Iraq, l'Isis conquista Ramadi: 500 morti e 8mila persone in fuga. Il califfo: libererò Baghdad

Iraq, l'Isis conquista Ramadi: 500 morti e 8mila persone in fuga. Il califfo: libererò Baghdad
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Lunedì 18 Maggio 2015, 09:55 - Ultimo aggiornamento: 19 Maggio, 14:21
Circa 500 persone, tra civili e soldati iracheni, sono state uccise negli ultimi giorni mentre la città di Ramadi, capoluogo della provincia di Al Anbar, a cento chilometri ad Ovest di Baghdad, in Iraq, cadeva nelle mani dello Stato Islamico (Isis): lo ha reso noto un portavoce della provincia di Anbar, Muhannad Haimour, sottolineando che «circa 8.000 (persone) sono fuggite» da Ramadi. Queste, ha precisato, si aggiungono agli oltre 114mila residenti che avevano lasciato la città ed i vicini villaggi nel mese di aprile, secondo quanto aveva riferito l'Onu.



«Dopo Ramadi, libereremo Baghdad e Karbala», la città santa sciita irachena, afferma il leader dello Stato islamico (Isis) Abu Bakr al Baghdadi, in un audio messaggio diffuso in rete. Non è possibile verificare l'autenticità, ma la voce attribuita a Baghdadi fa riferimento alle «vittorie ad Anbar», regione con capoluogo Ramadi.



L'audio messaggio è contenuto in un video di oltre 40 minuti diffuso stamani dall'agenzia di informazione dell'Isis Aamaq. Il filmato si intitola «Lo Stato islamico ha liberato Ramadi» e mostra una serie di filmati, non datati, relativi all'assedio e alle battaglie dentro e fuori il capoluogo di al Anbar. Nel video si fa ampio uso di servizi giornalistici televisivi di emittenti panarabe, che descrivono la disfatta delle forze governative irachene.



All'incirca a metà del filmato interviene la voce descritta come quella del «Principe dei Credenti, Abu Bakr al Baghdadi». La voce, che parla mentre sfilano nel video cartine dei territori iracheni ora controllati dall'Isis, loda i mujahidin per le loro vittorie ad Anbar - Ramadi non è menzionata - e ribadisce che le prossime conquiste saranno la liberazione di Baghdad e Karbala. Seguono altri discorsi attribuiti a Baghdadi e pronunciati in diverse occasioni. Il filmato si conclude con la scritta che annuncia l'imminente conquista di Baghdad da parte dell'Isis contro «crociati e sciiti».



Il video diffuso oggi dall'Isis che celebra la «liberazione» di Ramadi contiene inserti audio attribuiti ad Abu Bakr al Baghdadi, che però erano già stati diffusi dai media dell'Isis giovedì scorso.
Lo si desume dal confronto tra l'audio odierno e il testo del messaggio precedente del 'Califfò.




Le milizie sciite irachene alleate di Teheran hanno annunciano di essere pronte a entrare in battaglia contro i jihadisti sunniti per la riconquista di Ramadi. Lo riferiscono fonti locali. Youssef al-Kilabi, un portavoce delle milizie sciite che combattono al fianco delle forze governative, ha detto all'Ap che stanno elaborando un piano per attaccare Ramadi: Vogliamo «eliminare il nemico barbaro» e «raggiungeremo questo obiettivo».



Ieri in serata la televisione di Stato irachena aveva riferito che il premier Haidar al Abadi ha ordinato alle truppe di non ritirarsi da Al Anbar, chiedendo allo stesso tempo alle milizie sciite, alleate dell'Iran, di tenersi pronte a intervenire al fianco delle forze lealiste, come già fatto nella riconquista di Tikrit, la città natale di Saddam Hussein, a Nord di Baghdad. Intanto migliaia di civili sono stati costretti dai combattimenti ad abbandonare le loro case e si sono messi in marcia verso la capitale.



L'intervento dei volontari delle milizie sciite, chiesto dal Consiglio provinciale di Al Anbar, rischia tuttavia di infiammare ulteriormente le tensioni interconfessionali in questa che è una provincia a

maggioranza sunnita, e dove clan tribali locali nei giorni scorsi avevano chiesto inutilmente al governo di Baghdad di essere armati per partecipare alla difesa di Ramadi.



Proprio da una protesta di clan sunniti di Al Anbar, tra il 2013 e il 2014, nei confronti del governo centrale a direzione sciita aveva preso il via la spirale di violenza che ha portato l'Isis ad impadronirsi di gran parte del Nord e dell'Ovest del Paese, grazie all'appoggio di almeno parte della popolazione locale. Le milizie sciite, inoltre, sono accusate di avere commesso atrocità anche contro la popolazione civile sunnita nella riconquista di Tikrit.