Fidanzati italiani morti in Inghilterra: Nino Calabrò e Francesca Di Dio trovati in casa. Fermato un 21enne. Gli amici: erano innamoratissimi

I cadaveri rinvenuti in un appartamento. Accusato del delitto un coetaneo italiano

Fidanzati italiani trovati morti in casa in Inghilterra, Nino e Francesca erano scomparsi da 2 giorni. Fermato un 21enne
Fidanzati italiani trovati morti in casa in Inghilterra, Nino e Francesca erano scomparsi da 2 giorni. Fermato un 21enne
di Chiara Bruschi e Cristiana Mangani
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Venerdì 23 Dicembre 2022, 15:30 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 04:14

Per tutta la mattina aveva provato a mettersi in contatto con il figlio. Quel ragazzo un po’ strano, che da qualche giorno aveva manifestato «malessere». Ed è toccato proprio a lui, al padre del ventenne che ora si trova in carcere in Inghilterra perché considerato il possibile autore del duplice omicidio di Nino Calabrò e di Francesca Di Dio, scoprire i corpi straziati dei giovani siciliani di 25 e 20 anni, uccisi a Thornaby-on-Tees, nella contea di North Yorkshire. La storia, il cui movente è ancora tutto da accertare, comincia con la telefonata del genitore a suo figlio che è anche lui italiano e che vive nello stesso comprensorio di Nino Calabrò. La voce del ragazzo non convince il genitore, al punto da fargli decidere di raggiungerlo in Inghilterra.

L’OSTELLO

Il presunto killer è amico di Nino, fanno tutti e due i croupier al Grosvenor Casino di Stockton-on-Tees.

E vivono anche in questa sorta di condominio-ostello, che si trova a Thornaby Road, una zona generalmente tranquilla in una cittadina che ha circa 30 mila abitanti ed è nella parte più settentrionale del Paese. Francesca che è fidanzata con Nino, arriva nella cittadina per stare qualche giorno con lui. E arriva dall’Italia anche il padre dell’indagato. La sera prima del delitto la coppia, il loro amico e il genitore, cenano tutti insieme in un ristorante. A conclusione della serata i tre ragazzi tornano a casa, il padre va a dormire in albergo. La mattina dopo comincia a chiamare il figlio senza avere risposta, e allora decide di recarsi direttamente a Thornaby Road. La scena che si trova davanti è raccapricciante: la stanza è piena di sangue, Nino e Francesca sono ormai senza vita, e il terzo giovane è lì come inebetito.

Il genitore non parla inglese, non sa come muoversi, allora chiama un suo amico poliziotto di Milano e gli racconta quanto è accaduto. Dall’Italia viene interessata l’Interpol e parte l’indagine. Le camionette della polizia di Cleveland arrivano sul posto e isolano la scena del crimine. Il sospettato viene portato alla stazione di polizia per essere interrogato. Quanto è accaduto è ancora da ricostruire. L’indagato potrebbe aver agito in preda a un raptus. È possibile che abbia qualche problema psichico. Oppure i motivi possono essere dettati da altre ragioni: dalla pista della gelosia a quella di interessi economici alla lite, niente viene escluso.

Nino si era trasferito nella cittadina inglese nel 2019 da Barcellona Pozzo di Gotto, in Sicilia, e, da oltre due anni lavorava al casinò. Da settembre dello stesso anno era legato a Francesca, originaria di Montagnareale. La prima versione ufficiale della polizia arriva con una comunicazione dell’investigatore Peter Carr: «Un uomo e una donna sono morti, purtroppo, e un terzo uomo rimane in custodia della polizia in relazione a quanto avvenuto - dichiara l’ispettore -. Vorrei rivolgere un appello a chiunque sia passato davanti agli appartamenti di Thornaby Road, precedentemente noto come The Royal George Pub, tra le 10 e le 11 di mercoledì 21 dicembre. Se qualcuno stava passando e ha visto qualcuno agire in modo sospetto o qualsiasi attività sospetta, per favore ci contatti». 

 

I DUBBI

In attesa di capire cosa possa aver scatenato la furia omicida, si sa che Calabrò è figlio di un sottufficiale della Guardia di finanza, di stanza a Milazzo, che si era diplomato all’istituto industriale e poco dopo aveva trovato lavoro in una pizzeria. La sua ambizione, però, era lasciare l’Italia e i lavori precari, così aveva superato un corso di croupier a Catania, che gli aveva dato la possibilità di trovare un impiego sulle navi da crociera e poi nel casinò inglese. Francesca, che aveva lasciato gli studi all’Istituto d’arte, era andata a trovarlo per le vacanze natalizie. Non era la prima volta: alcuni mesi fa era volata in Inghilterra e aveva trovato un lavoro stagionale in un ristorante. A Montagnareale, poco meno di mille abitanti, la conoscevano tutti. La sua famiglia, il papà Giuseppe e la mamma Anna Niosi, non vive nell’agiatezza: lui, che i compaesani descrivono come un uomo dal carattere un po’ esuberante, passa da un lavoro all’altro; lei si dà da fare con lavoretti domestici presso alcune famiglie del luogo. I genitori dei ragazzi sono già partiti per l’Inghilterra, mentre il consolato d’Italia a Manchester, guidato dal console Matteo Corradini, tiene i contatti con le autorità investigative locali e con i familiari dei due ragazzi, per offrire loro assistenza. I parenti e gli amici, quelli che restano in Sicilia, vivono lo sgomento per l’accaduto. Non trova parole il nonno di Francesca che ieri era a Montagnareale, al bar, e scherzava chiassosamente con gli amici di sempre. Finché non è arrivata la notizia ed è calato il silenzio.

 

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