Nessun dietro-front del governo sui carburanti e da domani sera scatta lo sciopero di 48 ore dei benzinai. Già si formano le prime code davanti ai distributori, dal momento che anche i self-service per tre giorni saranno bloccati.
I benziani avevano chiesto alla premier Giorgia Meloni un ripensamento sul decreto Trasparenza che prevede che vengano pubblicati i prezzi di benzina e gasolio e avrebbero aspettato un segnale positivo fino a un minuto prima della chiusura. Ma Giorgia Meloni, da Algeri, è netta: «Il provvedimento è giusto, non si torna indietro», chiarendo che «nessuno vuole colpire la categoria».
I prezzi: nuovi rialzi
Intanto, ci sono stati nuovi rialzi nel fine settimana per i prezzi de carburanti, con la benzina in «fai da te» a 1,84 euro/litro (1,98 sul servito) e il gasolio a 1,89 (2,026).
Le ragioni dello sciopero
Nelle stazioni di servizio due volantini spiegheranno il perché della chiusura: «Per protestare contro la vergognosa campagna diffamatoria nei confronti della categoria e gli inefficaci provvedimenti del governo che continuano a penalizzare solo i gestori senza tutelare i consumatori. Per scongiurare nuovi aumenti del prezzo dei carburanti». Le politiche di prezzo al pubblico, si legge, «non sono imputabili ai gestori, il cui margine medio di guadagno (3 cent/litro) rimane invariato a prescindere dal prezzo finale al consumatore». E, tra l'altro, «per impedire che il prezzo dei carburanti torni a salire, in assenza di politiche di riforma e razionalizzazione del settore; contro il rischio di una nuova campagna di criminalizzaione dei gestori che nascondano le vere inefficienze e lo spazio debordante della criminalità».