«Green pass come la patente, è l'unico modo di ripartire»: ecco la tesi del giurista Cassese

«Green pass come la patente, è l'unico modo di partire»: la tesi del giurista Cassese
«Green pass come la patente, è l'unico modo di partire»: la tesi del giurista Cassese
di Francesco Bisozzi
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Sabato 14 Agosto 2021, 14:49 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 08:59

«Il Green pass deve valere per tutti, questo strumento va inteso come la patente di guida, non possono esserci eccezioni, solo così si ripartirà in sicurezza, proteggendo i fragili e liberando posti in ospedale preziosi per i pazienti che soffrono di patologie diverse dal Covid». Così il giurista Sabino Cassese, giudice emerito della Corte costituzionale. Di più. Il nostro codice civile, ricorda il giurista, dispone che l'imprenditore è tenuto ad adottare nell'esercizio dell'impresa tutte le misure necessarie a tutelare l'integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro. Insomma, secondo il presidente emerito della Corte costituzionale, Green pass e obbligo vaccinale potranno essere richiesti anche negli uffici e nelle fabbriche.
Il Piemonte però ha detto no all'obbligo di green pass per le mense aziendali e così anche l'esercito per quanto riguarda le mense militari. Cosa ne pensa?
«Giudico negativamente ambedue. La prima ragione è di carattere generale. Occorre vaccinarsi per consentire a quelli che per motivi sanitari non possono farlo di sopravvivere. E occorre vaccinarsi per non riempire le terapie intensive e consentire così che vi facciano ricorso persone con altre malattie. L'obbligo vaccinale, innanzitutto, discende quindi da quei doveri di solidarietà che sono così bene chiariti dalla Costituzione».

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Cosa dice al riguardo la Carta?
«L'art. 32 dispone che la Repubblica tuteli la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività e che nessuno possa essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. Quindi, dei trattamenti sanitari possono essere disposti con legge per proteggere la salute di ciascuno e per tutelare l'interesse collettivo. Oggi abbiamo il decreto legge numero 44 del 2021, che dispone obbligo di vaccinazione per il personale della sanità, e il decreto legge numero 111 del 2021, che prevede l'obbligo di vaccinazione per la scuola e i trasporti. Infine, l'articolo 2087 del codice civile, anch'esso un atto con forza di legge, dispone che l'imprenditore è tenuto ad adottare nell'esercizio dell'impresa le misure che, secondo le particolarità, l'esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l'integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro».
Lei ha equiparato il certificato verde a un'idoneità, può spiegarci meglio?
«L'obbligo di vaccinazione può essere disposto in termini generali per tutti.

Ma può essere anche previsto per lo svolgimento di singole attività, come l'insegnamento, il lavoro, il trasporto. Un legislatore prudente segue il criterio di proporzionalità, che prevede prima la sperimentazione di un obbligo limitato a particolari attività. Poi, se questo non funziona, un obbligo generalizzato. É la linea seguita dall'attuale governo e dal parlamento».

 


Per adesso il pass viene richiesto solo in alcuni luoghi. Trova dunque giusto che si sia optato per un uso solo parziale del documento in questa prima fase?
«Sì, la ritengo una scelta giusta per il motivo che ho detto: il rispetto del principio di proporzionalità. Prima di adottare una misura generale per tutti, se ne adotta una più limitata per le categorie che sono maggiormente a rischio o frequentano luoghi dove è più facile la trasmissione. Non dimentichi il quadruplo interesse della vaccinazione: proteggere il vaccinato, evitare che circoli il virus, proteggere le persone che per motivi sanitari non possono vaccinarsi, oltre a quelle che devono curare altre malattie e non possono farlo per la scarsa disponibilità di posti nelle terapie intensive e negli ospedali in generale».
Intanto negli Stati Uniti si moltiplicano le aziende che chiedono ai propri dipendenti di vaccinarsi per poter tornare a lavorare in presenza. È la strada da seguire?
«L'articolo presente nel codice civile che le ho citato è molto chiaro e costituisce una sufficiente base legislativa perché l'imprenditore si dia carico di quell'obbligo. Come detto l'articolo dispone che l'imprenditore è tenuto ad adottare le misure in grado di tutelare l'integrità fisica del lavoratore».
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«Mi pare, tutto sommato, un obbligo ragionevole.
Pensa che anche in Italia si possa estendere fino a questo punto l'obbligo di vaccino?
«La Costituzione consente di introdurre trattamenti sanitari obbligatori anche per tutti i cittadini, ripeto».
Green pass e obbligo vaccinale aiuteranno l'economia a ripartire?
«Il cosiddetto certificato verde (che assicura la presenza di una delle seguenti condizioni: essere stati contagiati ed esser guariti, aver fatto il tampone, essersi vaccinati) serve proprio a far ripartire il Paese dopo oltre un anno di pandemia. Senza questi strumenti l'economia tricolore rischia di non riuscire a risollevare la testa».
 

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