Incidente pullman Flixbus, i pugliesi dal centro accoglienza di Grottaminarda: «Abbiamo visto la morte negli occhi»

Incidente pullman Flixbus, i pugliesi dal centro accoglienza di Grottaminarda: «Abbiamo visto la morte negli occhi»
Incidente pullman Flixbus, ​i pugliesi dal centro accoglienza di Grottaminarda: «Abbiamo visto la morte negli occhi»
di Nicola DILUISO
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Domenica 4 Giugno 2023, 12:29 - Ultimo aggiornamento: 6 Giugno, 14:54

«Ho visto persone letteralmente volare e poi cadere sopra altri passeggeri. Ho visto la morte con gli occhi». Domenico Bochicchio (nella foto), ingegnere informatico originario di Bari e diretto in Polonia per lavoro, racconta la sua esperienza dopo l'incidente che ha visto coinvolto un pullman Flixbus stamattina all'alba.

All’interno del centro accoglienza di Grottaminarda ci sono una quindicina di passeggeri.

«Possiamo ritenerci dei miracolati: la fitta vegetazione ha frenato la corsa del pullman nel dirupo, e la rottura di un finestrino ci ha consentito una via di fuga», aggiunge Biagio Mennella, finanziere di Copertino, con la voce spezzata dall’emozione. 

La testimonianza dei passeggeri brindisini

«Uno schianto tremendo: in pochi secondi ci siamo ritrovati nella scarpata. Il bus è rimasto quasi sospeso, siamo riusciti ad uscire uno per volta strisciando pancia a terra». A parlare è Laura, aviere, originaria di Brindisi, una dei passeggeri a bordo del bus della Flixbus finito in una scarpata, sull'A16, all'altezza del comune di Vallesaccarda, in provincia di Avellino. Al momento dell'impatto con le due auto coinvolte in un tamponamento ferme sulla carreggiata, subito dopo una curva, stava dormendo nel suo posto in coda al bus. Il pullman cinque minuti prima dell'incidente, intorno alle tre e mezza, aveva fatto sosta nell'area di servizio «Calaggio». Quasi tutti i passeggeri hanno scelto di restare a bordo. Siria, una giovane di San Michele Salentino (Brindisi) con la madre Antonietta e il fratello, diretta a Roma per sottoporsi ad una operazione, occupava il primo posto del bus. «L'autista ha lanciato un grido, poi ha virato verso sinistra finendo sul guardrail. C'è stato un testa coda prima di travolgere un'auto ferma sulla carreggiata per poi finire nella scarpata. Alla giovane è stato applicato un collare. Nicoletta, sua madre, e il fratello hanno rimediato lievi contusioni.

Anche loro sono riusciti ad uscire strisciando nello spazio creato dalla rottura di un vetro. «Ci siamo ritrovati tutti l'uno sull'altro - dice Nicoletta - siamo salvi per miracolo: gli alberi hanno frenato il bus che altrimenti sarebbe finito per rotolare su se stesso per molte decine di metri».

La famiglia diretta a Roma per vacanze

«Siamo vivi per miracolo» ha proseguito Biagio, luogotenente della Guardia di Finanza, era a bordo del bus della Flixbus con i figli Gaetano e Martina, diretti a Roma per una breve vacanza. Parla a telefono con la moglie che da Copertino, in provincia di Lecce, chiede con apprensione rassicurazioni sulle loro condizioni di salute. Insieme ai figli è riuscito a trovare un varco verso l'esterno attraverso un vetro rotto.

Luca Rollo 25 anni di Lecce, diretto a Milano: «Stavo dormendo: sono stato svegliato dall’urto. Poi il buio: ho pensato di morire». Nella palestra del comune di Grottaminarda (Avellino) dove dalle cinque di stamattina sono stati trasferiti trenta dei trentasei passeggeri del bus, alcuni dei quali con lievi contusioni, sono in molti a dire di «aver visto la morte con gli occhi». Carlino, partito da Lecce, è ancora scosso: «Mi sono aggrappato al sedile davanti tenendo le gambe alzate. È stata la mia fortuna: ho evitato che uno sedili scardinati in seguito all'impatto mi travolgesse».

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Intanto nella palestra di Grottaminarda dove è ospitata la maggior parte dei passeggeri del bus, solo una decina di persone sta ora attendendo l'arrivo di un pullman sostitutivo che li condurrà a Roma. Altri quindici passeggeri sono stati portati per ulteriori accertamenti medici nell'ospedale di Ariano Irpino. Altri ancora, invece, le cui condizioni non destavano preoccupazione, sono stati raggiunti da parenti in auto che li hanno portati via.

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