Isis, l'ostaggio-reporter Cantlie avverte: «Jihadisti pronti ad attacco epico negli Usa»

Isis, l'ostaggio-reporter Cantlie avverte: «Jihadisti pronti ad attacco epico negli Usa»
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Venerdì 22 Maggio 2015, 20:00
L'Isis vuole attaccare l'America al cuore, sul suo suolo. Pensa a un'operazione «epica» e ci sono scenari possibili che contemplano l'uso di un ordigno nucleare o alcune migliaia di tonnellate di esplosivo.



A dirlo, o meglio a minacciarlo, è l'Isis stessa, attraverso la sua rivista Dabiq, in una sorta di editoriale "firmato" dal reporter inglese John Cantlie, l'ostaggio usato dallo Stato islamico come "megafono". Sulla scia della conquista di Palmira e di Ramadi - due obiettivi strategici ai due estremi del 'califfatò - i leader dello Stato islamico rilanciano così anche la loro propaganda; mentre il "gruppo di testa" della coalizione internazionale anti-Isis si riunisce invece per valutare la sua strategia.



Il 2 giugno, a Parigi, ci sarà infatti un incontro presieduto dal segretario di Stato Usa John Kerry e dal ministro degli esteri francese Laurent Fabius, a cui parteciperanno ministri o capi di governo di una ventina di Paesi, con in prima fila il premier iracheno, Haidar al-Abadi. «Dobbiamo agire», ha detto il presidente francese Francois Hollande, mentre una portavoce del suo governo ha detto che sarà una riunione dedicata «all'intera situazione in Siria e Iraq».



E sarà certamente molto opportuna e urgente, ha sottolineato il ministro degli esteri Paolo Gentiloni. «Il governo italiano è preoccupato, non solo per quello che succede in Siria ma anche per la forse ancor più minacciosa situazione in Iraq», ha detto il ministro, aggiungendo che alla riunione di Parigi «sarà fondamentale una verifica della strategia che portiamo avanti».



Una strategia che secondo l'Isis ben poco può per fermare l'espansione del califfato. «Il gruppo si evolve come un palla di neve che rotolando a valle diventa una valanga e acquisisce una potenza immensa», secondo quanto si legge nell'articolo firmato da Cantlie, che è stato sequestrato in Siria ben tre anni fa ed è apparso in diversi 'reportagè nel califfato apparentemente realizzati da lui stesso. E nel suo articolo si legge anche che questa «potenza» potrebbe trasformarsi in un attacco «senza precedenti», in grado di far impallidire «ogni altra operazione del passato».



E questo perchè l'Isis continua a crescere in maniera esponenziale, in molti Paesi, e «ha miliardi di dollari» e così «mettiamo una operazione ipotetica sul tavolo»: un attacco con una bomba nucleare acquistata in Pakistan e contrabbandata negli Usa attraverso la Libia, poi la Nigeria e infine la Colombia e il Messico, «sfruttando le tratte del traffico di droga ed esseri umani».



Forse un'operazione del genere al momento può sembrare «esagerata», ammette Cantlie, che però sostiene che si tratta di una prospettiva che «è infinitamente più possibile oggi rispetto a solo un anno fa, ed è la somma di tutte le paure delle agenzie di intelligence occidentali».
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