Razionamento gas, termosifoni più freddi in inverno e città più buie: il piano del governo

Il governo prepara le misure per affrontare il taglio delle forniture. Cala il prezzo del gas

Razionamento gas, termosifoni più freddi in inverno e città più buie: il piano del governo
Razionamento gas, termosifoni più freddi in inverno e città più buie: il piano del governo
di Jacopo Orsini
5 Minuti di Lettura
Martedì 30 Agosto 2022, 22:58 - Ultimo aggiornamento: 3 Settembre, 07:49

Le quotazioni del gas frenano per il secondo giorno consecutivo, dopo una serie praticamente ininterrotta di rialzi spinti dalla riduzione dei flussi in arrivo dalla Russia. Sul mercato di Amsterdam ieri il metano si è attestato in chiusura a 254 euro al megawattora (un calo del 25% circa dal picco di 341 della settimana scorsa). La prospettiva che l’Europa riesca a trovare una intesa su un tetto al prezzo o sul disaccoppiamenti del costo dell’elettricità da quello del gas ha infatti raffreddato le quotazioni. Cresce però l’allarme delle imprese, con il presidente della Confindustria Veneto Enrico Carraro che parla apertamente di «economia di guerra» e sottolinea come le aziende energivore e le pmi «rischiano di doversi fermare».

Bollette, qual è il piano anti-rincari dell'Ue? Dai razionamenti al price cap, le misure allo studio

Crisi gas, il piano del governo

Gli extra costi della crisi energetica, secondo le stime degli industriali, peseranno per 40 miliardi sul sistema. Il governo intanto lavora ai piani di razionamento per fronteggiare il taglio delle forniture. Sono diverse le misure di cui si discute fra palazzo Chigi, Tesoro e ministero della Transizione ecologica. Molto dipenderà in ogni caso dal livello di emergenza che l’Italia si troverà ad affrontare durante l’inverno. Si ipotizza comunque un abbassamento della temperatura nelle case (anche se resta il problema dei controlli), con l’accorciamento del periodo in cui possono essere tenuti accesi i caloriferi, e una riduzione delle luci nelle città. Si guarda poi alle imprese, soprattutto quelle energivore, che in caso di necessità dovranno contribuire in modo significativo a far calare la domanda di gas del Paese. 
 

 

LE CASE
Termosifoni
più freddi
in inverno

Il governo sta mettendo a punto una serie di misure per affrontare l’inverno in caso di taglio delle forniture dalla Russia.

Una delle voci - il piano verrà attuato in base al livello di emergenza a cui ci si troverà di fronte - riguarda la riduzione dei consumi delle famiglie. «Il settore residenziale è responsabile attualmente di circa il 30% dei consumi finali di energia», si legge in uno studio dell’Enea. Fra le azioni previste c’è quindi «l’abbassamento di 1 grado dei termostati, dai 20 abituali a 19 per ottenere un risparmio medio nazionale del combustibile per riscaldamento domestico del 10,7%». Inoltre si prevede la riduzione di un’ora al giorno dell’accensione che «può contribuire ad una diminuzione del 3,6% del consumo». Attuando in contemporanea queste due misure e aggiungendo anche l’accorciamento di 15 giorni del periodo di accensione, stima l’Enea, il risparmio può arrivare al 17,5%, pari a circa 2,7 miliardi di metri cubi di gas.

LE CITTA'
Coprifuoco
per i lampioni
nelle città

Per tagliare i consumi di gas, fra le misure prese in considerazione dal governo nei suoi scenari di rischio, che ovviamente variano in base alla quantità di metano che sarà necessario tagliare durante l’inverno, c’è poi una sorta di “coprifuoco” nelle ore buie per l’illuminazione pubblica delle città. Alle amministrazioni locali verrebbe richiesto di spegnere fino al 40% dei lampioni. Fra le azioni di cui si discute a palazzo Chigi e al ministero della Transizione ecologica, ma solo in uno scenario estremo, c’è anche una chiusura anticipata degli uffici pubblici (alle 17,30), dei negozi (che dovrebbero abbassare le saracinesche alle 19) e dei locali (alle 23). Le misure di risparmio allo studio del governo per ridurre i consumi di gas non colpiranno comunque i servizi essenziali. I razionamenti, ha precisato infatti il presidente dell’Autorità per l’energia (Arera), Stefano Besseghini, non riguarderanno «mai i consumi critici come ospedali o altri servizi essenziali».

LE AZIENDE
A chi possono
essere interrotte
le forniture

Sono diverse le misure allo studio del governo in questi giorni per cercare di fronteggiare la riduzione dei flussi di gas in arrivo dalla Russia. Ma per tagliare i consumi - l’Italia ha bisogno di circa 70 miliardi di metri cubi di gas l’anno, di cui oltre un tero fino all’anno scorso arrivavano dalla Russia - sarà in ogni caso necessario intervenire sulle imprese, soprattutto quelle energivore, i grandi consumatori di elettricità. Alle aziende verrà comunque richiesto di ridurre i consumi in maniera selettiva: saranno colpite in prima battuta le cosiddette “interrompibili” del gas e dell’elettricità, quelle aziende a cui a fronte di una remunerazione è possibile bloccare temporaneamente le forniture in caso di necessità. «Se la Russia dovesse bloccare completamente il flusso di gas ci saranno naturalmente interventi di emergenza sulla diminuzione della domanda. Questi passeranno prima dai settori industriali che possono modulare la propria richiesta di gas», ha spiegato il presidente dell’Autorità per l’energia (Arera), Stefano Besseghini. 

GLI SCONTI
Pacchetti 
a prezzi
calmierati

Il governo vuole accelerare sulla fornitura di pacchetti di energia a prezzi calmierati ai grandi consumatori di gas ed elettricità attraverso il Gse, il Gestore dei servizi energetici. Il Gse può acquistare con contratti a lungo termine energia dai produttori nazionali di gas da rivendere alle imprese energivore. La società ha già pubblicato due bandi, uno rivolto ai produttori off shore (come le piattaforme in Adriatico) e una ai produttori on shore (come le compagnie che estraggono gas in Basilicata). I bandi scadranno a inizio settembre. Ma al momento manca ancora il decreto del governo e dell’Arera che deve indicare a che prezzi il Gse acquisterà il gas. Sul fronte dell’energia elettrica, invece, l’intenzione sarebbe quella di destinare una parte della produzione da rinnovabili sempre alle imprese grandi consumatrici di energia. Anche in questo caso si agirebbe sempre tramite il Gse, che già ogni anno ritira una parte della produzione green per poi rivenderla sul mercato. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA