Sgozza Fiorella e ferisce gravemente il marito Italo. Poi Michel, 25 anni, racconta: «Ho incontrato il diavolo»

Sgozza Fiorella e ferisce gravemente il marito Italo. Poi Michel, 5 anni, racconta: «Ho incontrato il diavolo»
Sgozza Fiorella e ferisce gravemente il marito Italo. Poi Michel, 5 anni, racconta: «Ho incontrato il diavolo»
di Lorenzo Sconocchini
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Sabato 4 Luglio 2020, 03:05 - Ultimo aggiornamento: 5 Luglio, 11:31

JESI - Vagava nel parco, l’assassino della palazzina accanto, quando il sole è spuntato da dietro i palazzi di mattoni rossi dell’ex Smia, il quartiere sorto dove un tempo sfornava motori per aerei la storica officina Savoia Marchetti. Michel Santarelli, 25 anni, ha provato anche a nascondersi dietro una siepe all’arrivo dei carabinieri, ma aveva i pantaloni sporchi di sangue e le mani tagliuzzate da uno di quei pezzi di vetro di una finestra rotta con cui aveva sgozzato poco prima un’innocente vicina di casa, Fiorella Scarponi, casalinga di 69 anni, e ferito gravemente suo marito Italo Giuliani, 74 anni, ex bancario molto noto negli ambienti sportivi come presidente della Libertas Jesi. Michel, un ragazzo sofferente di disturbi psichici, farneticava quando l’hanno accompagnato in caserma, raccontava di incontri con il diavolo.



 
L’inferno l’ha portato lui in casa dei coniugi Giuliani, genitori di tre figlie femmine, nonni che potevano godersi la vita badando ai nipotini. Invece lei è stata trovata a terra dissanguata per un fendente alla gola, sotto la finestra abbattuta dalla furia di quel ragazzo che per entrare nel loro appartamento - come aveva già fatto in altri palazzi del quartiere - aveva sfondato a pugni e calci sia la serrandina che la vetrata, per poi colpire con i frammenti di vetro moglie e marito, allarmati dal trambusto e accorsi a vedere cosa accadesse. Questa ricostruzione dei carabinieri, coordinati dal pm Marco Pucilli, ha portato all’arresto del giovane, ora piantonato dalla polizia penitenziaria nel reparto Psichiatria dell’ospedale Urbani di Jesi per omicidio volontario aggravato dai futili motivi e tentato omicidio.

Quattro tagli
Italo Giuliani, ferito con almeno quattro tagli alla testa alla gola e all’addome, è ricoverato all’ospedale regionale di Torrette. È in prognosi riservata, ma se la caverà. Prima di essere trasferito ad Ancona su un’ambulanza della Croce Verde, Giuliani ha fatto in tempo a parlare con i carabinieri, indicando Michel Santarelli come l’autore del massacro. Per la moglie Fiorella purtroppo non c’è stato scampo. Un fendente alla gola, con un frammento di vetro, deve avergli reciso la giugulare, visto che era in un lago di sangue quando il medico legale Adriano Tagliabracci ha fatto un sopralluogo nel villino della coppia. È morta dissanguata, prima dei soccorsi. 
Oggi è prevista l’udienza di convalida, ma ieri Michel non sembrava in grado di rispondere alle domande. Guardava in alto, sguardo assente. Un’alba di sangue, senza nulla che la annunciasse. Nel cortiletto davanti al villino a schiera dei coniugi Giuliani, al civico 8 di via Saveri, a metà mattinata c’è in terra la bici da cross di un nipotino, mentre una girandola mulina stancamente spinta da un alito di vento. Sangue sul vialetto. Erano soli in casa Italo e Fiorella, quando Michel Santarelli, residente a cento passi con la mamma Giuseppina, tenuto sveglio da chissà quali tormenti, alle 5 e 30 ha saltato di slancio il recinto della palazzina dove la coppia abitava a pianterreno.

L’allarme
Un vicino ha pensato a un ladro e ha chiamato il 112. Ma tutto si è consumato in pochi minuti. «Fatemi entrare, fatemi entrare», urlava Michel, un tipo abituato a entrare in casa dei vicini, anche senza rubare nulla. Lo scorso inverno nel palazzo di fronte se lo erano ritrovati sulle scale con una spranga di ferro («Abito qui») e alcuni vicini raccontano che già nel giugno dell’anno scorso quel ragazzo si fosse presentato all’improvviso in casa dei Giuliani, scavalcando il muretto e l’inferriata, alti neanche un metro e mezzo. Fiorella s’era spaventata, avevano chiamato le forze dell’ordine ma poi probabilmente avevano deciso di non infierire con una querela contro quel ragazzo sofferente, visto che ai carabinieri non risultano denunce.


Senza movente
«Un delitto senza alcun movente», allarga le braccia uscendo dal villino il comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Cristian Carrozza, accorso a Jesi insieme al comandante della compagnia di Jesi Simone Vergari, al comandante del nucleo investigativo, maggiore Alessandro Firinu e agli specialisti delle investigazioni scientifiche del Reparto Operativo. Michel era conosciuto nel quartiere per le sue intrusioni.
Ma aveva un solo precedente penale, di 5 anni fa, quando con una spranga spaccò la testa a un albanese ospitato in un appartamento da sua madre. Finì per un paio di settimane in psichiatria, seguito dal Centro d’igiene mentale. Poi la mamma preferì farlo seguire da uno psichiatra privatamente. Michel è uscito così dal radar dei servizi psichiatrici. Per essere avvistato di nuovo ieri all’alba, mentre sporco di sangue raccontava di aver incontrato il diavolo. 
 

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