luca

Casalino sogna la tv, Toninelli è tornato a fare l'assicuratore: le seconde vite degli ex grillini. E c'è chi ha aperto un chiringuito
di Mario AJELLO
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Domenica 23 Aprile 2023, 21:48

Lo chiamavano «il bibitaro» ed era una brutta offesa. Ora lo chiameranno «l’inviato» (Ue nel Golfo Persico, con 12mila euro netti al mese, regime fiscale agevolato, copertura totale delle spese e status diplomatico). Da una vita all’altra e in mezzo, le vite di Giggino (cioè Luigi Di Maio) sono state tante: il militante stellato adorato da Grillo («E’ l’unico intelligente»), il capo politico e il segretario di partito (in Impegno Civico flop), il vicepresidente della Camera, il vicepremier, il più volte ministro (anche degli Esteri) addirittura capace (almeno secondo il celebre comizio dal balcone di Palazzo Chigi) di abolire la povertà, e il rivoluzionario e il pompiere, l’iper-populista e il neo-democristiano, il destrorso soft in gioventù e il candidato (malriuscito) Pd alle ultime sfortunate elezioni perfino nel collegio rosso per eccellenza di Napoli, quello sempre stato di Napolitano, nel quartiere ex operaio di Bagnoli. Giggino l’Inviato è l’ultima - e vediamo che cosa saprà fare - trasfigurazione di un giovane italiano underdog.

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Il cambio di casacca

Ma l’avviarsi dimaiano a una seconda, o terza o quarta vita, rientra in una fenomenologia più ampia che è quella riguardante tanti suoi ex sodali del grillismo i quali, fallita la rivoluzione e restati a spasso o si sono riciclati come Roberto Fico da consigliori (magari poco ascoltati) di Conte restando nel suo caso nell’ambito parlamentare con ufficio e benefit da ex presidente di Montecitorio e così anche Crimi e Taverna. Oppure hanno annunciato l’apertura di un ciringuito in Spagna (come il genovese ex super-dimaiano Battelli) e stanno facendo il corso da barman per imparare. O si sono buttati a destra (il super-grillino siciliano Cancelleri, ex viceministro delle Infrastrutture, è stato folgorato da Schifani sulla via di Forza Italia definita entusiasticamente: «Una nuova famiglia che mi accoglie»). O sperano di entrare nel Pd che per ora li respinge (il caso dell’ex Iena, ed eurodeputato, Giarrusso).

O puntano su una sorta di centro meridionalistico come l’ex viceministra piemontese Laura Castelli, un tempo al Mef e ora oltre a fare consulenze è portavoce del movimento Sud chiama Nord, guidato dal pirotecnico Cateno “Scateno” De Luca. 

Tra l'Europa e la tv

E chissà che intenzioni avrà Rocco Casalino, ancora in forza con Conte da spin doctor e comunicatore, ma ormai un po’ defilato e c’è chi lo immagina futuro candidato alle Europee il prossimo anno e chi, magari più verosimilmente, lo vede come conduttore o autore o star di un programma Rai una volta che Conte riuscirà ad avere di nuovo potere, e pare non accadrà tra molto tempo, nella tivvù pubblica. Intanto Danilo Toninelli, indimenticabile titolare del dicastero delle Infrastrutture, oltre a dire la sua su un canale YouTube e a girare l’Italia in camper, è tornato a fare l’assicuratore. Mentre fa consulenze su cyber-sicurezza Angelo Tofalo, che è stato sottosegretario alla Difesa. Nello stesso campo lavora un altro ex sottosegretario, al Mef, nel governo Conte I, ma lui - Alessio Villarosa - ha anche preso in gestione uno stabilimento balneare nel messinese, a Barcellona Pozzo di Gotto. 

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Il quartier generale

Tutti loro dicono: «Si può vivere anche senza politica». Ma fino a un certo punto. Perché non è facile per nessuno passare dall’ideologico e insensato «uno vale uno» al più concreto «chissà quanto valgo io sul mercato del lavoro». Di fatto, c’è un pressing continuo verso Campo Marzio, quartier generale di Conte, da parte di ex parlamentari che cercano aiuti per farsi trovare un posto, o presso i gruppi parlamentari o altrove. «La questua», c’è chi la chiama. Vogliono essere riciclati in qualche modo e da qualche parte. Magari finendo da nessuna parte. Al contrario di Giggino l’Inviato, che molti ex colleghi sono pronti per invidia a chiamare il Di Maio Miracolato. 

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