Organismi biologici alieni: scongiurare l'invasione si può. Con una App

Un insetto
Un insetto
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Martedì 16 Aprile 2019, 08:14 - Ultimo aggiornamento: 08:30
Un'app per monitorare la presenza e l'arrivo di organismi biologici alieni. È questo lo strumento al centro del progetto InBioAIQua. I citizen scientists potranno scattare foto che saranno esaminate da esperti entomologi guidati da Francesco Porcelli, ideatore del progetto, e ricevere informazioni utili per contrastare le invasioni biologiche. L'app sarà un utile strumento per promuovere la conoscenza, informare e accrescere la consapevolezza dei cittadini, degli agricoltori in particolare, per la difesa del verde e la salvaguardia della biodiversità.
Il progetto InBioAIQua è stato presentato ieri mattina nella sede dell'assessorato all'agricoltura della Regione Puglia. L'obiettivo del progetto, ideato dall'Università di Bari Aldo Moro, Dipartimento di Scienze del Suolo, della Pianta e degli Alimenti, è di informare tempestivamente e qualitativamente gli operatori agricoli, sentinelle del territorio, sulle invasioni biologiche da organismi alieni, invasivi e da quarantena trasferendo informazioni tecniche e favorendo l'integrazione con esperti di fama internazionale. Le barriere naturali che limitavano lo sviluppo della flora e della fauna entro determinate regioni sono ormai venute meno. Così varie specie si spostano a migliaia di chilometri dal loro habitat naturale. Queste sono definite specie alloctone (o aliene). Il progetto si occupa di alcune di queste specie aliene come ad esempio: Philaenus spumarius (vettore di xylella fastidiosa) la Drosophila suzukii (moscerino della frutta), Aleurocanthus spiniferus (da cui deriva la fumaggine) Agaonidae.
Per presentare il progetto sono previsti incontri itineranti in 45 Comuni. Il professore Francesco Porcelli incontrerà i partecipanti nelle piazze dei paesi coinvolti ed illustrerà caratteristiche, presenza e diffusione sul territorio degli organismi alieni, invasivi e da quarantena e prime azioni di contrasto grazie all'ausilio di un furgoncino dotato di sistema audio-video digitale mobile.
«Il progetto - ha spiegato il professor Porcelli - è disegnato per indurre nel maggior numero di persone e in più strati possibili del sociale che ci circonda una reazione di interesse verso questi organismi alieni invasivi e da quarantena, nella speranza che un po' una sorveglianza territoriale, un po' una accresciuta coscienza del ruolo che ogni cittadino può e deve avere nella gestione della cosa pubblica, risulti una interazione positiva». Grazie ad una informazione capillare, precisa e documentata, sarà quindi possibile contrastare tempestivamente e concretamente le invasioni biologiche evitando i danni diretti all'agricoltura.
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