Conte: Lega e M5S dicano subito se vogliono proseguire o mi dimetto Diretta

Conte: M5S e Lega dicano subito se vogliono proseguire o mi dimetto DIRETTA
Conte: M5S e Lega dicano subito se vogliono proseguire o mi dimetto DIRETTA
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Lunedì 3 Giugno 2019, 12:52 - Ultimo aggiornamento: 4 Giugno, 07:33

Conte in conferenza stampa a Palazzo Chigi ribadisce il suo impegno alla guida del governo ma lancia un netto ultimatum a M5S e Lega. «Dicano se vogliono proseguire nello spirito del contratto o se preferiscono riconsiderare questa posizione perché coltivano la speranza per una prova elettorale che confermi la loro forza o riscatti una loro sconfitta». Basta liti e provocazioni o mi dimetto, è la sintesi del suo messaggio.

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Conte tocca anche alcuni temi controversi del governo gialloverde, come la Tav («Oggi così com'è non la farei. Non la trovo conveniente ma mi ritrovo in fase di attuazione del percorso e o trovo un'intesa con la Francia e la Commissione europea o il percorso è bello e segnato»), le autonomie (da attuare a patto di non aumentare il divario Nord-Sud), i migranti («Vanno resi più efficaci i rimpatri» e al contempo adottate «politiche di integrazione»), ma soprattutto i rapporti con la Ue (Conte non ha intenzione di incappare in una procedura di infrazione e quindi non appoggerà politiche che aumentino il deficit).



«Ho sempre ritenuto che il contratto di governo fosse la forza di questo Esecutivo. La modalità più lineare per dare vita a un'esperienza di governo», ha detto il premier ricordando il momento in cui ha accettato l'incarico da presidente del Consiglio. Il giuramento sulla Costituzione sarà «sempre il faro della mia azione come premier», ha assicurato ricordando che, nell'assumere l'incarico, ha giurato fedeltà alla Repubblica «e di esercitare le mie funzioni nell'interesse esclusivo della Nazione».

L'ULTIMATUM A  M5S E LEGA
Conte ha rivendicato di essere un
«indipendente» e di non essere iscritto a M5S. Nel respingere l'ipotesi di un rimpasto («Non è sul mio tavolo») ha però lanciato il suo netto ultimatum a M5S e Lega: «L'esperienza di governo ha dovuto convivere con diverse tornate elettorali che ci hanno costretto a vivere in campagna elettorale permanente. Questo ha minato la coesione delle forze di governo. Avevo sottovalutato questo aspetto. Passa l'immagine di uno stallo di governo ma non è vero: abbiamo sempre continuato a lavorare per crescita, investimenti, semplificazione burocratica», ha proseguito Conte. 

«I provvedimenti che il governo deve mettere in campo richiedono visione, coraggio, tempo, impongono di uscire dalla dimensione della campagna elettorale e entrare in una visione strategica e lungimirante, diversa dal collezionare like nella moderna agorà digitale», ha sottolineato. Poi il passaggio chiave del suo discorso: «Personalmente resto disponibile a lavorare nella massima determinazione di un percorso di cambiamento». «Ma non posso compiere questa scelta da solo. Le due forze politiche devono essere consapevoli del loro compito». «se ciò non dovesse esserci non mi presterò a vivacchiare per prolungare la mia presenza a palazzo Chigi. Molto semplicemente rimetterò il mio mandato». -«Non posso essere certo della durata del governo: non dipende solo da me». E poi: «Salvini e Di Maio dicano se vogliono andare avanti».

LA MANOVRA D'AUTUNNO, I MERCATI E LA UE
Il premier ha
sottolineato la difficile manovra finanziaria da attuare in autunno: «Dobbiamo lavorare a una manovra economica che si preannuncia complessa, basata su un'incisiva spending review e su tax expenditure, fermo restando che il governo avrà «cura di non incrementare l'Iva». Saremo chiamati a scelte delicate ma che richiedono forte condivisione» nel governo, nel rispetto «dell'equilibrio dei conti» 

«Rimaniamo esposti alla fiducia degli investitori per il nostro debito», ricorda.
«Saremo richiamati a fare riforme delicate che richiedono coesione». «Chi conosce i mercati sa che per preservare la fiducia occorrono parole univoche e chiare da parte degli esponenti del governo e dei parlamentari di maggioranza». La prossima manovra dovrà mantenere un «equilibrio dei conti» perché «le regole europee rimangono in vigore finché non riusciremo a cambiarle».

LE RIFORME DA FARE
Il governo dovrà varare «una più organica riforma del fisco, non limitata alle aliquote, ma estesa a una relazione più equa tra amministrazione e contribuente», ha proseguito Conte indicando anche nell'Autonomia e nel conflitto di interessi i due provvedimenti da mandare avanti. Ha annunciato una «rimodulazione del Fisco». La flat tax? «Ragiono di una più complessiva e organica riforma del fisco perché la rimodulazione delle aliquote deve inserirsi in un percorso più complessivo, perseguendo una giustizia tributaria più efficiente, su cui lavoro con il ministro Bonafede. Lavoreremo senz'altro alla flat tax ma c'è una riforma organica del fisco di cui il Paese ha bisogno, che attende da anni», ha spiegato. 

«Leale collaborazione vuol dire che se il ministro dell'Economia e il presidente del consiglio dialogano con l'Ue per evitare una procedura d'infrazione che ci farebbe molto male, le forze politiche non intervengono ad alterare quel dialogo riducendo quella trattativa a terreno di provocazione». ​


Poi Conte ha parlato di interventi per dare più sostegno alle famiglie con disabili e con molti figli perché «l'Italia rischia di diventare un Paese per vecchi». 
Il premier ha quindi toccato il tema migranti sottolineando che è necessario «rendere più efficace il meccanismo dei rimpatri» e attuare politiche di integrazione. 

LO SBLOCCA-CANTIERI
Conte alle 20 terrà una riunione di governo a Palazzo Chigi sul decreto sblocca cantieri per fare chiarezza sull'emendamento che la Lega ha presentato al Senato per sospendere per due anni il codice degli appalti. Alla riunione prenderanno parte i capigruppo M5s e Lega del Senato, i relatori, i viceministri Laura Castelli e Massimo Garavaglia, i ministri Riccardo Fraccaro e Danilo Toninelli. Martedì scorso si è svolta una riunione di maggioranza proprio sugli emendamenti al decreto sblocca cantieri, ricordano fonti governative, e della proposta della Lega di sospensione del codice degli appalti non c'era traccia. È questa, viene spiegato, la ragione della convocazione della riunione. 

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