In aumento i malori per il caldo: ancora due settimane roventi

In aumento i malori per il caldo: ancora due settimane roventi
di Maddalena MANGIÒ
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Mercoledì 4 Agosto 2021, 09:01

Il Salento prigioniero delle ondate di calore che lo stringono in una morsa con una media di una ventina di 20 persone - soprattutto anziani, lavoratori edili e agricoltori - che finiscono ogni giorno in pronto soccorso.

Chiamate aumentate del 20%

Solo al Vito Fazzi di Lecce. E con una percentuale in netto aumento: più 20 per cento di chiamate al 118 rispetto a due mesi fa, secondo i medici degli ospedali salentini. Un balzo nonostante tutte le raccomandazioni. È l'effetto afa. Come non accadeva da anni.
Tutta colpa delle temperature capogiro che portano l'allerta a livello 2 con una temperatura percepita che va ben oltre il termometro reale.

Quali rischi per la salute

Il Ministero della Salute segnala che il rischio 2 rappresenta un pericolo per la salute, in particolare per anziani, bambini e malati. Se alle temperature incandescenti si associa la cosiddetta aria ferma - un vento quasi assente o molto lieve, che non dà nessun sollievo - è facile comprendere la difficoltà che per tutto il mese di luglio ha colpito le persone più fragili, ma anche chi continua a lavorare sotto la canicola e che accompagnerà anche il mese di agosto.

Il su e giù delle temperature


Luglio si era aperto con livello di rischio 1 (pre-allerta di una possibile ondata di calore). Agosto, nel Salento, è iniziato con livello 3, mentre nella giornata di ieri l'allerta è sceso a 2, secondo le stime del Ministero della Salute che quotidianamente monitora l'andamento delle ondate di calore. Ma nei prossimi giorni, questo dicono le previsioni per la provincia di Lecce, l'allerta tenderà di nuovo a salire.
Ma facciamo un passo indietro. Nell'ultima settimana di luglio l'arrivo di aria calda subtropicale aveva determinato una persistente ondata di calore in Puglia a partire dalla settimana dal 26 luglio al 1 agosto. La morsa del caldo dovrebbe mollare per qualche giorno per poi riprendere a correre al rialzo. Un sollievo di poche ore, insomma.
E qui si torna ai numeri degli ospedali. Al balzo degli arrivi in pronto soccorso dove circa il 10 per cento degli accessi - dati ufficiali - è direttamente legato alle difficoltà per le alte temperature. A questi vanno aggiunti gli accessi per effetti spesso legati al caldo.
I più colpiti sono gli anziani e chi lavora sotto il sole impietoso di questa estate bollente. Finiscono al pronto soccorso del Vito Fazzi di Lecce per colpi di calore che si manifestano anche con il rialzo della temperatura corporea, da non confondere con gli stati febbrili legati a virus o batteri. Con gli ospedali, appunto, presi d'assalto a partire da quello del capoluogo.
Non solo.

Insieme ai pronto soccorso (il Fazzi è passato da una media di 130 accessi e 200, ma di solito in agosto arriva a 350), in prima linea c'è il 118 con ambulanze e automediche che ha visto lievitare le chiamate alla cosiddetta soglia 700 e di queste 300 richiedono l'intervento delle équipe sanitarie sul posto.

A breve le criticità degli eventi

E a breve si affronterà lo snodo più complicato dell'estate: San Lorenzo, Ferragosto e il tour della Notte della Taranta, sino all'evento clou a Melpignano che probabilmente avrà una capienza limitata causa Covid. Un tour de force, insomma, per medici e operatori sanitari del 118 e dei pronto soccorso con il quibus dei posti letto che mancano, in particolare al Fazzi.
Tornando agli effetti del gran caldo al pronto soccorso del Fazzi, nell'area dedicata all'osservazione breve, sostano anziani con patologie varie aggravate dalle temperature africane che in questi giorni stringono il Salento, e non solo, in una morsa. Ma anche ragazzi colpiti da sincope per la protratta esposizione al sole, stessa sorte subita da edili e agricoltori.
È importante, in questo contesto, intensificare la sorveglianza socio-sanitaria, soprattutto nei riguardi dei sottogruppi a maggior rischio, per prevenire eventuali peggioramenti delle condizioni di salute. Alcuni recenti casi studio (Nihr - A dynamic review of the evidence around ongoing Covid19 e Neurology - Long-Haul Covid) suggeriscono, infatti, una minore tolleranza al caldo delle persone che hanno sviluppato una sindrome post-Covid caratterizzata, anche a distanza di mesi dall'infezione, da sintomi quali difficoltà di respiro e tosse, o altri disturbi come palpitazioni, debolezza, febbre, disturbi del sonno, vertigini, delirium (nelle persone anziane), difficoltà di concentrazione, disturbi gastrointestinali, ansia e depressione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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