Scandalo tangenti Qatar, spunta un pentito. La presidenza Ue chiede rimozione di Eva Kaili: oggi il voto

Nel mirino i legami e le influenze del Qatar nel cuore delle istituzioni Ue

Eva Kaili, la presidenza Ue chiede la rimozione della vicepresidente: oggi il voto
Eva Kaili, la presidenza Ue chiede la rimozione della vicepresidente: oggi il voto
di Gabriele Rosana
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Martedì 13 Dicembre 2022, 14:37

È la giornata più lunga all’Europarlamento di Strasburgo, mentre a Bruxelles proseguono le operazioni degli inquirenti, che si starebbero concentrando adesso sulle dichiarazioni di un pentito pronto a gettare nuova luce sui legami e sulla rete di contatti attorno a cui si muovevano le influenze del Qatar nel cuore delle istituzioni Ue. Nel bâtiment Louise Weiss gli accessi sono affollati e le postazioni piene già di buon mattino, come si addice agli appuntamenti-tornante della vita politica dell’Ue. Stavolta, uno dei più dolorosi nella storia dell’istituzione. Dopo l’affondo contro gli «attacchi alla democrazia europea» scandito dalla presidente dell’Eurocamera Roberta Metsola, ieri pomeriggio, in apertura di plenaria, questa mattina la conferenza dei capigruppo si è riunita d’urgenza per attivare formalmente la procedura prevista dall’articolo 21 del regolamento interno: la destituzione dalla carica, cioè, della vicepresidente Eva Kaili (già sospesa dalle funzioni ed espulsa dal gruppo socialista e democratico). La politica greca è stata arrestata in flagranza di reato venerdì sera dalla polizia belga ed è sospettata di far parte della rete criminale accusata di riciclaggio di denaro e di corruzione nello scandalo delle mazzette del Qatar: domani a Bruxelles la prima udienza del processo.

La rimozione di Kaili sarà ratificata da un voto in plenaria che inizia oggi a mezzogiorno.

Alle 16, invece, comincerà un dibattito-fiume sulla vicenda delle “Mani Pulite” Ue (si chiama proprio così l’indagine coordinata dal pm Michel Claise). Intanto, pure qui a Strasburgo è intervenuta la gendarmeria e sono stati sigillati i locali dei collaboratori parlamentari finiti sotto la lente degli investigatori per fare parte o essere vicini alla “cricca” di Pier Antonio Panzeri, l’ex eurodeputato di Articolo Uno fondatore della Ong “Fight Impunity” al centro dei sospetti della autorità belghe per i suoi rapporti con Doha: si tratta, in particolare, degli uffici di Francesco Giorgi (in arresto da venerdì), compagno di Kaili ed ex fedelissimo di Panzeri, oggi assistente dell’eurodeputato Pd Andrea Cozzolino, di una collaboratrice di Alessandra Moretti, anche lei Pd, e di un’assistente della belga Maria Arena. Nessuno di questi eurodeputati risulta coinvolto nell’indagine, né i loro uffici privati sono stati perquisiti dagli investigatori. Ma proprio tra i Socialisti e democratici (S&D) travolti dallo scandalo e dalle indiscrezioni su altri coinvolgimenti, chi ha avuto legami a vario titolo con le persone coinvolte nell’inchiesta ha deciso di autosospendersi per opportunità dalle posizioni in seno al gruppo: così ha fatto Arena, presidente della sotto-commissione Diritti umani, e pure Cozzolino e il medico di Lampedusa Pietro Bartolo hanno fatto un passo di lato rispetto alle posizioni di responsabilità ricoperti all’interno dell’S&D (coordinatore per le risoluzioni umanitarie l’uno, relatore ombra sulla liberalizzazione dei visti con il Qatar, l’altro).

 

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