Libia, Gentiloni: cambio di passo prima che sia tardi

Libia, Gentiloni: cambio di passo prima che sia tardi
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Mercoledì 18 Febbraio 2015, 09:02 - Ultimo aggiornamento: 09:55
«Mentre il negoziato muove i primi passi, la situazione in Libia si aggrava. Il tempo non è infinito e rischia di scadere presto, pregiudicando i fragili risultati raggiunti» dalla mediazione Onu sostenuta dall'Italia. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, in un'informativa in aula alla Camera.



«Il deterioramento della situazione sul territorio impone un cambio di passo da parte della comunità internazionale prima che sia troppo tardi». In Libia «è evidente il rischio di saldatura tra gruppi locali e Daesh» che richiede la «massima attenzione», ha aggiunto, sottolineando che «l'unica soluzione alla crisi libica è quella politica». Non vogliamo «avventure e tantomeno crociate. Chiediamo alla comunità diplomatica di aumentare gli sforzi».



«Dire che siamo in prima fila» nella lotta al terrorismo significa «quello che stiamo facendo nella coalizione anti-Daesh in Siria e in Iraq, è il modo in cui un Paese democratico risponde alla barbarie, e lo fa in amicizia con la stragrande maggioranza della comunità islamica che rifiuta di veder sequestrata la propria fede», ha proseguito il ministro. «Di fronte alle minacce del terrorismo, la nostra forza è la nostra unità».



«La crisi in Libia si presenta oggi con un grave deterioramento del quadro di sicurezza, evidenziato con attacco all'Hotel Corinthia, a ripetute incursioni in campi petroliferi e da ultimo dalla barbara uccisione di 21 cristiani-copti a Sirte: tale quadro ci ha portato a decidere la chiusura della nostra ambasciata, l'ultima rimasta aperta a Tripoli. Ringrazio tutti quelli che hanno collaborato al buon esito dell'operazione», ha spiegato.



«Lavoriamo con i nostri partner al Consiglio di sicurezza perché la missione Unsmil (missione Onu in Libia, ndr) venga dotata di un mandato, mezzi e risorse in grado di accelerare il dialogo politico per la stabilità e la formazione di un governo di unità nazionale», ha detto il ministro degli Esteri, ricordando che la missione dovrà essere rinnovata il 13 marzo. Dalla riunione del Consiglio di sicurezza di oggi «ci attendiamo la presa di coscienza al Palazzo di vetro della necessità di raddoppiare gli sforzi per favorire il dialogo politico». «Le origini della crisi attuale vanno cercate negli errori compiuti anche dalla comunità internazione nella fase successiva alla caduta di vecchio regime»




Il Ministro ieri in tarda serata ha avuto un colloquio telefonico con il Segretario di Stato americano John Kerry. Nel corso del colloquio - si apprende alla Farnesina - i responsabili per la politica estera di Italia e Stati Uniti hanno discusso dell'evoluzione della crisi libica.



La crisi in Libia sta portando «all'aggravarsi del dramma di migliaia di persone che fuggono su barconi verso le nostre coste: il numero degli sbarchi da inizio anno ad oggi è aumentato del 59% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.
Sono arrivate 5.302 persone contro le 3.338 di un anno fa, ha detto Gentiloni sottolineando che l'Europa
«è una superpotenza economica e come tale può andare oltre i 50 milioni di euro all'anno, spesi oggi per fronteggiare una simile emergenza».
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